Percorsi di crescita
di Rosa Palma
26 Novembre 2021 17:43
Nella settimana in cui si celebra la ricorrenza della Giornata dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza vale la pena ricordare che, purtroppo, sono tantissimi nel mondo i bambini che non godono di alcun diritto, che sono costretti a lavorare in età molto precoce e che non vanno scuola e non vivono la spensieratezza dell'infanzia e dell'adolescenza.
Ripercorriamo in breve la storia che ha portato a una presa di coscienza e di consapevolezza dei diritti negati all'infanzia. Il 20 novembre 1989, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvava la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, la quale sanciva per la prima volta che tutti i bambini hanno diritti: alla sopravvivenza, allo sviluppo, alla protezione e alla partecipazione. Sono 54 gli articoli che compongono la Convenzione; tale accordo formula principi validi in tutto il mondo nell’approccio all’infanzia, indipendentemente dall’estrazione sociale, culturale, etnica o religiosa, a partire da questa data i bambini vengono considerati individui a pieno titolo, con opinioni proprie che hanno il diritto di esprimere. A più di trent’anni di distanza dall’approvazione della Convenzione sono stati fatti molti progressi.
Grazie ai miglioramenti nel campo della presa a carico medica e delle vaccinazioni sono sempre meno i bambini che muoiono per cause evitabili, il numero di bambini che vanno a scuola è di certo aumentato ma le notizie sul fronte della protezione dell’infanzia non sono rallegrati allo stesso modo: lavoro minorile, matrimoni precoci e mutilazioni genitali femminili sono fenomeni tuttora diffusi e di attualità. Ne consegue quindi che ogni ricorrenza di questa giornata debba essere un opportunità per accelerare la concretizzazione dei diritti dell’infanzia per ogni bambino. Per milioni di bambini e di adolescenti c’è ancora molto da fare. Gli articoli della Convenzione possono essere raggruppati in quattro categorie in base ai principi guida che informano tutta la Convenzione: il principio di non discriminazione, il superiore interesse del bambino, il diritto alla vita, l’ascolto delle opinioni del bambino. Sebbene la normativa di protezione per l'infanzia esista il lavoro da compiere affinché si realizzi correttamente la superiorità del bambino è ancora lungo e in itinere. E non solo nei già citati Paesi in cui ai minori viene sostanzialmente negata l’infanzia, ma anche nell’industrializzato, emancipata e avanzato occidente esistono casi di assoluto degrado sociale, culturale, economico e affettivo che creano traumi e vuoti nei piccoli che difficilmente potranno essere colmati da adulti.
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