San Vittore
di Robertino Giardina
15 Maggio 2023 12:43
La “Corsa dei buoi” è una festa per la comunità asiglianese che affonda le sue radici non solo nella tradizione, veicolo dei riti perpetuati nei secoli, ma nei valori di una comunità che a distanza di 587 anni, ancora oggi, vuole rendere grazie a San Vittore per la liberazione dalla peste. Una situazione che noi oggi ben conosciamo, anche per aver vissuto la drammaticità del tempo nelle emozioni, nei sentimenti, provati durante la pandemia appena finita.
L’ordine di arrivo è stato segnato dalla vittoria del team Manna; il secondo posto è stato conquistato dal team Pastore, mentre al terzo posto si è qualificato il team Giordano-Rovatti della Cascina Varalla.
Il sindaco Carolina Ferraris ed il parroco Don Gianfranco Brusa, nella mattinata del 13 maggio hanno presenziato alla corsa esprimendo, in sintesi, il significato di questo momento di aggregazione popolare spiegando la storia, i valori e la ritualità secolare, ma sempre attuale della ‘corsa dei buoi’: “Sciogliere il voto di San Vittore è la cosa più importante: vinti e vincitori di questa corsa non contano, quello che ‘vince’ sempre è San Vittore e gli asiglianesi”. Così il sindaco a evidenziare il senso di un rito che si conclude con la “vera vittoria” che è la liberazione dalla peste e l’augurio implicito che le nostre comunità, in ogni tempo e luogo non debbano affrontare situazioni simili.
“Questa è la 587^ volta che si effettua la corsa dei buoi”. Con questo rito del tempo passato, ricordato in questa giornata, si celebra “lo scioglimento “di un antico voto fatto dalla comunità di Asigliano a San Vittore per essere liberati dalla peste. Una festività che si è sempre protratta in tutti questi anni, con a complemento la corsa dei buoi che erano gli animali utilizzati per il lavoro dei campi. E’ una festa piacevole, ma ribadisco la sacralità della giornata con il contorno di gesti folkloristici. L’essenza di tutto questo è la devozione, la cristianità: riti sacri che richiamano gli impegni dei nostri antenati”. Con queste parole Don Gianfranco Brusa ci ha offerto la sintesi di una storia centenaria basata sulla gratitudine e sui valori religiosi che caratterizzano la comunità asiglianese.
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