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Il dibattito

Trino: botta e risposta sul Deposito nazionale di scorie radioattive

Legambiente, Comitato di vigilanza e Pd attaccano Pane che replica alle accuse

Scorie radioattive

"Il solito pasticcio all’italiana".

Così il gruppo di Trino di Legambiente del Vercellese e della Valsesia e il Comitato di Vigilanza sul nucleare definiscono la questione del Deposito Nazionale delle scorie radioattive. Dal circolo di Casale Monferrato del Partito Democratico affermano che "il sindaco di Trino avrebbe quindi autocandidato la città, il territorio e i cittadini a ricevere il Deposito Nazionale".

Alla domanda secca se abbia candidato Trino ad ospitare il Deposito Nazionale, Daniele Pane risponde: "Assolutamente no, e aggiungo che mai nessuno mi ha parlato o interpellato neanche personalmente e informalmente". Sanato il pregresso della vecchia stagione nucleare, candiderebbe Trino? "Dipende dalle condizioni con cui si farà la scelta".

Il gruppo di Trino di Legambiente e il Comitato di Vigilanza con un manifesto hanno reso pubblica la loro posizione alla popolazione.

"Tra il 2022 e il 2023 sono stati effettuati rilevanti passaggi nella procedura per la localizzazione del sito per la realizzazione del deposito nazionale. Sogin e Isin hanno fatto, anche se con fatica e ritardi, la parte loro assegnata, tant’è che nel dicembre 2022 il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha trasmesso a Sogin il parere di Isin al fine di apportare le necessarie integrazioni ed eventualmente elaborare una revisione della Carta Nazionale delle Aree Idonee; la proposta Sogin di Cnai, in linea con i criteri della Guida Tecnica 29, rivista secondo tale parere istruttorio, nel luglio scorso è pervenuta ad Isin, che avrebbe dovuto adottare il parere definitivo entro settembre. Siamo a fine ottobre e il Governo non ha ancora dato l’autorizzazione a pubblicare la Cnai. Nel frattempo il gruppo della Lega alla Camera dei Deputati ha depositato una proposta di legge sul procedimento per l’individuazione dell’area destinata alla realizzazione del Parco Tecnologico e del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi a bassa e media intensità: il primo firmatario è Riccardo Molinari, deputato alessandrino, presidente del gruppo parlamentare. Di fatto questa proposta di modifica alla norma consentirebbe, se approvata, l’autocandidatura di tutti quei Comuni che erano stati esclusi dalla Carta perché ritenuti dai tecnici non “potenzialmente” idonei ad ospitare il Deposito Nazionale, non avendone le caratteristiche geologiche e idrogeologiche. Insomma, si vogliono far rientrare dalla finestra (politica) i siti che sono stati estromessi dalla porta (tecnica e di sicurezza) non essendo idonei".

"Tale iniziativa, a nostro modo di vedere, salda insieme due interessi: quello politico del deputato Molinari, nel cui bacino elettorale ricadono alcuni Comuni individuati nella Cnapi come potenzialmente idonei, ma che sono assolutamente contrari ad ospitare il Deposito Nazionale, e quello delle Amministrazioni comunali come quella di Trino, territorio che non ha i requisiti idrogeologici e di sicurezza, ma il cui sindaco, da sempre molto attento alle “compensazioni” che, fin dai tempi di un altro celebre parlamentare, questa volta trinese, Roma eroga a chi si tiene i rifiuti radioattivi, si è detto più volte disponibile ad ospitare il Deposito. L’iniziativa della Lega (partito che vuole rilanciare il nucleare in Italia) è oltremodo pericolosa perché da una parte rischia di bloccare per molto tempo l’iter fin qui faticosamente intrapreso e, dall’altra, potrebbe consegnarci un Deposito pericoloso, proprio perché ubicato in una zona assolutamente non idonea. L’individuazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi a bassa e media intensità, che ospiterà temporaneamente (quanto?) anche i rifiuti ad alta intensità derivanti dal riprocessamento in Francia e Gran Bretagna degli elementi di combustibile esausto, è cosa troppo seria per lasciarla ai desideri interessati di amministratori locali e nazionali che, in barba ai criteri tecnico-scientifici e di sicurezza, cercano di trarre profitto politico da questa situazione".

Legambiente e Comitato concludono: "E’ vero che Trino ha il problema dei “propri” rifiuti da ricoverare presso il Deposito Nazionale, ma se la nostra città, grazie a questo pasticcio politico e all’eventuale autocandidatura dell’Amministrazione comunale, verrà impropriamente individuata come sede del Deposito, si sobbarcherà i rifiuti radioattivi di tutta Italia (a livelli esponenziali rispetto a quelli attuali); e se il rilancio della produzione da energia nucleare auspicato dal Governo Meloni passasse, il Deposito, pensato per chiudere la vecchia stagione nucleare italiana, servirà soprattutto per accogliere le scorie generate da quella futura. E’ questo quello che vogliamo per Trino, per i nostri figli e per i nostri nipoti? Noi no. Ai cittadini diciamo di riflettere se è tutto oro quello che luccica".

Sul tema Deposito interviene il circolo casalese del Pd: "Il sindaco di Trino avrebbe quindi auto-candidato la città, il territorio e i cittadini a ricevere il deposito nazionale delle scorie nucleari. Sì, il sindaco, perché non si parla dell’autocandidatura di una città e di un territorio ma di una volontà la cui consistenza rispetto alla cittadinanza e agli amministratori di un territorio intero andrebbe assolutamente verificata".

Ma a questi interventi cosa risponde Pane?

"La legge non è ancora stata modificata a quanto mi risulta e di conseguenza non si sa ancora come e cosa si farà o potrà fare. Se non sanano prima tutto il pregresso, non esiste nessuna auto candidatura. Alla fine, ahimè, come dico dal 2015, con questo iter saremmo arrivati a quando i rifiuti radioattivi, oggi all’estero, sarebbero rientrati in Italia, e ovviamente ritornati nei vari siti dai quali erano partiti, in una situazione di incompleta insicurezza. Le questioni sono sempre un po’ le stesse, aggiungendo che forse il circolo del Pd di Casale non sa o non si ricorda o non conosce il territorio, ma in questo momento il territorio ha un deposito di rifiuti radioattivi, sempre a Trino, in una situazione di non sicurezza, che invece dovrebbe avere. Deposito attuale per il quale sono in corso ulteriori lavori, non solo di smantellamento ma anche di ampliamento delle strutture che stanno contenendo i rifiuti. E un domani spero non debba avere pure i rifiuti che torneranno dall’estero. La cosa che nascondono tutti ed il vero problema è che il rischio sia quello che tutto resti com’è e che i depositi temporanei di tutta Italia si trasformino in siti pluri localizzati definitivi. Si tratta di decidere se vogliamo affrontare un viaggio di 300 anni su una Panda del 1960 o realizzare una struttura moderna sicura, fatta con i requisiti e i criteri tecnico scientifici che non decidiamo né io né il circolo del Pd di Casale Monferrato".

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