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Trino: grande partecipazione alla serata sul nucleare

Incontro organizzato da Legambiente e Pro Natura

Trino serata nucleare

Il pubblico presente all'incontro

Foltissima partecipazione alla serata sul deposito nazionale dei rifiuti radioattivi di venerdì scorso in biblioteca civica organizzato da gruppo di Trino di Legambiente del Vercellese e Valsesia, Comitato di vigilanza sul nucleare, e Pro Natura del Piemonte, e intitolata “Trino non è un sito idoneo per il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.

Tra i relatori Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente a livello nazionale, Gian Piero Godio, di Legambiente del Vercellese e della Valsesia, Umberto Lorini, per Pro Natura Piemonte, Michela Sericano, del Comitato di vigilanza sul nucleare e Legambiente Ovadese, e Vittorio Giordano, di Legambiente Casale Monferrato. Il sindaco di Camino Giorgio Rondano ha spiegato che il suo no al deposito nazionale è dovuto al fatto che "Camino è da parecchi anni che ha investito sull’ambiente e non vogliamo che i frutti che stiamo finalmente raccogliendo vengano vanificati da questa scelta scellerata. Tutto il nostro investimento è stato sull’ambiente e sul turismo, dopo anni difficili, caratterizzati anche dal “vino al metanolo”. Diciamo no a questo tipo di insediamento e andremo fino in fondo affinchè questo scenario non si avveri".

La capogruppo di minoranza consiliare a Trino, Patrizia Ferrarotti, è intervenuta dicendo che "la posizione della minoranza è chiara. Noi contestiamo l’azione del sindaco Pane su tre livelli: tecnico, politico e di metodo. Dal punto di vista tecnico per fare cultura sul tema del nucleare sono fondamentali serate informative come questa organizzata da Legambiente, che è stata accusata in audizione alla camera da Pane di fare terrorismo sul tema. Non si fa cultura con false affermazioni. Pane afferma che Trino “già detiene la stragrande maggioranza dei rifiuti radioattivi d’Italia”. Falso. Trino ne detiene meno del 5 per cento e sono di bassa intensità. Certo, condividiamo la necessità del loro trasferimento nel deposito nazionale il prima possibile e questo conterrà tutte le scorie radioattive d’Italia e con lo slancio di Meloni a riaprire la partita del nucleare, i rifiuti radioattivi, a tendere, saranno sempre di più. Per questa ragione il deposito nazionale va costruito in quei luoghi definiti “potenzialmente idonei” dagli esperti sulla base di criteri scientifici e non sul nostro territorio che ne è stato escluso. Dal punto di vista politico rileviamo che “certa politica” in queste ultime settimane ha sconvolto le logiche scientifiche ammettendo, seppur in bozza, la possibilità che siti non idonei possano avanzare autocandidature. Questo è estremamente pericoloso. Occorre uno sforzo trasversale per contrastare questa posizione in maniera forte e chiara. Dal punto di vista del metodo rileviamo che Pane non ha mai avuto neppure dalla sua stessa giunta un mandato per esprimere, come invece ha fatto in tutte le sedi possibili, la disponibilità di autocandidatura del Comune di Trino. Ma grazie a questo slancio, la modifica del decreto ora è sul piatto del Governo. Essere il sindaco di una città non significa trattarla come cosa propria “senza chiedere il permesso” come Pane ha detto durante il Consiglio comunale. Essere sindaco significa innanzitutto confrontarsi con la popolazione, con il Consiglio e con la giunta, oltre con il territorio perchè la questione nucleare va ben oltre i confini amministrativi della città e va ben oltre il mandato pro tempore di un sindaco che non ha avuto il coraggio di inserire questo suo progetto surreale nelle linee di mandato".

