Il bilancio dell'attività
di Fabio Pellizzari
7 Aprile 2023 14:09
Christian Salerno (Osservatorio Socio Ambientale Trinese)
Otto anni di attività a Trino per l’Osservatorio Socio Ambientale Trinese col dottor Christian Salerno che fa il sunto del lavoro sin qui svolto.
Quanto tempo viene dedicato all’Osat?
"La presenza fisica è di una mezza giornata in municipio a Trino ma le diverse attività in corso richiedono un impegno quasi quotidiano che è riservato soprattutto alle analisi statistiche, scrivere i report/articoli scientifici, informatizzazione dei questionari che i cittadini consegnano.
Quale è stato il primo studio dell’Osat?
"Nel 2014 la prima indagine fu quella di verificare lo stato di deprivazione socio-economica dell’area trinese ed emerse, adoperando i dati censuari Istat 2011, una zona con una situazione di ricchezza medio-bassa che dal punto di vista sanitario costituisce un fattore di rischio per l’insorgenza di diverse patologie associate a stili di vita errati, come consumo di fumo, abuso di alcol e alimentazione scadente, un basso livello d’istruzione e scarse capacità di prevenzione. A questo venne affiancato un rilevante lavoro di ricerca e individuazione dei diversi pressanti ambientali che erano soprattutto costituiti dalla presenza di ex siti industriali che potevano avere certamente ricadute sanitarie negative sia per gli occupati e sia per i residenti limitrofi agli impianti stessi.
Quali sono state le prime procedure d’indagine attivate?
"Come epidemiologi abbiamo dovuto immediatamente rispondere alle segnalazioni dei vari cittadini che lamentavano incrementi di particolari tumori e soprattutto “cluster” in definite zone della città. Su quest’ultimo caso mi sento di ricordare l’indagine condotta sui condomini di via Montegrappa angolo con corso Casale che risultano collocati frontalmente ad un traliccio radio tv e di telefonia mobile: lo studio evidenziò che l’eccessivo numero di tumori concentrati negli edifici oggetto d’indagine era dovuta in gran parte a esposizioni occupazionali o voluttuarie e soprattutto si trattava di neoplasie che ad oggi non sono associate a esposizione di radiofrequenze di nessun tipo. Inoltre tale cluster ricadeva a sua volta all’interno dell’area di ricaduta atmosferica dell’ex Prolafer che è stata oggetto, e lo sarà anche in futuro, di numerose valutazioni epidemiologiche sia descrittive che più approfondite".
Cosa afferma sulle altre patologie in eccesso?
"A Trino era risaputo uno storico eccesso di neoplasie del sistema nervoso, in particolare a carico del cervello, che è stato oggetto dell’unico studio caso-controllo che abbiano fino ad oggi svolto nell’area. L’indagine ha potuto spiegare per circa la metà dei decessi alcuni fattori di rischio quali l’aver lavorato o vissuto nelle vicinanze della fonderia, per gli operai il dato è stato confermato anche da uno studio di coorte ad hoc, e dei cementifici. Inoltre anche l’aver svolto attività agricola con esposizione a pesticidi costituisce un fattore di rischio, specialmente nel genere maschile. E’ doveroso ricordare che per tale tumore gran parte delle cause sono ignote e che i numeri osservati su cui si basano i nostri studi sono ancora limitati ed è pertanto importante continuare il monitoraggio e l’aggiornamento. Attualmente il trend storico per tali tumori sembra in leggera riduzione dovuto al fatto che tra le donne sono alcuni anni che non registriamo nuovi casi, almeno tra i decessi".
Le indagini dell’Osat ora su cosa si stanno sviluppando?
"Essenzialmente su tre linee di ricerca e monitoraggio. La raccolta e somministrazione dei questionari ai parenti dei deceduti per tumori e popolazione sana che non abbia ancora risposto alle precedenti campagne di raccolta. L’aggiornamento continuo dell’archivio di mortalità che parte dagli anni ’70. La conduzione di studi epidemiologici sia descrittivi e sia d’indagine sulle cause come studi di coorte e caso-controllo. Tra le varie criticità emerse si sta concludendo una ricerca volta ad approfondire e comprendere il forte eccesso epidemiologico osservato per i tumori del colon-retto dal 2015 in avanti sia tra uomini che donne, che consideri non solo i rischi conclamanti quali consumo di tabacco e ad errata all’alimentazione, ma anche quello di più recente scoperta che vede l’esposizione alle fibre di amianto come nuovo e possibile fattore di rischio anche per questa forma tumorale".
