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Quando un gruppo di ingegneri si incontra... e tra di loro c'è Matteo Rampazzo

Ha progettato in team un catamarano ibrido per la Monaco Energy Boat Challenge

Quando un gruppo di ingegneri si incontra... tra di loro il vercellese Rampazzo

Un giorno un gruppo di ingegneri si incontra e potremmo immaginare che tutto nasca da un’idea: perché non mettere assieme più menti e creare qualcosa di unico? Aggiungiamo poi un pizzico di amore per l’ingegneria, di ambizione, di lavoro di squadra, di dedizione, di intuizione dei professori… E il gioco è fatto. Questi giovani ingegneri sono i Physis Peb (Polimi Energy Boat) del Politecnico di Milano e tra di loro c’è il vercellese Matteo Rampazzo, classe 2001, che racconta l’esperienza vissuta quest’anno con il team: «Dopo aver chiesto all’Università, abbiamo partecipato alla Monaco Energy Boat Challenge, organizzata dallo Yacht Club Monaco nel Principato di Monaco – afferma – Si tratta di una competizione internazionale di progettazione in ambito nautico incentrata sull’innovazione, sull’ecosostenibilità e sulla decarbonizzazione delle acque. Noi abbiamo realizzato un catamarano che, tra le imbarcazioni con impianto ibrido batteria-cella a combustibile utilizzando l'idrogeno, ha ottenuto la prima posizione in quanto a prestazione. A livello di classifica generale siamo invece arrivati ottavi».

Ma non solo. Il team ha vinto il Premio per la tecnologia sostenibile dello yachting della Fondazione Principe Alberto II di Monaco, volto a incoraggiare l’innovazione secondo i principi di sostenibilità, di riduzione delle emissioni ed efficienza energetica nel settore della nautica da diporto: «La nostra squadra e la nostra Università hanno dunque ottenuto un contributo di 25.000 euro per lo sviluppo di una fuel cell», specifica Rampazzo.
Ma questo è già il secondo traguardo ottenuto in team dal giovane Matteo Rampazzo, oggi ingegnere dell’Automazione, che ha sempre avuto la passione per le barche e per l’ingegneria. Una mente brillante e analitica: lo si deduce quasi dal “metodo scientifico” con cui ci racconta la sua storia accompagnata da concretezza e visione lungimirante.
La sua esperienza non può che partire dal Liceo Scientifico, e precisamente quello di Vercelli. Proprio qui, come caposquadra, ha partecipato ai campionati mondiali di Zero Robotics, la competizione internazionale di programmazione robotica sponsorizzata dalla Nasa insieme al Mit. «In particolare, classificandoci al primo posto – racconta Rampazzo – abbiamo realizzato programmato e gestito minisatelliti-robot a bordo della stazione orbitante, comandati a distanza». La dedizione e la passione di Rampazzo sono grandi: «Ho già conseguito la laurea triennale in Ingegneria dell’Automazione industriale, ora vorrei concludere la magistrale in Automation and Control. Poi sicuramente vorrei proseguire nel mondo della ricerca oppure nell’ambito della consulenza», conclude.

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