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Trino: "Sulla modifica dei confini del Parco il Comune è incoerente"

L'associazione commenta la decisione del Consiglio

Trino municipio

Il palazzo comunale di Trino

" 'Chi si scusa, si accusa', così si potrebbe commentare l’intervista rilasciata dal sindaco Pane a La Sesia e nella quale ha tentato di giustificare la delibera di giunta 126 del 27 ottobre 2022 che, di fatto, ha cancellato quella di Consiglio, la 58 del 12 novembre 2018, intitolata 'Proposta di istituzione di area contigua nel territorio comunale' ". Così scrive Fausto Cognasso per il gruppo di Trino di Legambiente tornando sull’argomento della modifica dei confini delle aree contigue.

"Nel 2018 Pane e la sua squadra decisero di allargare i confini del Parco del Po e le aree contigue. Interessante fu la premessa del relatore, Roberto Rosso: 'La Regione Piemonte ha riconosciuto l’importanza dell’ambiente naturale in quanto valore universale, attuale e per le generazioni future'. Il Consiglio comunale votò in modo unanime favorevole deliberando 'Di accogliere ed approvare integralmente la proposta di deliberazione così come formulata dal vice sindaco Roberto Rosso'. Evidentemente coerenza e politica sono due concetti poco inclini ad andare d’accordo, tant’è che, dopo quattro anni, Pane ha deciso di tornare sui propri passi e il 27 ottobre, con una delibera di Giunta, ha rimesso in gioco tutto quanto - prosegue Cognasso - Su pressione della potente lobby venatoria, che vuole più aree su cui cacciare liberamente, senza alcun vincolo, i cinghiali, a nostro modesto avviso, c’entrano come i cavoli a merenda, Pane, la vice-sindaco Borgia, gli assessori Mocca e Gualino, hanno deciso di uniformarsi ad altri Comuni, Saluggia, Fontanetto Po, Crescentino e Tricerro, allineandosi alle richieste dei cacciatori: meno aree a parco, via le aree contigue, nelle quali è possibile cacciare sì, ma solo per i residenti (troppo pochi), in altre parole più libertà di sparare, sparare, sparare. Il tutto con la scusa del contenimento dei cinghiali che, lo abbiamo già scritto, portiamo ad esempio il Bosco della Partecipanza, da quando l’unico modo per contenerli è fare fuoco non sono diminuiti di numero, anzi, ma si sa, il “giochino” per continuare ad esistere, ha bisogno che gli ungulati crescano e si moltiplichino, altrimenti non si gioca più. Ma poi, siamo sicuri che le doppiette di tutti i cacciatori, se passasse la richiesta insita nelle delibere dei cinque comuni, sarebbero rivolte tutte alla difficile caccia ai cinghiali? Oppure sparerebbero al vero “tesoro” delle aree oggi a parco vicino al fiume, le anatre ed altri volatili? Secondo noi vale la seconda, ma tant’è, una sorta di giustificazione bisognava pur trovarla".

"Complimenti al Comune di Trino per l’incoerenza politica che, in poco meno di quattro anni, l’ha portato a rinnegare quello che, a suo tempo, aveva deliberato e noi plaudito, 'l’importanza dell’ambiente naturale in quanto valore universale, attuale e per le generazioni future' - afferma il rappresentante di Legambiente - Il sindaco Pane proprio a noi di Legambiente che, alla fine dell’ultima Commissione Consultiva sul Nucleare del 6 ottobre, approfittammo per chiedergli saldezza e continuità con la prima delibera di Consiglio, confidò che ad un gruppo di cacciatori che gli chiedeva l’esatto contrario, rispose che non essendo la caccia materia comunale, si rivolgessero ad altri, alla Provincia ed alla Regione, lui la delibera non riteneva opportuno portarla in giunta. Dopo ventuno giorni esatti, il 27 ottobre, dietrofront. Evidentemente gli argomenti della lobby hanno avuto maggior peso rispetto al valore dell’ambiente. La delibera di Consiglio del 2018 e quella di giunta del 2022 testimoniano quando diciamo. Per quanto ci riguarda non possiamo che stigmatizzare lo schizofrenico comportamento amministrativo della giunta trinese, che nel giro di soli quattro anni ha generato un voltafaccia così clamoroso. Ora il tutto è nelle mani della Regione, il cui orientamento in tema parchi e di caccia è assai preoccupante, la quale potrebbe decidere di prendere in considerazione le delibere di questi cinque comuni e cambiare, con un’apposita legge, i confini del Parco, riducendoli a quelli antecedenti il 2020. Le associazioni ambientaliste, come già affermato, faranno di tutto, per combattere tale provvedimento, ma tanto di più possono fare i cittadini, valutando bene le azioni sull’ambiente di politici come quelli che hanno scelto di schierarsi, evidentemente per interessi elettorali (voti), dalla parte più retrograda ed anacronistica di chi dice di vivere la natura".

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