Il Referto epidemiologico comunale: cosa può dire in merito?
"Il Rec è stato introdotto in Italia dal collega dottor Valerio Gennaro ed è uno strumento importantissimo in quanto permette con pochi semplici dati aggregati e anonimi di fornire una fotografia di una comunità per il dato complessivo di mortalità, eventualmente poi approfondendo per singole cause, e sotto aree che possono essere quartieri, circoscrizioni o, come per Trino, sezioni censuarie. A differenza degli studi classici, il Rec permette di evidenziare le sottoaree che hanno rischi maggiori rispetto al dato medio comunale, valore uguale a 1, o evidenziare dove si vive meglio, con valori inferiori a 1. È paragonabile ad un referto clinico di quando ci sottoponiamo ad un esame del sangue".
Gli stili di vita dei trinesi in correlazione ai fattori di rischio individuali: cosa può dirci?
"Le prime raccolte di questionari hanno destinato poche domande sui rischi individuali ma è comunque emersa una popolazione con una percentuale di fumatori decisamente più alta rispetto al dato nazionale, mentre l’integrazione successiva sta valutando anche l’aspetto alimentare oltre che un approfondimento sulle patologie tiroidee richiesto dalla popolazione all’ultimo incontro pubblico con Osat e Lilt. Su tale aspetto sarà importante potenziare le attività specialmente per le neoplasie a bassa letalità e le patologie cronico-degenerative quali, ad esempio, il diabete e quelle neurodegenerative che in Italia, a causa dell’età media sempre più avanzata, sta assumendo i contorni di una vera e propria epidemia".
Alla luce dei risultati epidemiologici ad oggi riscontrati, quali indicazioni preventive e di monitoraggio consiglia alla popolazione trinese?
"In generale la popolazione dovrebbe partecipare numerosa sia alle visite preventive che Lilt organizza a Trino ma anche agli screening regionali attivi ormai da diversi anni che riguardano i tumori del seno, utero, melanoma, prostata e sangue occulto fecale per le neoplasie del colon-retto. A questi inoltre, per il contesto trinese, aggiungerei anche visite otorinolaringoiatriche per rilevare eventuali neoplasie della laringe e faringe. Per il resto come linee guida epidemiologiche generali si consiglia a chi ha svolto lavori in contesti fortemente inquinanti, come ad esempio in fonderia e cementifici, di sottoporsi a controlli periodici che più specificatamente sarà il medico a consigliare caso per caso. Come principio di precauzione inoltre posso sconsigliare il consumo di ortaggi che si trovano nei pressi di ex siti industriali che ancora oggi possono costituire un rischio sanitario derivante dalla possibile dispersione d'inquinanti nelle diverse matrici. Infine, dai dati in nostro possesso, a Trino sussiste una percentuale molto alta di fumatori, pertanto sarebbe auspicabile una riduzione del consumo di tabacco, mentre non abbiamo, per ora, indicazioni su eventuale abuso di alcool ed errati stili di vita come l'alimentazione. Faccio presente che esistono diversi programmi sanitari di screening, ad esempio per il tumore del polmone e del pancreas, dove individui con determinate caratteristiche di rischio possono partecipare. Personalmente resto a disposizione dei cittadini che vogliono eventualmente informazioni in merito".
Salerno conclude: "Vorrei ribadire il mio ringraziamento al sindaco Daniele Pane, all’assessore Elisabetta Borgia, al personale del Comune di Trino e dei vari enti preposti che in questi anni hanno permesso la consultazione dei vari documenti necessari per le diverse indagini e non hanno fatto venire mai a meno la collaborazione e il supporto per l’attivazione delle diverse attività che rendono l’Osat un efficiente esempio di monitoraggio ambientale e sanitario".
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