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"Cloud seeding": come produrre pioggia artificialmente

La tecnica di inseminazione delle nuvole che ha origini lontane

"Cloud seeding": come produrre pioggia artificialmente

La pioggia artificiale, portata dall'inseminazione delle nuvole“cloud seeding”, popolare in questo momento per l'evento meteo di Dubai, è una tecnica che ha origini lontane e che attualmente viene utilizzata dagli Stati Uniti e dalla Cina, così come dagli Emirati Arabi stessi. Gli scopi principali sono favorire l'agricoltura e diminuire l'inquinamento.

Le gocce di pioggia, per formarsi hanno bisogno di piccole particelle attorno alle quali può condensare il vapore acqueo presente nelle nubi, formando i nuclei di condensazione, che non sono altro che elementi di origine naturale, come la polvere ma anche alcuni inquinanti.

Il cloud seeding prevede di introdurre artificialmente in atmosfera queste particelle, così da riuscire a far condensare il vapore delle nubi, favorendo la pioggia. Questo può essere fatto principalmente in due modi: tramite cannoni che le "sparano" verso il cielo e tramite aerei che le spargono sulla parte superiore delle nubi. La sostanza utilizzata è lo Ioduro d'argento, perché è in grado di legarsi alle molecole d'acqua presenti all'interno della nube, favorendone la condensazione e, quindi, la creazione di pioggia. Come alternativa può essere utilizzato il ghiaccio secco.

Dalle cronache: nel 1946 il chimico americano Vincent Joseph Schaefer, mentre stava scalando il Monte Washington insieme al premio nobel Irving Langmuir, innescò una discussione scientifica sul possibile intervento umano nella formazione delle nubi. Si dedicò così al fenomeno, scoprendo che il ghiaccio secco poteva favorire la formazione di pioggia all'interno di una nube. In quello stesso periodo, anche il climatologo Bernard Vonnegut mise a punto un metodo di inseminazione, sfruttando però lo ioduro di argento.

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