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Anno scolastico 2025-2026

Caro libri, fino a 1300 euro per studente: «Serve strategia ministeriale»

Fa sempre discutere il fenomeno delle "nuove edizioni"

Libri

Alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico 2025/2026, il Codacons torna a lanciare l’allarme: non bastano i rincari già certificati su libri e materiale di cancelleria, oggi le famiglie devono fare i conti con una vera e propria “fiera dell’inutile”.

“Zaini hi-tech con luci led e speaker wireless, diari da 40 euro, astucci venduti a 60 euro e zaini griffati che superano i 200: prodotti che nulla hanno a che vedere con lo studio e che finiscono solo per alimentare un business milionario costruito sulla pelle dei genitori. Quello che ogni settembre si ripete – spiega l’associazione – è un copione già noto: nuovi articoli sempre più costosi, spacciati come indispensabili, che si aggiungono ai libri di testo e al materiale scolastico. Una spirale che porta la spesa complessiva per ogni studente a sfiorare i 1.300 euro, cifra insostenibile per troppe famiglie italiane”.

La dinamica non riguarda solo il materiale “alla moda”: anche sul fronte dei libri si registra il discusso fenomeno delle nuove edizioni, adottate dalle scuole pur a fronte di contenuti pressoché identici alle versioni precedenti, ma con prezzi più alti. Un problema che trova conferma nelle analisi dell’Antitrust, secondo cui “i tetti di spesa, previsti in appositi atti ministeriali per limitare l’impatto economico dei libri scolastici, si sono rivelati inefficaci: i collegi docenti sono chiamati a rispettare tali tetti ma non sono presidiati da idonei strumenti di controllo. Le iniziative di autodisciplina sin qui poste in essere dall’Aie (Associazione italiana editori) in proposito non sono risultate né chiarificatrici né tantomeno efficaci: l’art. 25 del codice Aie, che dovrebbe definire quando un’edizione può dirsi “nuova”, risulta infatti vago e difficilmente verificabile, dal momento che il requisito del 20% di variazione nei contenuti è interpretabile in modo ampio e soggettivo, potendo comprendere anche le modifiche grafiche. Il libro cartaceo continua a dominare le preferenze dei docenti, mentre le adozioni di soli ebook restano marginali”.

Un dato parla da sé: nel 2024 il giro d’affari delle vendite di libri di testo ha raggiunto circa 800 milioni di euro, con un incremento complessivo in valore del 13% nell’arco di un decennio. Eppure, nello stesso periodo, tra il 2019 e il 2024, gli studenti sono diminuiti di quasi 600.000 unità, pari a un calo del -7%.

«Purtroppo non è puntando il dito sui collegi docenti che si risolve il problema – afferma Daniele Bovolenta (Flc Cgil Vercelli/Valsesia) – Il ragionamento andrebbe condotto a livello ministeriale, attraverso un accordo con le case editrici, norme più chiare e sgravi fiscali alle famiglie».

«Per stare dentro i tetti di spesa i docenti sono costretti a fare operazioni di “ragioneria didattica” – fa notare Elisabetta Ronco (Cisl Scuola Piemonte orientale) – Spesso ci si limita a “consigliare” i libri (ad esempio, il libro di narrativa non esiste più), alcune scuole addirittura li producono in proprio, è ancora attivo il prestito d’uso e c’è un giro di libri usati mai visto prima d’ora. Il problema è lo scollamento tra Ministero e territorio, non ci rende conto dei prezzi e dell’impatto sulle famiglie. Per gli ebook si tratta anche di un discorso di qualità».

Per Davide Manzo (Uil Scuola Vercelli/Biella) «ci sono 4 case editrici che hanno il quasi totale monopolio del mercato e decidono gli aggiornamenti in tempi relativamente troppo brevi, e gli insegnanti, che non hanno alcun interesse in tutto questo, purtroppo sono costretti ad adeguarsi. Le soluzioni? La digitalizzazione dei testi, con conseguente aggiornamento automatico e a basso costo, la loro condivisione in iCloud - suggerisce il sindacalista – E ancora: deduzioni fiscali sui libri di testo, un archivio nazionale “open source”, un limite minino di 5 anni agli aggiornamenti, il comodato d’uso gratuito. Come si vede, i modi per limitare le spese ci sarebbero, quello che serve è una strategia a livello nazionale per limitare questo assurdo incremento di spesa che pesa completamente sulle famiglie».

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