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Domenica 16 luglio

Trino: due nuovi ingressi nell’Arciconfraternita dell’Orazione e Morte

Appuntamento alle 21 nella chiesa di Ognissanti

Arciconfraternita orazione  e morte

Si terrà domenica sera, 16 luglio, alle 21 nella chiesa di Ognissanti, in via Giovanni Lanza, l’investitura di due nuovi confratelli dell’Arciconfraternita dell’Orazione e Morte.

L’investitura di nuovi confratelli torna dopo quattro anni e si svolge in occasione della festa di San Camillo de' Lellis, patrono e protettore dell'Arciconfraternita che lo scorso anno ha rinnovato il direttivo che vede ora come priore Roberto Gualino, il vice è Alberto Fornara, segretario Giuseppe Zorgno, tesoriere Pier Luca Monge, lettore Aureliano Gusman, archivisti Gianluca Audisio e Alessandro Fabrizio, custode dei beni Giancarlo Sali, custode della chiesa Piero Gennaro e camerlengo Massimo Minchilli.

L’Arciconfraternita dell’Orazione e Morte e la sua chiesa sono ricche di storia. Come riporta il sito Città e cattedrali, a Trino, fin dal XIV secolo, esisteva la Compagnia di Santa Maria degli Angeli e di San Francesco. Nel 1583 la Compagnia si aggregò all’Arciconfraternita della Orazione e Morte romana, assumendone il nome e la definizione così come disposto da Papa Pio IV. Fu deciso di edificare un oratorio nella contrada del Castello Vecchio (attualmente via Giovanni Lanza) e nel 1585 vennero avviati i lavori per la costruzione della chiesa della Confraternita, sul sito donato da un benefattore. In seguito, altri benefattori contribuirono alla fabbrica della chiesa che, secondo quanto scritto nella visita pastorale del 1627, si protrasse a lungo e che era ancora in fase di completamento al tempo della visita.

La chiesa di Ognissanti ha una facciata ottocentesca, con un portale d’ingresso ligneo risalente del XVIII secolo. L’interno della chiesa è ad aula unica e presenta un ampio presbiterio, preceduto da una balaustra marmorea del XVIII secolo e seguito dal coro. Ci sono due altari lateri, di San Camillo de Lellis a destra e di San Carlo Borromeo e della Beata Vergine a sinistra. L’altare destro di San Camillo de Lellis, patrono e protettore dell’Arciconfraternita, è in marmo policromo e l’ancona, dipinta dal pittore Francesco Antonio Mayerle nel 1755, raffigura San Giuseppe, San Vincenzo De Paoli e San Camillo nell’atto di consolare spiritualmente e fisicamente un agonizzante. L’altare sinistro di San Carlo Borromeo della Beata Vergine venne realizzato dal trinese Carlo Montagnino e presenta una pala raffigurante la Madonna, Sant’Evasio e Sant’Antonio da Padova. Prima del presbiterio sono posizionate, rispettivamente una a destra ed una a sinistra, due nicchie laterali contenenti le statue di San Paolo e di San Pietro. Al centro del presbiterio spicca il marmoreo altare maggiore del XVIII con l’ancona del 1607 attribuita a Federico Barocci, raffigurante la Gloria del Paradiso con i Santi, San Gerolamo, San Defendente ed un donatore. La pala d’altare venne donata alla Confraternita da Gerolamo Levratto, trinese residente a Roma. Sulla parete destra del presbiterio vi è collocato un dipinto raffigurante il Padre Eterno, mentre sulla parete sinistra vi sono tre tele: la Sacra Famiglia e San Giovannino; il Cristo portacroce; la Santa Caterina d’Alessandria. Sono dipinti probabilmente realizzati da artisti dell’area lombardo-piemontese del secolo XVII. Dietro all’altare maggiore si sviluppa il coro ligneo di notevoli dimensioni. Gli stalli del coro provengono dal Monastero della Santissima Trinità, poiché furono acquistati dalla Confraternita in seguito alla soppressione napoleonica dei conventi nel 1802 ed alla messa all’asta dei loro beni.

Inoltre, si segnalano: la pregevole cantoria lignea, sopra alla quale sono posizionate tre tele, del XVIII secolo di Tommaso Saletta (Cristo deriso, Cristo e la Veronica e la Deposizione); la tela di Giovanni Crosio, collocata sulla parete sinistra dell’aula, che raffigura Cristo Crocifisso con San Giovanni Battista e San Francesco; il dipinto del XVII secolo, collocato sulla parete destra dell’aula, raffigurante San Michele che uccide il Male mentre San Rocco indica l’esecuzione alla Vergine Maria ed il crocifisso ligneo intagliato e dipinto del XVII secolo, collocato anch’esso sulla parete destra.
Il campanile, a pianta quadrata, è caratterizzato da fasce angolari, cornici marcapiano, monofore e dalla presenza dell’orologio con numeri romani. La cella campanaria presenta due fornici per lato e le campane risalgono una al 1796 e l’atra al 1950. L’Arciconfraternita possiede un Archivio Storico, riconosciuto di interesse culturale dal Decreto del 22 dicembre 2010 del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, costituito da 2 pergamene e 41 unità di conservazione contenenti documenti cartacei e membranacei di varia natura, risalenti ad un periodo compreso tra il 1526 e la seconda metà del XX secolo.

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