Ente nazionale Risi
di Redazione La Sesia
23 Ottobre 2025 11:32
L'intesa è stata formalizzata durante una riunione cruciale organizzata il 21 ottobre dall'Ente Nazionale Risi a Milano, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti della produzione (sostenuta dalle valutazioni del COPA-COGECA) e della trasformazione (attraverso FERM e AIRI) del riso dell'Ue.
"Il settore concorda sulla necessità di fissare una soglia di 200.000 tonnellate (base riso lavorato) per le importazioni totali relative ai codici doganali 1006 10, 1006 20 e 1006 30 nel loro complesso. Questo quantitativo rappresenta il massimo sopportabile dalla filiera risicola europea già gravata da massicce importazioni a dazio zero e a prezzi insostenibili mentre da parte sua assiste ad un aumento dei costi di produzione - spiegano da Ente nazionale Risi - Tale quantitativo sarà ripartito tra i Paesi beneficiari in base ai trend storici di importazione. Qualsiasi incremento applicato dalla presidenza danese alla soglia base di 200.000 tonnellate, come livello che dimostra un danno provocato alla risicoltura comunitaria dalle importazioni dai Paesi Meno Avanzati a dazio zero, non dovrà superare il 5%. Un aumento superiore metterebbe a rischio il mercato del riso prodotto in Europa. Dal momento in cui scatta la clausola di salvaguardia automatica si applicherà il dazio fino alla fine dell’anno civile in corso, per ripartire l’anno successivo con un quantitativo di 200.000 tonnellate senza altra maggiorazione. Le parti rifiutano all'unanimità la clausola de minimis come limite minimo al di sotto del quale la salvaguardia automatica non potrà essere attivata. L'obiettivo è impedire la concessione di soglie (circa 95.000 tonnellate stimate) ai PMA che storicamente esportano piccoli quantitativi verso l'UE, evitando in tal modo il rischio di triangolazione delle merci".
A seguito dell'accordo, la presidente dell'Ente Nazionale Risi, Natalia Bobba, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "La posizione unitaria raggiunta oggi dal Settore del Riso europeo è un risultato di fondamentale importanza, che dimostra la maturità e la coesione di tutta la filiera. La soglia di 200.000 tonnellate non è un numero arbitrario, ma il punto di equilibrio tra le esigenze del mercato e la sostenibilità della nostra produzione, che sta faticosamente riprendendosi dopo anni difficili a causa di siccità e alluvioni. Siamo stati chiari: non possiamo accettare quantitativi superiori e, in particolare, respingiamo la clausola de minimis perché aprirebbe triangolazioni pericolose che vanificherebbero l'efficacia del meccanismo di salvaguardia automatica."
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