I segreti di Internet
di Marco Faccioli
10 Marzo 2023 15:53
Un gruppo di ricerca tutto “made in Italy”, guidato e composto dai ricercatori Armando Cuttaro, Serena Bardelli e Gianpaolo Coro, ha sviluppato un sistema di intelligenza artificiale in grado di comprendere e interpretare il pianto dei bambini.
I primi risultati della scoperta sono stati pubblicati sulla rivista “Neural computing & application”. Quando i bambini piangono, spiega la ricerca, si esprimono in modo diverso a seconda della lingua parlata dai genitori e alcuni segnali nascosti nei vagiti potrebbero essere interpretati in modo da poter comprendere i loro bisogni e le loro esigenze. Compiere questo passo in avanti verso il traduttore del “bambinese” è stato possibile grazie a una sinergia programmatica tra l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), del Centro Nina per la formazione neonatale presso l’Università di Pisa e dell’Istituto di scienza e tecnologie dell’informazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isti). Nelle prime settimane di vita, spiegano gli esperti, i bambini comunicano con il mondo esterno attraverso il pianto, manifestando bisogni, esigenze, desideri e disagi ai propri caregiver. Le persone più vicine al neonato, generalmente, sono in grado di comprendere quando i lamenti rappresentano delle richieste specifiche e, di conseguenza, riescono a soddisfare le necessità del piccolo. Tuttavia il pianto dei bebè nasconde moltissime sfumature, alcune delle quali non sono ancora state del tutto decifrate.
L’intelligenza artificiale, che già viene impiegata per assistere i pediatri nella diagnosi precoce di malattie e patologie, è tuttavia
ancora incapace di fornire informazioni in merito alla totalità dei toni del pianto. Un database completo richiederebbe infatti sforzi e investimenti lunghi e complessi da parte del personale e delle istituzioni di ricerca. Le ricerche finora effettuate hanno però dimostrato che i bambini piangono in modo diverso in base all’idioma di famiglia, per questo la realizzazione di un unico set di dati a livello internazionale potrebbe sembrare un impegno poco proficuo nonché di portata a dir poco immensa. Il nuovo progetto, di cui oggi ci occupiamo, ha focalizzato la sua attenzione sull'analisi più accurata di un campione ristretto di neonati. Nell’ambito dello studio, gli scienziati hanno registrato il pianto di circa 20 bambini (italiani), analizzando poi i dati raccolti in diverse condizioni di stress dei piccoli e inconsapevoli partecipanti ai test. I ricercatori hanno utilizzato i campioni audio come set di addestramento dell’intelligenza artificiale, associando una classificazione qualitativa del livello di stress ambientale in base al volume del parlato, all’affollamento e al livello di rumore generale presente nell’ambiente. Il team ha quindi isolato dei marcatori che sembravano correlati a una maggiore probabilità di manifestare determinate esigenze.
“Speriamo di riuscire a migliorare la qualità della vita di bambini e genitori – dichiara Maria Luisa Scattoni, ricercatrice del dipartimento di biologia cellulare e neuroscienze dell’Iss – individuare i marcatori biologici rilevabili attraverso il pianto potrebbe facilitare la comprensione e la soddisfazione delle necessità dei bambini”. Nei prossimi step gli studiosi cercheranno di raccogliere i vagiti di neonati stranieri per ampliare il database e il programma del software di intelligenza artificiale. “Generalmente – sostiene Cuttaro – si tende a ritenere casuali le vocalizzazioni dei bambini. Il nostro lavoro parte da un assunto diametralmente opposto, e cioè che le varie tipologie di pianto del bebè corrispondano a esigenze specifiche. Riuscire a classificare queste differenze potrebbe aiutarci a realizzare un traduttore automatico da implementare in un’applicazione”.
Quindi non stupiamoci! Sì, magari tra non molto, troveremo tra le tante lingue del traduttore di Google anche il “bambinese”.
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