I segreti di Internet
di Marco Faccioli
19 Marzo 2021 15:20
Oggi festeggiamo tutti assieme il compleanno di uno dei portali più famosi e visitati del web, quello dell'enciclopedia più vasta e consultata della storia dell'umanità: Wikipedia (fondata per l'appunto nel 2001 e oggi gestita dalla Wikimedia Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro che ha sede negli Usa).
Forse non tutti sanno che il suo nome è un mix tra l'hawaiano “wiki” (veloce) e il greco antico “pedia” (paideia, formazione) e il suo logo è una sfera simboleggiante il mondo, costruita con tessere di puzzle che riportano caratteri di vari alfabeti, per evidenziarne la conoscenza globale in continua costruzione. Jimmy Wales e Larry Sanger (i due padri fondatori) hanno iniziato il progetto di Wikipedia in lingua inglese, e solo in seguito sono state aggiunte numerose altre lingue: oggi sono 309, di cui circa 299 vive. I contenuti di Wikipedia sono consultabili anche tramite dispositivi mobili (cellulari, palmari, smartphone, ecc.) grazie a una versione che consente di accedere alle voci in una veste grafica semplificata, adatta per questo tipo di dispositivi.
Con oltre 55 milioni di voci è l’enciclopedia più grande che sia stata mai scritta ed è sempre in continuo aggiornamento. Ovviamente è anche la più consultata sul web ed è tra i 10 siti più visitati al mondo. Nonostante questo po' po' di dati, i suoi sopracitati fondatori non sono diventati miliardari, e questa è forse la notizia che stupisce più di tutte. L'enciclopedia virtuale ogni mese genera circa 18 miliardi di pagine (consultate in decine di lingue) e aggiunge ventimila articoli realizzati da autori che lavorano del tutto gratuitamente. A differenza di molti altri siti (per non dire tutti) non produce “titoli acchiappaclic” ...anzi, i titoli non li fa proprio, dal momento che ogni lemma dell'enciclopedia è unicamente individuato con il titolo dell'argomento o del personaggio che si va cercando. A differenza degli altri pesi massimi della Rete non ha banner pubblicitari, non ha finanziatori di capitale, vive solo delle donazioni (due dollari il minimo) dei propri simpatizzanti. Non profila i propri utenti, per cui quando ne consultiamo le pagine non c'è nessun cookie che inizia a spiarci dopo la nostra sbadata autorizzazione. Non usa algoritmi per indovinare i nostri argomenti preferiti: li andiamo semplicemente a cercare noi quando ne abbiamo curiosità o bisogno.
Non è cresciuta perché ha investito i soldi dei venture capitalist, bensì perché serviva e perché al popolo del web è piaciuta subito. Non ha azionisti, non è quotata in Borsa. Non usa l'intelligenza artificiale ma solo quella di esseri umani che diligentemente utilizzano il proprio tempo libero e la propria passione per crearne i contenuti. Non è diretta da un capo o da un guru della Rete, ma è gestita da un'intera comunità, e l'autorevolezza che si è costruita in questi 20 anni di vita digitale è tale che le domande rivolte agli assistenti vocali di Apple, Google e Amazon ci danno tutti la stessa risposta: ovvero quella che hanno trovato su Wikipedia. Al suo interno non esistono gli onnipresenti e strepitanti “esperti” (veri o sedicenti che siano), ma solo collaboratori anonimi che si basano su fonti attendibili e terze su cui basare ogni proprio contributo. Qualcuno potrebbe pensare che tutto questo successo sia dovuto al fatto che sia stata la sola e unica enciclopedia presente in Rete ...sbagliato: ci hanno provato Microsoft con “Encarta” (inizialmente diffusa su un cd-rom multimediale che si aggiornava ogni anno), che però ha chiuso nel 2009, e “Britannica” che, dopo 244 anni di onorata carriera sulla carta stampata, è passata al digitale nel 2012 salvo poi naufragare nello stesso anno.
I segreti del successo di Wikipedia sono tanti, e forse nemmeno li conosciamo tutti. Certo è che in un mondo guidato dal profitto essa ha messo al centro la conoscenza, invece della competizione si è concentrata sulla collaborazione, e ha messo la propria tecnologia - la piattaforma wiki - al servizio delle persone che volevano utilizzarla. Insomma, dal 2001 è sempre andata in direzione ostinata e contraria a quello che era il sentire non solo della Rete, ma del mondo intero (quello reale). Jimmy Wales, uno dei fondatori già sopra ricordato, l’ha definita “uno sforzo per creare e distribuire un’enciclopedia libera della più alta qualità possibile a ogni singola persona sul pianeta nella sua propria lingua”. Nel mare in perenne tempesta del web, Wikipedia è riuscita quindi a creare una vera e propria utopia che prende forma e sostanza con un semplice clic. L'isola che non c'era!
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