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Periferie dimenticate

Vercelli: la nobile arte di indossare i panni altrui

L'editoriale del direttore Francesco Amodei

Vercelli

Le periferie delle città sono spesso terre dimenticate. Accade a Milano come a Torino, come ovunque, ma anche a Vercelli.

Città definita storica, nobile, immersa nella produttiva Pianura Padana, attenta ad ogni dettaglio della propria identità culturale. Eppure, basta varcare il confine dei viali centrali e delle piazze coi ciottoli nuovi, lasciarsi alle spalle le isole pedonali e i negozi eleganti, per accorgersi di quanto le periferie siano lontane dai riflettori, lontane dai pensieri. Lì vivono migliaia di famiglie, non sempre per scelta, spesso per necessità. Per questo meritano rispetto e considerazione.

Ed invece, ogni volta che la redazione si muove su precisa e documentata segnalazione dei residenti, lo scenario si ripete con desolante puntualità: rifiuti abbandonati, erba incolta, marciapiedi impraticabili, buche nelle strade, rotatorie insicure, semafori che non funzionano o che sono nascosti dai rami degli alberi come anche i cartelli della segnaletica. Indizi di incuria quotidiana che, sommati, diventano una prova ed un marchio di abbandono.

Chi amministra ha il dovere di vigilare, intervenire, risolvere. Ma non sempre c’è la volontà, ed anche la capacità, di farlo. Così, quella periferia dove vive una buona metà della popolazione si allontana ancora di più dal cuore pulsante urbano. In risposta ad ogni storia da noi documentata con fotografie e testimonianze, dal Palazzo arrivano puntuali smentite, talvolta accompagnate da toni indignati e scomposti. Ma negare l’evidenza non significa affrontare il problema.

Gli amministratori il tempo lo trovano quando si tratta di presenziare a tagli del nastro o a inaugurazioni anche di attività private, rilanciando sui social l’immagine di una città brillante. Ma la credibilità di un governo locale non si misura dai sorrisi in posa, bensì dall’attenzione verso i quartieri meno centrali e verso le strade che non compaiono nelle cartoline. Basterebbe un minimo di sensibilità; servirebbero la capacità e il coraggio di mettersi nei panni altrui. Abiti che, in periferia, sono spesso stretti e scomodi.

Altro ruolo estremamente necessario è la mediazione costante del Comune di Vercelli con gli istituti proprietari di alloggi “popolari”, con cui i residenti faticano a confrontarsi per ottenere risposte e soluzioni. Non può essere sempre la carta stampata, tutta, a doverlo fare. Solo allora Vercelli, città che ama definirsi “attenta ad ogni suo frangente”, potrà davvero esserlo.
Non solo per il centro storico, ma per ogni sua famiglia e per ogni suo cittadino.

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