Santhià
di Michela Giuliani
8 Settembre 2024 12:00
Non c’è nessun avviso di garanzia»: è tranquilla Angela Ariotti, sindaco di Santhià. Tranquilla anche perché «la bonifica della ex Magliola non spetta all’Amministrazione comunale, ma ai liquidatori dell’azienda».
Spiega l’attuale primo cittadino e assessore all’Ambiente nella precedente giunta, guidata da Angelo Cappuccio: «In seguito all’esposto di “S. O .S .” è stato aperto un procedimento e alcune persone sono state sentite dai carabinieri della Forestale rispondendo a domande su quello che hanno fatto nel
periodo preso in esame. A differenza delle Amministrazioni precedenti, noi, nel 2017 abbiamo fatto l’ordinanza di bonifica. I liquidatori – racconta – hanno fatto un primo ricorso al Tar, ma il Tribunale amministrativo ha sentenziato a favore dell’ordinanza; poi è stato presentato un secondo ricorso al
Consiglio di Stato, però con lo stesso risultato. I liquidatori della Magliola ritengono che l’intervento andava fatto solo sulla parte ammalorata, non su tutta la fabbrica, come invece stabilito dall’ordinanza. Successivamente erano state effettuate delle verifiche di Asl e Arpa ed entrambe avevano confermato la necessità della bonifica, seppur non riscontrando un peggioramento della situazione».
Nel settembre 2023, prosegue Ariotti, «l’area sede dell’ex Magliola è stata venduta all’asta; il nuovo proprietario, la New Energy di Padova, l’ha acquistata con l’obbligo di bonifica e so che sta procedendo in tal senso, in contatto con Asl e Arpa. È nostro interesse mettere fine al degrado di quel sito, che si trova all’interno della città. E lo stesso interesse ce l’ha l’acquirente, che ha già messo l’area sul mercato».
Conclude il sindaco di Santhià: «Siamo molto attenti alle varie questioni ambientali. Sul caso dell’ex Magliola il Comune si è sobbarcato le spese legali per fare opposizione ai ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato; tutto quello che si poteva fare è stato fatto. Ma siamo “sul pezzo” anche per le altre questioni che possono interessare il nostro territorio, come il termovalorizzatore di Cavaglià e la discarica di
amianto in frazione Brianco di Salussola».
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