Trino
di Fabio Pellizzari
1 Ottobre 2022 14:33
Il Bosco della Partecipanza di Trino
"I Comuni di Saluggia e Fontanetto Po con le rispettive delibere hanno richiesto la modifica dei confini dell’area parco e dell’area contigua del Parco Naturale del Bosco della Partecipanza e delle Grange Vercellesi e del Parco del Po Piemontese. Ci auguriamo che i Comuni di Cigliano, Crescentino, Livorno Ferraris, Palazzolo Vercellese, Tricerro e Trino, non facciano altrettanto". Fausto Cognasso per il gruppo di Trino di Legambiente del Vercellese e della Valsesia porta alla luce questa iniziativa, entrando nel dettaglio.
"I due Comuni chiedono espressamente, in riferimento al territorio della Provincia di Vercelli, l’eliminazione delle aree contigue che attorniano il Parco del Po e il Parco del Bosco della Partecipanza e delle Grange Vercellesi, e l’eliminazione delle aree parco recentemente istituite. Quindi la cancellazione del Parco del Bosco della Partecipanza e delle Grange Vercellesi nella sua attuale veste e il ridimensionamento delle aree protette lungo il Po. Chiedono di cancellare le aree contigue e di tornare ai limiti delle aree parco vigenti fino al 31 dicembre 2020".
Cos’è un’area contigua? "E’ una porzione di territorio esterna all’area protetta, e che crea una sorta di area «cuscinetto» con il resto del territorio. Nell’area contigua si può cacciare se residenti nei comuni che ricadono nella stessa. Quindi perché questa mossa per cancellare le aree adesso, quando in fase di discussione della proposta di modificare i confini, nel 2018, nessuno si è espresso se non favorevolmente? Il testo di Saluggia e Fontanetto Po è identico, impossibile che non ci sia una regia comune. Per cacciare di più. Ma per i cacciatori residenti in questi comuni l’eliminazione dell’area contigua sarebbe un autogol clamoroso, consentendo l’accesso ai concorrenti cacciatori non residenti".
Cognasso continua: "Non resta che sperare che Cigliano, Crescentino, Livorno Ferraris, Palazzolo Vercellese, Tricerro e Trino non si uniscano a questa bizzarra iniziativa. Saluggia non è stata interessata dalle modifiche dei confini del Parco e dell’area contigua del 2020 e 2021, ma ha deliberato, per primo, cosa che evidenzia come quella della giunta di Saluggia, e del sindaco Farinelli, che è anche consigliere dell’Ente-Parco che contrasta, sia una presa di posizione relativa a fatti esterni al proprio comune e legata ad interessi che certamente non appartengono ai suoi concittadini. Nel documento si fa riferimento a riunioni da parte dei Comuni maggiormente interessati con i soggetti (Provincia di Vercelli e A.T.C. VC 2) e le associazioni di categoria, da dicembre 2020 a febbraio 2022, quando si dice un’azione ben ponderata; e poi che l’Amministrazione Provinciale di Vercelli non avrà più la possibilità di effettuare le azioni di controllo alle specie «problematiche, e l’Ambito di Caccia Pianura Vercellese Sud, A.T.C. VC 2, a cui sono state sottratte le poche aree boscate presenti nel basso vercellese, compromettendo in modo significativo la gestione finanziaria dell’ambito derivate dalle quote annuali dei soci. In sostanza è questione di controllo e di soldi, controllo di cui la Provincia si sente, evidentemente, defraudata e soldi che non arrivano all’A.T.C. VC 2. In tutto ciò, l’ambiente e la possibilità di fruirne da parte della stragrande maggioranza della popolazione, quella che non caccia, dove sono? Possibile che ancora si ragioni in termini tanto arcaici e obsoleti? Via il parco per cacciare, nel 2022?".
E prosegue: "L’aviaria, il controllo delle specie «problematiche» e quant’altro di giustificatorio a tale operazione, sono, a nostro modo di vedere, grossolane scuse facilmente smontabili con argomentazioni scientifiche. La caccia come risposta ai danni dei cinghiali? Se fosse bastata la caccia per risolvere il problema cinghiali ce ne saremmo già accorti, evidentemente non è così. Il problema è il territorio venabile, se ne vuole di più, se ne vuole lungo il fiume, dove anatre e molti altri animali sono più numerosi che altrove. A Trino non abbiamo ancora avuto riscontro di nessun atto della giunta cittadina, ma, prima o poi, ci dovremo aspettare di trovare una delibera analoga a quelle di Saluggia e Fontanetto Po? Se così fosse quell’angolo di paradiso ambientale di cui molti blaterano, Madonna delle Vigne, il Bosco della Partecipanza, nel quale i cacciatori con l’avallo giuridico del contenimento dei cinghiali che non si attua mai definitivamente, se no finirebbe il “giochino”, sparano, di fatto, tutto l’anno, ce lo potremo scordare. Altro che “Camminate Ecologiche nel Bosco”, altro che investire in ambiente, altro che “Ven.To”, spari e nient’altro che spari. Questo è quello che la brutta politica pensa dell’ambiente. Con tali delibere rischiamo seriamente di tornare indietro di 40 anni, ad una storia già vissuta localmente, quando la Partecipanza era di fatto un’azienda faunistico-venatoria ad uso esclusivo dei cacciatori, è tale modello che si vuole replicare per tutto il basso vercellese? È evidente che le associazioni ambientaliste si opporranno con tutti i mezzi possibili, ma è altrettanto evidente che è essenziale che si facciano sentire anche altre voci, quelle dei cittadini che credono in un altro approccio alla natura. L’ambiente, non può essere riservato ad una piccola lobby, seppure potente, come quella venatoria".
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