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I segreti di Internet

Satana 2.0

Vizietto del porno sul web? Sì, anche per preti e suore ...parola di Francesco!

Diavolo

In fin dei conti lo sappiamo bene tutti: nel corso dei secoli, anzi dei millenni, la Chiesa ha sempre, in un modo o nell'altro, a volte più a volte meno, manifestato la propria dottrina sul sesso, sulla sessualità in genere e sui modi e sui tempi con cui questa nota attività umana doveva/poteva essere esercitata.

Così come in quasi tutti gli altri aspetti della vita, anche in quello sessuale, il web è venuto a sparpagliare le carte con la sua inaspettata e inarginabile dirompenza, costringendo più volte il discendente di Pietro a doversi pronunciare sull'argomento. Molto interessante è stata l'ultima esternazione di Francesco circa l'argomento di cui oggi ci occuperemo, analizzato però da un punto di vista particolare, ovvero quello dei social media e della possibilità che il demonio possa utilizzarli per arrivare a corrompere la mente e i costumi dei loro numerosissimi utenti. “Il diavolo entra da lì. E non parlo soltanto della pornografia criminale come quella degli abusi dei bambini: questa è già degenerazione. Ma della pornografia un pò “normale”. Cari fratelli, state attenti a questo”. Queste le parole del Papa in un incontro con i seminaristi a Roma tenutosi in questo mese di ottobre.

Francesco ha preso spunto dalla domanda di un seminarista che gli chiedeva quale fosse la linea della Chiesa sul comportamento da tenere nei confronti del mondo digitale e dei social media. “Credo che queste cose si debbano usare – ha continuato il Papa – perché è un progresso della scienza, fanno un servizio per poter progredire nella vita”. Poi, come da oramai ennesimo fuori programma, il Pontefice si è lasciato andare a considerazioni e aneddoti, questa volta sul suo rapporto, evidentemente non felicissimo, con i cellulari:Io non li uso perché sono arrivato tardi, sapete? Quando sono stato ordinato vescovo, 30 anni fa, me ne hanno regalato uno, un telefonino, che era come una scarpa, grande così, no? Io dissi: - ha continuato – No, questo non ce la faccio a usarlo. E alla fine ho detto: farò una chiamata. Ho chiamato mia sorella, l'ho salutata, poi l'ho restituito. Regalatemi un'altra cosa perchè questa non sono riuscito a usarla bene ...perché la mia psicologia non andava o ero pigro, non si sa”.

Nonostante questa pessima esperienza iniziale con i cellulari, il Papa si è comunque rivelato possibilista con la platea dei suoi giovani ascoltatori. Ai seminaristi infatti, come da comunicato dello stesso Vaticano, ha detto che i telefonini e tutti i dispositivi digitali vanno comunque usati, purchè con la necessaria prudenza che sempre si rende opportuna quando si viaggia nella Rete. “Voi dovete usarli, dovete usarli solo per questo, come l'aiuto per andare avanti, per comunicare: questo va bene”. Poi, sempre restando sull'argomento, ha aggiunto che occorre prestare attenzione, tra l'altro, a non perdere troppo tempo (…avvertenza quest'ultima che mi permetterei di consigliare persino ai miscredenti) e soprattutto a non usarli “come strumento per la pornografia”. Le sue esatte parole sul punto sono state le seguenti: “C'è un'altra cosa, che voi conoscete bene: la pornografia digitale. Lo dico a chiare lettere. Non dirò alzi la mano chi ha avuto almeno un'esperienza di questo, no, non lo dirò. Ma ognuno di voi pensi se ha avuto l'esperienza o ha avuto la tentazione della pornografia nel digitale” - ha detto parlando con i seminaristi.

Non è certo la prima volta che il Papa, facendo ovviamente il suo mestiere, lancia strali contro la pornografia (ricordiamo infatti che nel 2018 ebbe a dire: “Il sesso? È un dono di Dio e non un tabù e tantomeno quella idea cosificata del corpo usato per divertimento come fa credere la pornografia”, ma è forse la prima volta che la tira in ballo con riferimento ai social media e all'utilizzo degli smartphone. E pensare che comunque il Papa nulla ha contro la Rete, anzi, nel 2014, in occasione del messaggio del Pontefice per la Giornata delle Comunicazioni Sociali, non solo definì Internet “dono di Dio”, ma si spinse anche oltre: “La Rete ci aiuta a sentirci più vicini, ma bisogna recuperare lentezza e capacità di ascoltare. E scongiurare il rischio dell'isolamento e dell'esclusione. La rivoluzione dei social media è una grande e appassionante sfida, che richiede energie fresche e un'immaginazione nuova”.

A parte tutto, per noi la parte più interessante della vicenda è comunque quella relativa al fatto che, stando alle parole del Papa, Internet, e in particolare i social media, permettendo un accesso completo e veloce praticamente a ogni cosa che il mondo può offrire (nel bene nel male), si presentino come strumento favoloso per il diavolo e per i suoi loschi scopi corruttivi. “Se dal tuo telefonino tu puoi cancellare tutte queste cose, allora cancellale – ha indicato il Papa ai futuri sacerdoti – così non avrai la tentazione alla mano. E se non puoi cancellarlo, difenditi bene per non entrare in questo. Vi dico, è una cosa che indebolisce l'anima. Indebolisce l'anima. Il diavolo entra da lì: indebolisce il cuore”.

Ci si potrebbe domandare perché il Papa, nel rispondere a quella che tutto sommato era una semplice domanda, abbia deciso di dilungarsi così tanto sull'argomento. La spiegazione forse la troviamo nelle sue parole conclusive, ovverosia che, nonostante tutto, non siano poi solo i non religiosi a far largo consumo di prodotti pornografici. Ha concluso: “Scusatemi se scendo a questi dettagli sulla pornografia, ma c'è una realtà: una realtà che tocca i sacerdoti, i seminaristi, le suore, le anime consacrate. Avete capito? Va bene. Questo è importante”. ...non è che, ci domandiamo, lo scrittore colombiano Nicolás Gómez Dávila (anch'egli sudamericano come Francesco) ci avesse totalmente azzeccato quando, in tempi non sospetti, scrisse che “Il futuro del mondo appartiene alla Coca-Cola e alla pornografia”?

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