IL FLÂNEUR
di Gian Luca Marino
3 Giugno 2021 17:02
Una veduta di via Cavour (foto Gian Luca Marino)
Via Cavour è una di quelle strade nel cuore cittadino che considero come un corridoio in quanto porta al salotto della città ossia l’omonima piazza.
Da flaneur sento un’energia strana passeggiando per la via forse perché essa si colloca in un crocevia che unisce altre tre arterie importanti: corso Libertà, via Nigra e via Galileo Ferraris. Un tempo via Cavour si chiamava via San Tommaso perché in essa sorgeva la chiesa omonima dove adesso c’è una sede della Biverbanca. La strada si presentava con i suoi portici che furono lastricati attorno al 1841. In una vecchia immagine che osservai tempo fa in quello scrigno di storie e segreti vercellesi che è l’archivio della Tipografia Chiais, si nota sotto ad un portico un ombrello, probabilmente metallico e infisso al muro che fungeva da insegna. In via Cavour erano infatti ospitate numerose botteghe sotterranee. Si trattava delle botteghe degli ombrellai che, secondo la leggenda popolare, ebbero un fiorente commercio grazie alla protezione nientemeno che della Santa Sindone, la cui effige era dipinta nel palazzo che oggi ospita un bar. A queste botteghe si accedeva dalle pantalere ovvero botole verticali che portavano al piano interrato. Sicuramente non era molto comodo acquistare un ombrello. Il dipinto che raffigurava la Santa Sindone si trovava in questa via, tra due balconi, perché qui vi fu l’abitazione del canonico Costa famoso per aver salvato il sacro sudario dai francesi nel 1553.
Le curiosità su via Cavour non finiscono qui. Avete mai sentito parlare della Casa degli Elefanti? Era così chiamata in riferimento ad un episodio avvenuto nel IX secolo quando il califfo Harumal Rachid donò all’imperatore Carlo Magno due elefanti. Gli animali rimasero sotto i portici dell’edificio presente in quei tempi per alcuni mesi. Ma che cosa ci faceva Carlo Magno a Vercelli? Semplice: ritornava da Roma dove il giorno di Natale dell’ 800 fu incoronato imperatore romano da Leone III in San Pietro. Nel 1906 l’edificio venne abbattuto. Dove il nostro corridoio intercetta via Nigra, si trovava il Colossal Cinema Ideal chiamato più tardi Cinema Centrale. L’entrata della sala era abbellita da un gesso che raffigurava una donna in stile liberty che si librava nell’aria coperta da soli veli. La statua era opera dello scultore Attilio Gartman. Via Cavour una strada breve dunque che vi consiglio di percorrere lentamente per assaporarne meglio la storia e le storie.
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