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Nucleare

Sogin: le attività in corso nelle centrali e impianti in Italia

Le novità a Rotondella, Garigliano e Caorso

Scorie radioattive

Mentre si dibatte molto a Trino sul deposito nazionale, nei giorni prima di Natale Sogin ha illustrato le diverse attività in corso.

Nella centrale del Garigliano, in Comune di Sessa Aurunca, provincia di Caserta, è stata aperta la parte superiore del vessel, denominata “testa”, il contenitore d’acciaio nel quale durante l’esercizio dell’impianto avveniva la reazione nucleare. Con questa operazione, per la prima volta in Italia Sogin e la controllata Nucleco iniziano l’“attacco al vessel”, l’attività di smantellamento più complessa dal punto di vista ingegneristico e operativo nella dismissione di una centrale nucleare.

Da Sogin affermano: "Si tratta di un risultato significativo che è motivo di orgoglio per tutte le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo e delle ditte appaltatrici che consente di entrare nella fase conclusiva del decommissioning nucleare del sito campano. In particolare, l’apertura del vessel consentirà la fuoriuscita dell’acqua che riempirà il canale reattore, fino a sommergere completamente lo stesso vessel posizionato al suo interno. Ciò permetterà di svolgere le successive operazioni di smantellamento sotto battente d’acqua, che è un elemento naturale che scherma le radiazioni e consente ai tecnici di procedere in sicurezza. Prima di “attaccare il vessel”, è stato necessario svolgere una serie di attività propedeutiche, fra cui il ripristino di tutti i sistemi ausiliari dell’edificio reattore (impianto elettrico, di ventilazione, di automazione e controllo) e del circuito di allagamento del canale reattore. L’intervento, per la sua rilevanza e complessità è stato svolto sotto la supervisione dell’Isin, Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione. La prima fase del programma di smantellamento prevede la rimozione delle attrezzature presenti nella parte superiore del vessel entro il primo trimestre 2024. A seguire Sogin avvierà i lavori di smantellamento del vessel e dei sistemi e componenti dell’edificio reattore, denominati internals".

Altro punto della situazione: sono arrivati nell’impianto Itrec di Rotondella, dove Sogin porta avanti le attività di dismissione del sito, i due speciali contenitori metallici, denominati cask, nei quali verranno stoccati i 64 elementi di combustibile irraggiato Elk River, oggi custoditi nella piscina dell’impianto. I due cask, progettati dalla francese Orano secondo la tecnologia dual purpose, che li rende idonei sia al trasporto che allo stoccaggio a lungo termine, sono stati realizzati sotto la supervisione di Sogin negli stabilimenti italiani della Mangiarotti, oggi Westinghouse, nel rispetto dei più stringenti standard di sicurezza e qualità delle lavorazioni.

Da Sogin specificano: "Il progetto di “stoccaggio a secco” prevede l’inizio delle attività finalizzate a trasferire il combustibile all’interno dei due cask (32 elementi ciascuno) entro il 2024. Le operazioni avverranno sotto battente d’acqua, che è un elemento naturale che scherma le radiazioni e consente ai tecnici di procedere in sicurezza. Al termine, i due cask sigillati ermeticamente saranno stoccati nel deposito temporaneo DMC3/DTC3 dell’impianto, che sta per essere completato, in attesa del loro trasferimento al Deposito Nazionale, una volta disponibile. Si tratta di una fornitura con la quale Sogin raggiunge un significativo traguardo nell’avanzamento del programma di smantellamento dell’impianto lucano. Durante la progettazione e costruzione dei due cask, per un costo complessivo di circa 10 milioni di euro, la Società ha svolto una serie di attività preliminari, tra cui la realizzazione delle attrezzature per la movimentazione e di una struttura, definita mock-up, dove i tecnici svolgeranno sessioni di training per simulare la movimentazione del combustibile sotto battente d’acqua".

Ed infine Caorso: nella centrale di Caorso (provincia di Piacenza) si è concluso il quarto e ultimo trasporto con il quale sono rientrati dall’impianto Javys di Bohunice, in Slovacchia, 100 manufatti contenenti i residui del trattamento di 860 tonnellate di resine e fanghi radioattivi.

Da Sogin spiegano: "Gli ultimi 24 manufatti, sistemati in quattro container, sono rientrati su due mezzi stradali, sotto il controllo delle diverse autorità preposte. Tra il 2020 e il 2022 Sogin aveva inviato in Slovacchia 5.860 fusti da 220 litri, di cui 5.500 contenenti resine a scambio ionico esaurite (800 tonnellate) e 360 contenenti fanghi radioattivi (60 tonnellate) derivanti dal pregresso esercizio della centrale. In Slovacchia questi rifiuti sono stati inceneriti e condizionati, un trattamento che ha permesso di ridurre il loro volume di oltre il 90 per cento rispetto a quello iniziale. Il loro allontanamento ha permesso inoltre a Sogin di svuotare il deposito temporaneo Ersma, nel quale ora sono in corso i lavori di adeguamento, che ospiterà i rifiuti che saranno prodotti dalle prossime attività di smantellamento del vessel e degli internals dell’edificio reattore. I 100 manufatti rientrati sono stati stoccati nel deposito temporaneo Ersma 2, nel frattempo adeguato agli attuali standard di sicurezza, senza dover realizzare altre strutture di stoccaggio, pronti per essere conferiti al Deposito Nazionale, una volta disponibile. Il valore complessivo delle attività di trasferimento, trattamento dei fusti radioattivi e di rientro dei manufatti condizionati è stato di 37 milioni di euro".

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