IL FLÂNEUR
di Gian Luca Marino
3 Marzo 2021 14:47
Via Foa
Percorro via Foà, nel cuore storico di Vercelli, almeno una volta al giorno.
Mi è capitato di recente di passeggiare in questa strada all’ora di pranzo con molta luce e poche persone anzi, direi che c’ero solo io. Così ho potuto contemplare con la giusta calma gli edifici che si sviluppano nella via e notare alcuni dettagli ai quali poche volte avevo prestato attenzione. Penso che le strade che percorriamo con frequenza siano in realtà quelle che conosciamo meno bene perché la tendenza è quella di darle per scontate.
Arrivando da corso Libertà, sull’angolo della chiesa di San Giuliano in alto, si nota una piccola testa femminile sbucare dal muro a circa dieci metri di altezza.
Si tratta di una scultura romana senza naso e con elmo. L’acconciatura e il trattamento delle superfici la datano attorno al II-III secolo d.C., quindi in piena epoca imperiale. Probabilmente si tratta di una Minerva. La provenienza è sconosciuta, né si sa quando sia stata murata sul campanile. Dovrebbe trattarsi di un caso di reimpiego, cioè di riutilizzo di una decorazione romana per un edificio successivo, prassi molto frequente. Potrebbe essere stata murata sul campanile a scopo ornamentale, oppure apotropaico, cioè per scacciare spiriti maligni. La testa guarda verso l’area di Corso Libertà dove in antico esisteva il cimitero della parrocchia di San Giuliano.
La chiesa vanta origini antichissime. Sant' Eusebio si rifugiò al suo interno per fuggire dagli Ariani e leggenda vuole che riuscì a scappare grazie a un cunicolo che collegherebbe svariati edifici religiosi, tra cui il Duomo.
Qualche passo avanti e ci troviamo davanti alla, come recita il cartello, “Casa detta dei Bicchieri”. Si tratta di una costruzione medievale il cui portone è sormontato da una decorazione con tre tazze.
La Sinagoga è la costruzione che più caratterizza questa via. E’ ispirata dal Leopoldstädter Tempel a Vienna del 1858. Fu realizzata tra il 1874 e il 1878 nell’area dell’antico ghetto ebraico. La facciata ha uno stile che si ispira all’architettura arabo moresca medievale con fasce alternate di arenaria bianca e grigia. È ornata da merlature e piccoli torri con cupole e da due torrioni laterali. Consiglio una passeggiata per via Foà verso il calar del sole quando le luci dei lampioni regalano un’atmosfera suggestiva soprattutto nelle serate di nebbia.
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