Umberto Lorini, di Pro Natura Piemonte ha spiegato che "ogni 30-40 anni la lobby del nucleare ha bisogno di qualcuno che le stenda un tappeto rosso e anche questa volta ha trovato terreno fertile. Pane ci ripropone il tema del nucleare con una proposta antiscientifica: se il territorio non si rialza è destinato a ricevere ancora. Quindi o ci arrendiamo, o diciamo basta". In apertura di serata Fausto Cognasso (gruppo di Trino di Legambiente) ha fatto il riassunto della situazione e ha affermato che "a me non interessano le vesti politiche, ma che si faccia un ragionamento sereno su questo argomento, anteponendo le ragioni del territorio". Poi ha snocciolato un bel po’ di numeri sulla quantità dei rifiuti radioattivi italiani, in metri cubi, di cui Trino detiene "il 4,85 per cento dei volumi totali. Mentre per la radioattività, Trino ha lo 0,37 per cento del totale nazionale". Cognasso ha aggiunto che "Pane ha stravinto le elezioni, ma non ha la maggioranza degli aventi diritto al voto. Due volte, nel 1987 e nel 2011 Trino si è espressa a larga maggioranza contro l’energia nucleare. Sul deposito ci vorrebbe un referendum consultivo come fatto a Caorso, che, come Latina, ha detto no al deposito. Abbiamo il dovere morale di cittadini di far sì che questo sopruso non si realizzi, dando vita a un gruppo di pressione che, su basi scientifiche e valori morali, lavori per scongiurare il deposito nazionale, al di là delle bandiere. Bisogna essere disposti a lottare per il territorio, per i nostri figli e nipoti".

Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente a livello nazionale, ha parlato di "un errore politico che cancella di fatto un percorso tecnico e complicato che aveva portato alla stesura della Cnapi. La logica della candidatura di un sito non idoneo è una forzatura. Cambiare le regole in corso complicherebbe ulteriormente l’iter di individuazione del deposito. Anche a fronte di un’autocandidatura, come la si potrà ritenere valida a fronte di un sito che non è stato ritenuto idoneo? Si andrebbero a creare ulteriori ritardi e questo non possiamo permettercelo, siamo di fronte ad una follia politica che va fermata. Questo vale per Trino e ogni altra località".

Gian Piero Godio, di Legambiente del Vercellese e della Valsesia, ha spiegato che ci sono "diversi criteri che hanno portato all’esclusione di Trino. La presenza di faglie, l’esistenza di aree protette, l’area a rischio esondazione del fiume Po. E la pianura risicola vercellese è una zona umida e una struttura come il deposito non si può insediare".

Vittorio Giordano, Legambiente Casale Monferrato, ha detto di "essere contro questa autocandidatura, c’è un problema che riguarda tutto questo territorio che ha come caratteristica un elevato inquinamento, dall’amianto all’acquedotto e appunto il nucleare. Servirebbe una riconversione ecologica, mentre ci viene continuamente proposta la riproposizione di vecchi modelli come il nucleare: anche in termini economici, riteniamo che sia la scelta più folle che ci possa essere".

La sera precedente si era tenuto il Consiglio comunale: all’ordine del giorno non era previsto l’argomento, ma Patrizia Ferrarotti ha fatto notare la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della nomina della commissione sul nucleare non era avvenuto. Il presidente del Consiglio comunale Marco La Loggia ha risposto che "c’è stato un errore di trasmissione, così come l’altra vostra richiesta di ascoltare in Consiglio il Cda dell’ex Ipab. Li inseriremo nella prossima seduta". Ferrarotti ha spiegato che "sul tema deposito nazionale sarebbe il caso di fare una consiglio comunale straordinario e che è prevista la convocazione della commissione sul nucleare, i cui membri però vanno rinominati dopo le elezioni di maggio".

La maggioranza a quel punto ha proposto l’immediato inserimento all’ordine del giorno e così è stata nominata la commissione, per la parte consiliare: ne fanno parte di diritto il sindaco Daniele Pane e l’assessore all’ambiente Alberto Mocca, e sono stati nominati Piergiuseppe Danna e Marco La Loggia per la maggioranza, Patrizia Ferrarotti per la minoranza. E’ seguito un duro scontro dialettico tra Pane e Ferrarotti, e alla fine La Loggia ha chiuso la seduta dicendo che se ne discuterà alla prossima riunione consiliare prevista per fine dicembre.

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