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Invasione di Ibis, 730 intorno alla stazione

Il piano d’intervento, con “proposte di dissuasione”, a Palazzolo per risolvere i problemi causati ai residenti

Invasione di Ibis, 730 intorno alla stazione

Alcuni degli Ibis a Palazzolo

PALAZZOLO - Disturbo luminoso, suoni registrati di botti e versi di agonia di altre specie. Sono questi i tentativi di intervento che si faranno a breve nella zona della stazione dove sono stati censiti fino a 730 esemplari di Ibis sacro.
Della problematica se ne è parlato in un incontro a Palazzolo con i residenti della zona interessata. Sul territorio piemontese, e in prevalenza nel Vercellese, nel 2024 sono stati censiti 16.939 Ibis; i dormitori vanno da 300 a 3.000 esemplari.
Enrico Caprio, dell’università di Torino, ha spiegato: «Quando è stato redatto il piano d’intervento non c’erano garzaie in centri abitati, la cui gestione complica le cose. Il dormitorio degli Ibis di Palazzolo è una novità assoluta e c’è l’unicità di una garzaia diffusa su circa tre siti palazzolesi. Nella zona della stazione si è arrivati a contare fino a 730 ibis. Nell’abitato non possiamo sterilizzare le uova tramite drone perché servono permessi, come quello da Enac. Non si può sparare. Ispra ha dato il benestare alle nostre proposte di dissuasione. Cosa faremo: disturbo luminoso, suoni di botti registrati, versi di agonia di altre specie. Si faranno per tre giorni, per più volte, in orario serale-notturno restando nella fascia di legge. Sperando che se ne vadano e non tornino. Partiremo appena avremo tutte le autorizzazioni. In quella zona gli Ibis stanno dando problemi ai residenti: il forte odore lasciato con le deiezioni dove dormono e anche al passaggio, i danni agli alberi, tanti i cedri che ormai sono morti».
Il dottor Sergio Fasano ha spiegato i canonici interventi di contenimento degli Ibis: «C’è la cattura con gabbie a nassa e reti verticali. La sterilizzazione delle uova con irrorazione di oli vegetali, anche con il drone. Infine c’è l’abbattimento con armi da fuoco, in corso fra Trino, Palazzolo, Fontanetto e Crescentino, Desana, Quinto, Balocco e Rovasenda».
Di cosa su nutre l’Ibis: «In prevalenza di invertebrati, rane, pulcini, uova; fruga anche nelle discariche, come notato nel Torinese».
Franco Ferraris, dell’ufficio di vigilanza faunistico-venatoria della Provincia di Vercelli, ha parlato degli abbattimenti: «Finora ne abbiamo abbattuti circa 250, ma siamo solo in quattro in servizio. Le carcasse non vengono mai lasciate in giro. Vorremmo ora incentivare gli abbattimenti nei dormitori e quindi faremo degli appostamenti nei punti di rientro serale. E a breve vorremmo riuscire ad utilizzare anche le guardie volontarie, che non devono fare il corso regionale».

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