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Issa Albaabish

"Vi racconto la vita di noi cristiani palestinesi di Betlemme"

Appuntamento “Trino per i cristiani di Terra santa”

"Vi racconto la vita di noi cristiani palestinesi di Betlemme"

Issa Albaabish con monsignor Angelino

"La responsabilità di mantenere e custodire i siti santi in Terra Santa è di tutti i cristiani del mondo". Così Issa Albaabish, della comunità cattolica di Betlemme, ha spronato il numeroso pubblico per l’appuntamento “Trino per i cristiani di Terra santa”, dove ha portato i prodotti dell’artigianato di 40 famiglie di Betlemme.

Ad introdurre la serata è stato monsignor Paolo Angelino, presidente generale dell’Oftal, alla presenza del co-parroco don Riccardo Leone, Giuseppe Partinico, seminarista che collabora con la parrocchia, il sindaco Daniele Pane e l’assessore Roberto Gualino.

Albaabish si è presentato: "Sono un cristiano palestinese di Betlemme, un cristiano della Terra Santa, nato e cresciuto dove è nato Gesù. Viviamo sotto occupazione militare da parte di Israele, ci arriva l’acqua due o tre giorni ogni tre settimane, per poterci muovere dobbiamo passare due o tre check point. Ho vinto una borsa di studio per sostenere i miei master in Italia, era il 2015, al termine dei quali nel 2017 avevo trovato lavoro qui ma volli tornare a Betlemme. Tra Israele e Palestina noi cristiani siamo l’1 per cento della popolazione, a Betlemme siamo il 5 per cento e una volta la mia città era tutta cristiana. Sotto occupazione militare è difficile vivere, ma la nostra responsabilità di cristiani è di mantenere la presenza di comunità che pratica questa fede, che si occupa dei pellegrinaggi, fa artigianato, che esiste a Betlemme da 400 anni e che è un mezzo per far sì che i giovani restino lì, con le proprie radici, è un mezzo per dare loro un legame emotivo forte con la propria terra".

Ha aggiunto: "Nei due anni che ho trascorso in Italia ho sperimentato per la prima volta la libertà, ho girato tutto il Paese e alcuni Paesi vicini. Tornato a Betlemme, al check point ho provato una rabbia profonda, i miei amici mi han chiesto perché visto che è così. Per chi ha sempre vissuto in quei luoghi è normale vivere le restrizioni, è la quotidianità". Il 7 ottobre 2023: "Ha cambiato la nostra vita, abbiamo perso il lavoro, ci sono state ondate di arresti di giovani senza motivo. C’è una crisi socio economica molto forte, la gente non riesce a provvedere alla propria famiglia, la criminalità è aumentata, come la violenza domestica, e i bambini stanno subendo tutto ciò. Siamo molto stanchi, vi invito a pregare per la pace e di aiutarci in questa iniziativa".

La politica: "Israele è uno Stato di apartheid. Si parla di fare due Stati che vivono in pace, ma è una convinzione occidentale, temo invece che noi palestinesi finiremo a vivere in riserve come i nativi americani negli Stati Uniti. Vorrei un unico Stato democratico con uguali diritti per israeliani e palestinesi. Resta una piccola briciola di speranza. Si parla tanto di diritti umani per i palestinesi: quali sono? E perché la Russia è stata sanzionata per la guerra con l’Ucraina e Israele no? Si parla della resistenza armata: 50 anni fa furono i cristiani palestinesi i primi a farla, 30 anni fa abbiamo smesso, continua a farla Hamas, che a me non piace perché è un partito islamico, ma è l’unico che difende anche i miei diritti. Fa resistenza, come fecero i partigiani in Italia. Hamas è definito terrorista, ma esiste anche il terrorismo di Stato da parte di Israele".

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