Apsp Sant’Antonio Abate
8 Febbraio 2025 12:00
Alla cortese attenzione delle testate giornalistiche locali, trasmetto questa mia lettera con preghiera di pubblicazione.
Sono un ospite della casa di riposo Apsp Sant’Antonio Abate di Trino, e venerdì scorso sono sceso in aula magna poiché, pur non essendo un dipendente, ritengo di aver diritto anch’io a dire la mia opinione, anche se, per antonomasia, siamo tutti vecchi rincitrulliti. Prova ne è il fatto che nessuno ha sentito la necessità di interpellarci anche se noi, sia pure indirettamente, siamo parte in causa.
Ho letto incredulo e sdegnato la risposta della direzione alla nota del sindacato. Non gli fa certo onore, come non reca giustizia all’alto spirito di collaborazione dei loro dipendenti che, pure offesi, demotivati e preoccupati, in considerazione del mancato rispetto dimostrato nei loro confronti, si presentano a noi sempre col sorriso.
Non avrei mai immaginato che si potesse dare una risposta così da parte di un organismo che esercita un’autorità in una struttura di questo peso per il territorio e per gli ospiti, paganti tra l’altro, con servizi mai usufruiti. Vedi ad esempio l’assistenza infermieristica 24 ore su 24 semplicemente inesistente. Ho letto della presentazione in pompa magna del progetto per gli anziani illustrato dalle operatrici alla presenza del sindaco. Si sono però dimenticate di menzionare il fatto che la struttura ci costringe a trascorrere metà della nostra giornata a letto. Allora di cosa si parla, fumo negli occhi.
L’Amministrazione comunale nel Cda ha due consiglieri: hanno fatto sentire il loro peso e hanno informato il sindaco della situazione? Il sindaco non ha niente da dire? E allora di cosa si parla? Di fumo negli occhi. Come fumo negli occhi sono le assunzioni dichiarate: sono state semplicemente riconfermate le operatrici che c’erano prima e che erano già scarse di numero, prova ne è il fatto che sono diventati frequenti i turni coperti da una sola operatrice che per mancanza di tempo è costretta, suo malgrado, a lasciare allettati la quasi totalità degli ospiti. Questo che progetto è?
Questa è la situazione di questa struttura: non è la mia, non è quella della direzione, è quella denunciata dalla nota sindacale. Invece di raccontare favole, non avrebbero fatto meglio ad ammettere le difficoltà e l’intenzione di superarle?
Con il grande rispetto per il vostro lavoro, invio queste mie osservazioni nella speranza che siano reputate valide, poiché sono quelle di chi il disagio lo paga sulla propria pelle.
Graziano Guarnieri
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