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Comprensivo Cigliano - riflessione del referente Covid

"Non identifichiamo nella scuola la fonte principale dei contagi"

'Sì alla Dad contro il nulla, non serva però per chiudere con disinvoltura'

Aula vuota

Cigliano: con una lettera al Sisp, il SServizio di igiene e sanità pubblica dell'Asl, il referente Covid dell’Istituto comprensivo Gabriele Vidano, invita ad una riflessione.

"Nei primi 12 giorni in cui la scuola è stata chiusa si sono 'quarantenate' da noi 5 classi, quasi quante da settembre a febbraio in presenza. Fino a poco tempo fa, quando un bambino risultava positivo, per risalire ai contatti e provvedere alle quarantene, si retrocedeva di 48 ore, poi si è passati a 72 ore e adesso si arriva a 14 giorni è un’ esagerazione - spiega Vidano - una quarantena dura 14 giorni dall'ultimo contatto avuto con persona positiva, con delle eccezioni che non è qui il caso di precisare. Per ultima è stata messa in quarantena una classe per un solo giorno: il bambino positivo era andato a scuola l'ultima volta il 5 marzo, 12 giorni dopo è risultato positivo allora è arrivato ordine dall'Asl di quarantenare per un solo giorno. Sono protocolli ministeriali (non è un’accusa al Sisp di Vercelli), c’è l’ulteriore incognita delle varianti, tuttavia mi ritrovo a constatare che la tendenza abbia il significato - anche - di volere a tutti i costi identificare nella scuola la fonte principale dei contagi, e questo mi dispiace".

Sono quattro i  paesi di cui Vidano è referente: Alice Castello, Borgo d’Ale, Cigliano, Moncrivello per 10 scuole tra Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado; raccoglie le dichiarazioni di genitori che hanno figli positivi, trasmette informazioni ed elenchi per eventuali quarantene al Sisp. "Ma non decido nulla - sottolinea - sono i medici del Sisp a scegliere se e chi quarantenare, se eventualmente predisporre tamponi. E mi consulto spesso con il Sisp e con i medici locali, anche con pediatri della zona. Collaboro con persone meravigliose, al Servizio di igiene sezione scuola mi rivolgo sempre a due medici molto competenti e disponibili, per loro massima stima e riconoscenza".

D'obbligo una domanda: La scuola è sicura?

"Se tralasciamo i bambini dell'Infanzia, gli alunni in classe mantengono la mascherina e il distanziamento, si igienizza le mani secondo le regole, non svolgono più i lavori di gruppo a contatto, fanno sacrifici da soldatini responsabili e obbedienti: scuole come la nostra sono luoghi più sicuri di tanti altri, grazie anche alla dedizione della dirigente, degli insegnanti e dei sindaci che predispongono e mantengono luoghi idonei per i ragazzi. In più, l'utenza di molte scuole come la nostra è rappresentata da alunni che non utilizzano mezzi pubblici di trasporto e se accade si tratta di viaggi di pochi minuti. Certamente il rischio zero non esiste, se a questo vogliamo tendere allora non apriamo più nulla La scuola è posto più sicuro di molti altri, e ultimamente mi sembra che abbia ricevuto un colpo basso perché c’era l'esigenza di un capro espiatorio - dice Vidano - i ragazzi si incontrano più di prima al di fuori della scuola, e lì le precauzioni sono spesso disattese, quella è una più probabile fonte di contagio, assieme ai contagi all'interno della famiglia, ma per come si sono quarantenate le classi a scuola chiusa tanti ragazzini risulteranno invece fra quei 'casi scolastici'".

Il referente esprime approvazione per la Dad, a patto che non sia una scusa per chiudere le scuole con disinvoltura: "E’ scuola a tutti gli effetti, senza la Dad ci troveremo di fronte al nulla assoluto, ma non è paragonabile alla scuola in presenza. I concetti di ogni materia si possono trasmettere in Dad, ma la scuola è anche relazioni, crescita al fianco dei compagni di banco, è stare insieme fisicamente, colloquiare, salutarsi all'uscita, in Dad viene penalizzato tutto l'aspetto socio-psico-pedagogico. Ormai sono certi i danni ai bambini e ai ragazzi, fra un po’ di tempo ce ne renderemo bene conto. Non  bisogna inoltre sottovalutare il disagio delle famiglie che non possono seguire i figli in Dad, il problema si amplifica alla primaria dove i bambini sono meno autonomi. In questo senso la scuola dell'obbligo non assolve agli intendimenti per i quali è nata: dare a tutti uguali opportunità; è dal lontano 1859 con la legge Casati che si persegue l'obiettivo della scuola per tutti - conclude Vidano conclude - speriamo che il coronavirus non cancelli questi propositi di una sana società". 

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