La discussione
6 Aprile 2021 09:57
Le Regioni pressano il Governo per la ripartenza delle attività a cui non è consentito lavorare. I governatori chiedono infatti, qualora i dati epidemiologici si dovessero abbassare, di far aprire bar, ristoranti, parrucchieri, barbieri, estetiste, palestre e cinema. La data ipotizzata sarebbe quella del 20 aprile, che andrebbe ad anticipare di dieci giorni la fine del decreto che impone l'impossibilità di passare in zona gialla per ciascun territorio. Il decreto in vigore dal 7 aprile prevede che "in ragione dell’andamento dell’epidemia, nonché dello stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini con particolare riferimento alle persone anziane e alle persone fragili, con deliberazione del Consiglio dei ministri, sono possibili determinazioni in deroga al primo periodo e possono essere modificate le misure stabilite dal provvedimento". A questo si appellano ora le Regioni che chiedono all'esecutivo di "fornire prospettive a quei settori chiusi valutando aperture subito dopo il 20 aprile, nel caso di un miglioramento dei dati epidemiologici, per poi permettere da maggio la ripartenza di attività in stand-by da troppo tempo come le palestre".
L'idea quindi sarebbe quella di far ripartire le regioni che avranno numeri considerati da zona gialla. Per bar e ristoranti il punto di partenza è farli aprire a pranzo, con la discussione accesa se prolungare l'apertura fino all'orario dell'aperitivo. Discorso diverso per quello che riguarda parrucchieri ed estetiste: alle attività è consentito di riaprire in zona arancione, ma la richiesta è quella di poter ricominciare a lavorare dal 20 aprile, incondizionatamente dal colore delle regioni. Nella seconda ondata, infatti, i parrucchieri sono rimasti aperti anche in zona rossa. Cinema e musei puntano ad accogliere il pubblico in numero ridotto nelle zone gialle a partire dal 20 aprile. Le palestre, così come le piscine, invece, rischiano di dover attendere il nuovo decreto per poter far ripartire le loro attività.
Ad oggi rimangono in zona rossa a causa dell'incidenza superiore a 250 casi per 100 mila abitanti o dell'indice di contagio superiore a 1,25, Valle d'Aosta, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Calabria e Campania.
Le regioni in zona arancione sono, invece Sicilia, Sardegna, Basilicata, Molise, Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria, Liguria, Veneto, più le Province autonome di Trento e Bolzano.
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