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Asl Vercelli

Vercelli: "Ecco che cosa c’è da sapere sul West Nile Virus"

I consigli e le azioni messi in campo spiegato da Elena Pavoletti, direttore del Dipartimento Prevenzione

Zanzara Culex

Sono 84 i nuovi casi umani di West Nile Virus che sono stati segnalati nel periodo 31 luglio–6 agosto 2025, secondo l’ultimo bollettino pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità.

Salgono perciò a 173 in Italia i casi confermati di infezione da West Nile Virus (Wnv) nell’uomo (89 nel precedente bollettino), di cui 72 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (2 Piemonte, 2 Lombardia, 4 Veneto, 1 Friuli-Venezia Giulia, 2 Emilia-Romagna, 37 Lazio, 21 Campania, 1 Basilicata, 1 Sardegna), 14 casi asintomatici identificati in donatori di sangue, 85 casi di febbre, 1 caso asintomatico e 1 caso sintomatico.

Tra i casi confermati sono stati notificati 11 decessi (1 Piemonte, 4 Lazio, 6 Campania). Il primo caso umano autoctono di infezione da Wnv della stagione è stato segnalato dal Piemonte il 20 marzo nella Provincia di Novara, sebbene si tratti di un caso sporadico in bassa stagione. Il secondo caso il 3 luglio a Modena.

Elena Pavoletti, direttore del Dipartimento Prevenzione dell’Asl Vercelli, spiega di che cosa si tratta e come difendersi dall’infezione.

Dottoressa Pavoletti, negli ultimi giorni è salito il livello di allarme per la diffusione del West Nile Virus, con la segnalazione di alcuni decessi. In che cosa consiste?

Il West Nile Virus o virus della febbre del Nilo non è una patologia nuova ma è presente da tempo in Italia ed è causata da virus trasmesso da insetti artropodi (arbovirus). La diffusione della Wnv è favorita da cambiamenti climatici, urbanizzazione, globalizzazione e rotte migratorie degli uccelli. Nell’80% dei casi l’infezione è asintomatica, il restante 20% manifesta sintomi lievi, mentre le forme gravi sono rare (0,5-1%)

Quali sono i principali vettori del virus?

Le zanzare del genere Culex.

Quali sono le azioni di prevenzione da mettere in atto?

Disinfestazione preventiva delle zanzare, soprattutto in aree a rischio come laghi e raccolte d’acqua. Una singola zanzara può generare miliardi di individui. Controllo del vettore (trattamenti adulticidi/larvicidi). Eliminazione dei possibili focolai larvali negli spazi privati, come giardini e orti (eliminazione delle raccolte temporanee di acqua, nei barattoli vuoti, sottovasi, contenitori senza coperchio, anfore ornamentali, giochi per bambini; vasche e fontane ornamentali ecc). Utilizzo di repellenti autorizzati per le persone, per gli animali o per l’ambiente e di abbigliamento protettivo. Eliminazione dei siti di riproduzione delle zanzare con larvicidi e disinfettanti e monitoraggio permanente in porti e aeroporti internazionali. Senza dimenticare la sorveglianza delle aree a rischio e su uccelli target, ossia corvidi, e controllo entomologico con trappole.

Il virus è trasmissibile tra umani ed animali?

Il virus trasmesso dalle zanzare ha come serbatoio gli uccelli, mentre cavalli e uomo sono ospiti “a fondo cieco”, ovvero non possono a loro volta trasmettere la malattia perciò la malattia non si trasmette da persona a persona e/o da cavallo a persona. Le zanzare acquisiscono il virus pungendo gli uccelli migratori. In questi insetti il virus si moltiplica e, dopo un certo periodo - che si accorcia quanto più crescono le temperature ambientali - riescono a trasmetterlo a un nuovo ospite. Una volta che una zanzara infetta punge un ospite come l’uomo o il cavallo, l’infezione può svilupparsi. Non è affatto vero che ogni zanzara che dovesse pungere una persona veicoli il virus, in quanto si calcola che solo una zanzara ogni 30.000 può veicolare il virus al proprio interno. Quindi la puntura di zanzara non equivale “all’acquisizione del virus”. In rari casi la malattia può essere trasmessa da trasfusioni di sangue, trapianti di organo e trasmissione verticale durante la gravidanza.

Esistono cure? Quali sono?

Le cure per l’uomo sono sintomatiche, non esiste un vaccino. Nel cavallo è importante la prevenzione con la vaccinazione.

Ci sono altri virus che si stanno diffondendo in maniera preoccupante in questo momento?

Non sul nostro territorio.

Quali sono le azioni che sta mettendo in campo l’Asl Vc e la Sanità in generale per rafforzare i controlli e la prevenzione sulla diffusione di questi virus?

Le azioni messe in campo dal nostro Dipartimento di Prevenzione sono le seguenti: la sorveglianza entomologica, con monitoraggio delle zanzare tramite trappole e analisi per identificare le aree a rischio (Ipla); la sorveglianza sugli equidi: monitoraggio dei cavalli che presentano sintomi neurologici visto che sono sentinelle dell’infezione. Poi la sorveglianza sull’avifauna: monitoraggio degli uccelli selvatici, migratori e stanziali, per comprendere la diffusione geografica del virus. Monitorando uccelli e cavalli, i servizi veterinari delle Asl e gli Istituti zooprofilattici sperimentali individuano precocemente la circolazione dei virus. Questa allerta precoce permette di attivare misure di sicurezza per trapianti e per le trasfusioni minimizzando i rischi di trasmissione della West Nile ai riceventi e permette di attuare campagne di disinfestazione. Da anni è comunque presente un piano di prevenzione nazionale delle arbovirosi. Le azioni previste sono di sorveglianza su: uccelli stanziali appartenenti a specie bersaglio (cornacchie, gazze, ghiandaie); entomologica; casi di sintomatologia negli equidi; esemplari di uccelli selvatici rinvenuti morti. Importante la visione One Health da realizzarsi con la stretta collaborazione intersettoriale tra medicina umana e medicina veterinaria.

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