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Sulla mia strada

«Avvento, tempo forte di attesa e di conversione che ci porta al Natale»

Monsignor Sergio Salvini commenta il Vangelo di domenica 30 novembre

Candele viola

Avvento, tempo forte di attesa e di conversione che ci conduce a vivere la grande solennità del Natale del Signore, e a contemplare l'incarnazione del verbo con cui prende forma nella pienezza dei tempi, l'opera mirabile della nostra redenzione. Le quattro domeniche trascinano un percorso che invita a prepararsi alla venuta del nostro Re: la prima domenica è tempo di svegliarci, di salire la seconda; di convertirci per gioire rallegrarci la terza domenica e di celebrare la salvezza che Dio realizza per ciascuno di noi la quarta domenica.

Ci accompagna il Vangelo di Matteo che leggeremo nel corso di questo nuovo anno liturgico e del quale la prima domenica di Avvento è l'apertura. Alziamoci dunque e andiamo incontro al Signore e rallegriamoci perché viene a giudicare la terra. Abbandoniamo le bassezze del quotidiano troviamo spazi e tempi per salire. Lasciamoci inondare dalla bellezza. La liturgia, con una circolarità, che salda ogni anno l'ultima domenica del tempo ordinario alla prima di Avvento, ci invita a guardare e ad andare in alto, verso il luogo Santo di Dio.

A essere vigili, rimanere nella luce e custodire la pace. San Paolo, nella seconda lettura, ci esorta: è tempo di svegliarci dal sonno, la notte è avanzata, il giorno è vicino, gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.

Comportiamoci come in pieno giorno, non tra lussurie e impurità. Non in litigi e gelosie. Rivestiamoci del Signore, così ci dice Isaia, il grande protagonista, anche lui nel tempo d'Avvento, conferma nella pienezza dei tempi il Monte della Casa di Dio: la si innalzerà e ci troveremo e vi affluiranno tutte le genti. Egli ci invita: venite, saliamo al Monte del Signore, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare nei suoi sentieri. Allora ci sarà pace vera. Non impareranno più l'arte della guerra.

La stessa pace evoca il Salmo 121, che già abbiamo pregato nella liturgia di domenica scorsa, essa ci fa esultare di gioia contemplando Gerusalemme, la città del Grande Re ove salgono insieme le tribù del Signore, dove abbiamo avuto la gioia di salire anche noi pellegrini.

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