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Pace

Trino: l'Anpi protagonista della vita cittadina

Tanti appuntamenti legati al Giorno della memoria e del ricordo

Trino donne per la pace

La sezione di Trino dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, guidata da Pier Franco Irico, è grande protagonista della vita cittadina in questi giorni.

Sabato scorso sotto al palazzo municipale c’è stato il ritrovo delle donne dell’Anpi e legato al movimento delle “Donne in cammino per la pace” per dire di “No” a tutte le guerre, chiedendo l’immediato cessate il fuoco di tutti i conflitti. Irico ha ricordato l’importanza di questo messaggio e ha ricordato come fosse ancora più importante nella giornata dedicata al “Giorno della Memoria”. Le donne hanno poi composto la frase “Cessate il fuoco”.

Per il “Giorno della Memoria”, è stata presentata domenica scorsa la pubblicazione “Ho disposto la vostra dispensa dal servizio”, curata dal presidente dell’Anpi di Trino Pier Franco Irico: "Nel 2024 ripeteremo alcune iniziative dell’anno passato e stiamo lavorando ad altri progetti. Il libro in questione è stato realizzato per rircordare alcuni trinesi, cinque ebrei trinesi docenti all’università di Torino, cacciati nel 1938 per via delle leggi razziali istituire dai fascisti. Furono 58 in tutto i docenti ebrei cacciati dall’università. I cinque trinesi erano Alfredo Luzzati, Alberto Muggia, Aldo Muggia, Giulio Vittorio Segre, Giulio Segre, tutti laureati in medicina. Ho voluto tracciare una loro breve storia e dei provvedimenti del governo fascista in campo scolastico, dalla riforma Gentile del 1923".

Dopo la lettura di alcuni brani da parte di due giovani allievi della scuola media trinese, Irico ha aggiunto: "L’antifascismo si difende e perpetua partecipando e cercando di capire cosa sia stato il fascismo e come nacque. Il mio invito è a leggere la storia e capire cosa ci insegna, capire i fatti e i motivi che portarono al fascismo. Bisogna anche approfondire e confrontarsi con le altre idee, capire cosa è stato e cosa ha rappresentato il fascismo. Consiglio una lettura che ho avuto modo di fare, “Vent’anni e un giorno” di Giuseppe Bottai, gerarca fascista, per capire cosa spinse tanti giovani verso il fascismo all’epoca, cosa li portò ad osannare un uomo solo al comando. Non bisogna mai aver paura di sentire altre idee, non si tratta di fare una revisione del fascismo, ma è un modo, anzi, per capire cosa accadde all’epoca per rendere così ancora più solide e chiare le nostre idee basate sull’antifascismo". Bottai fu fascista della primissima ora, grande ammiratore di Mussolini, ma nel corso del tempo in lui ci fu una metamorfosi che lo portò a riconoscere l'aberrazione del regime.

In apertura il sindaco Daniele Pane aveva elogiato il lavoro dell’Anpi, aggiungendo: "Abbiamo assistito di recente ad episodi disdicevoli, vediamo minoranze marchiate come accadeva tantissimi anni fa, cose che credevamo non potessero tornare. E’ quindi importante il ricordo di cosa è stato e ha portato il fascismo e spiegare nelle scuole, con i dovuti accorgimenti adatti ai giovani che le frequentano, perché le testimonianze dirette di chi c’era all’epoca vengono meno e perché dobbiamo evitare il ritorno di cosa è stato. Grazie a Pier Franco Irico e all’Anpi, fanno tanto per il ricordo e per la nostra città".

Irico

Domenica 4 febbraio alle 10,15 in biblioteca civica nuovo appuntamento legato al “Giorno del Ricordo” con l’Anpi: verrà presentato il libro "Da Primo Levi alla Libreria del Popolo. L'amico del popolo 1945-50", editato dalla Fondazione Rinascita Vercellese e dall’Istituto della Resistenza di Varallo, scritto da Enrico Pagano, direttore dell'Istituto, e da Bruno Ferrarotti.

Irico spiega: "In questo volume si accenna, inizialmente, alla nascita del settimanale dell'allora Pci vercellese "Amico del popolo" nel settembre 1945, a pochi mesi dalla fine della guerra. Poco dopo è un ex partigiano, Silvio Ortona, a diventare direttore editoriale del giornale ed è proprio lui, tra il marzo e il maggio 1947, a pubblicare alcuni passi del libro destinato a essere intitolato "Se questo è un uomo" di Primo Levi, che da poco era ritornato, dopo un lungo e avventuroso viaggio, dal lager di Auschwitz. Il libro, rifiutato in un primo momento dall'editore Einaudi, vede una prima luce sul giornale vercellese. Silvio Ortona e Primo Levi, entrambi ebrei, si conoscevano da tempo. "Se questo è un uomo" verrà in seguito ripreso da Einaudi e diventerà famoso in tutto il mondo".

Ad introdurre la mattinata ci sarà Giovanni Tricerri, presidente della Fondazione Rinascita Vercellese, poi Pagano e Ferrarotti illustreranno il libro: l'esordio di Primo Levi, la nascita dell'Amico del popolo, la interessante figura di Silvio Ortona, la creazione della Libreria del popolo e tanto altro. Al termine il libro verrà dato in omaggio ai presenti.

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