Trino
di Fabio Pellizzari
25 Maggio 2024 14:00
Le preoccupazioni riguardo lo smantellamento della centrale nucleare “Enrico Fermi” sono state al centro della riunione della commissione comunale nucleare di Trino. Composta da Fausto Cognasso, Umberto Lorini, Patrizia Ferrarotti, Daniele Pane, Marco La Loggia, Alberto Mocca e Piergiuseppe Danna (assente), mercoledì sera ha incontrato alcuni rappresentanti di Sogin.
Fulvio Mattioda, responsabile dell’area disattivazione della “Fermi”, ha illustrato le attività in corso e la programmazione 2024-2025: "L’avvio delle operazioni di smantellamento del vessel con l’apertura e la caratterizzazione della “testa”, col prelievo in 49 punti diversi di campioni da analizzare. Adegueremo il deposito 2 per conservare i rifiuti radioattivi in sicurezza finché non c’è il deposito nazionale. Verranno svolte opere civili per ospitare l’impianto Sicomor che servirà a condizionare con una colata di cemento i rifiuti radioattivi. C’è la demolizione parziale dell’ex sala macchine, l’edificio turbina. Infine è previsto l’invio in Svezia di materiali metallici contaminati in modo superficiale per essere decontaminati con un processo di fusione".
Il dibattito. Ferrarotti ha chiesto "se possiamo stare tranquilli sulle operazioni che vengono svolte in centrale? Il problema di organico è stato superato?".
Mattioda ha risposto che "Sogin lavora in massima sicurezza. Sull’organico, le posizioni di legge sono coperte, servono nuovi innesti e a inizio maggio i vertici Sogin hanno incontrato i sindacati a Roma comunicando che in questi mesi ci saranno 64 assunzioni distribuite tra i vari siti".
Lorini ha puntato il dito sul continuo spostare la data di fine decommissioning e sulla questione Westinghouse, la quale "farebbe pesare il contratto stipulato con Selni nel 1957 per la centrale di Trino e per cui vorrebbe svolgere l’intervento sul vessel".
Mattioda ha spiegato che "il brown field è previsto tra il 2030 e il 2031, il green field per il 2038-2039. In autunno ci sarà il nuovo piano a vita intera di Sogin del quale oggi non posso parlare. Su Westinghouse so che ci sono incontri, ma non ho ulteriori informazioni".
Cognasso ha aggiunto che "il contratto di costruzione del ‘57 è una sorta di cambiale che Westinghouse gioca oggi. La “Fermi” è del tutto inidonea a ospitare un deposito, sia nazionale che temporaneo. Le trattative tra Stato e Westinghouse mi preoccupano. Non vorrei che ci ritrovassimo a Trino con un deposito di rifiuti ad alta attività per motivi politici e commerciali". E Lorini ha chiesto se il reattore verrà smantellato da Sogin o Westinghouse.
Mattioda: "Confermo le interlocuzioni, non ho conoscenza del contratto, ma chiunque faccia lo smantellamento deve rispettare le leggi italiane".
Pane ha sottolineato che "è da capire se il contratto tra Westinghouse e Selni del ‘57 è stato ereditato dai successori di Selni, se da Sogin o dallo Stato". Cognasso ha aggiunto che "Westinghouse afferma che c’è pure l’accordo politico tra Italia e Usa su questa tematica".
Mattioda sul combustibile all’estero ha detto che "i vetri residui del riprocessamento torneranno in Italia solo per andare al deposito nazionale in una sezione dedicata. Per ora restano dove si trovano".
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