Ordine degli Ingegneri della Provincia di Vercelli
di Ordine degli Ingegneri della Provincia di Vercelli
25 Novembre 2025 11:00
Seconda puntata della nuova rubrica realizzata in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Vercelli, presieduto da Franco Barosso. Con cadenza quindicinale, proponiamo ai nostri lettori un percorso di approfondimento dedicato all’ingegneria e alle ricadute nella vita di ogni giorno nell’economia e nella società. L’obiettivo è avvicinare i nostri lettori a una materia percepita come complessa, dimostrando come dietro ogni tecnologia o processo creativo ci sia il lavoro infaticabile e prezioso degli ingegneri, caratterizzato da competenza e capacità di visione. Questa seconda puntata fa parte di un trittico di pubblicazioni dedicate all’intelligenza artificiale. Un viaggio per comprendere da vicino che cos’è realmente l’IA, dove nasce, come si è evoluta e quali applicazioni sta trovando nei diversi settori. Un percorso che illustra le straordinarie opportunità offerte da questi strumenti, ma anche i rischi, le responsabilità e le sfide etiche che ne accompagnano lo sviluppo. Nell’ultima puntata entreremo drasticamente nei meccanismi che regolano l’intelligenza artificiale con esempi, scenari reali e prospettive.
L’intelligenza artificiale (IA) è ormai parte integrante della nostra quotidianità. Non si tratta più di un’ipotesi futuristica ma di una tecnologia concreta che sta cambiando radicalmente settori cruciali della medicina e del mondo del lavoro. Nel 2025 i sistemi di IA vengono già impiegati per diagnosi più rapide, per automatizzare compiti ripetitivi in ufficio e per aprire la strada a nuove professioni.
Vediamo alcuni esempi dell’utilizzo in medicina:
• diagnosi più rapide e precise: gli algoritmi di machine learning sono in grado di analizzare immagini mediche come radiografie e TAC con un livello di accuratezza paragonabile a quello di un medico esperto. In alcuni casi l’IA riesce persino ad individuare patologie in fase precoce che potrebbero sfuggire all’occhio umano;
• medicina personalizzata: l’IA elabora enormi quantità di dati genetici e clinici, che difficilmente un essere umano riesce a gestire in modo altrettanto rapido e completo per creare terapie su misura; questo approccio riduce i rischi di inefficacia ed aumenta le probabilità di successo dei trattamenti;
• supporto decisionale ai medici: sistemi avanzati offrono raccomandazioni terapeutiche basate su database scientifici costantemente aggiornati; in questo modo il medico ha a disposizione informazioni sullo stato dell’arte e può prendere decisioni più rapide ed informate;
• robotica chirurgica ed assistenza: in sala operatoria i robot guidati da IA supportano i chirurghi in operazioni di altissima precisione; allo stesso tempo dispositivi intelligenti monitorano i pazienti e migliorano l’assistenza domiciliare.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera l’IA uno strumento prezioso per migliorare i sistemi sanitari ma sottolinea la necessità di una regolamentazione attenta per gestire rischi come la privacy dei dati ed i bias algoritmici (cioè errori sistematici causati da pregiudizi umani); inoltre promuove la trasparenza, la validazione dei sistemi, la protezione dei dati ed il coinvolgimento delle parti interessate per garantire un'IA etica ed efficace a beneficio di tutti.
Secondo l’OMS, l’intelligenza artificiale deve essere sicura, etica ed accessibile a tutti, non soltanto ai Paesi più ricchi. Ci si impegna per garantire che l’IA contribuisca a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ed a ridurre le disuguaglianze globali.
Ambiti di applicazione riconosciuti dall’OMS sono:
- la diagnosi clinica e la cura per il supporto al riconoscimento delle malattie ed il monitoraggio dei pazienti;
- lo sviluppo di farmaci per l’accelerazione della scoperta e la sperimentazione di nuovi trattamenti;
- la sorveglianza epidemiologica con il monitoraggio dei focolai e la previsione della diffusione di malattie;
- la gestione dei sistemi sanitari per l’ottimizzazione delle risorse, la pianificazione delle politiche ed il miglioramento dell’equità.
Nel contempo l’OMS sottolinea quattro principi fondamentali: governance e regolamentazione chiara, equità nell’accesso alle tecnologie, affidabilità basata su evidenza scientifica, protezione dei dati e della privacy dei pazienti.
Tuttavia gli ostacoli non mancano; infatti il digital divide rischia di ampliare le disuguaglianze, i dati possono contenere bias che influenzano i risultati e molte nazioni non dispongono ancora di normative adeguate a regolare l’uso dell’IA in sanità.
Vediamo ora alcuni esempi di utilizzo nel mondo del lavoro.
Uno degli effetti più evidenti dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro è l’automazione delle attività di routine. Compiti come l’inserimento di dati, la gestione delle e-mail, la creazione di report, la contabilità di base o la catalogazione di documenti possono oggi essere affidati a software intelligenti.
Questa trasformazione non riguarda soltanto gli uffici: nei magazzini e nelle fabbriche robot guidati da IA gestiscono la logistica, spostano merci, ottimizzano i processi produttivi e riducono i tempi di fermo grazie alla manutenzione predittiva dei macchinari.
Da un lato emerge il grande vantaggio di liberare risorse umane da compiti monotoni, permettendo ai lavoratori di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto, come la creatività, la gestione delle relazioni o la risoluzione di problemi complessi; dall’altro questa evoluzione impone la necessità di ripensare ruoli e competenze, per evitare che l’automazione diventi sinonimo di esclusione dal mercato del lavoro.
Molte aziende utilizzano piattaforme basate su IA per analizzare curricula, valutare competenze e persino condurre i primi colloqui tramite chatbot intelligenti (cioè programmi informatici che simulano una conversazione umana).
Se da un lato l’automazione riduce la necessità di manodopera in compiti ripetitivi, dall’altro sta dando vita ad una nuova generazione di professioni, in grado di interpretare i grandi volumi di informazioni generati dall’IA, di progettare ed ottimizzare gli algoritmi che stanno alla base dei sistemi intelligenti per la cybersecurity e la protezione dei dati, di valutare l’impatto sociale ed etico delle applicazioni tecnologiche e di eliminare bias e migliorare le performance dei sistemi.
In parallelo, anche professioni tradizionali, dal marketing alla medicina, dal diritto alla finanza, stanno evolvendo, integrando nel loro lavoro competenze digitali e la necessità di saper collaborare con strumenti di IA.
Per quanto riguarda in particolare le professioni tecniche intellettuali, come quelle di ingegneri ed architetti, una recentissima legge, entrata in vigore il 10 ottobre 2025, impone al professionista (che nell’ambito della propria attività professionale voglia avvalersi dell’IA) di utilizzare l’intelligenza artificiale esclusivamente nell’esercizio di attività strumentali e di supporto all'attività professionale e di garantire la prevalenza del lavoro intellettuale oggetto della prestazione d'opera.
Inoltre, per assicurare il rapporto di fiducia tra professionista e cliente, le informazioni relative ai sistemi IA utilizzati devono essere comunicate con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo ai destinatari della prestazione intellettuale.
Le disposizioni sopra citate sono una dimostrazione concreta dell’importanza della necessità di regolamentare l’utilizzo dell’IA e questo si rifletterà presto anche nell’aggiornamento dei codici deontologici di categoria con la previsione di norme che garantiscano che le prestazioni professionali possiedano sempre il contributo autentico, esperto e specialistico del professionista, anche se svolte con l’ausilio di tecnologie digitali.
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