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Racconti dagli Stati Uniti

Quei "mammoni" italiani anche oltre oceano

John Costa è un vercellese che per tanti anni ha vissuto negli Usa, tifosissimo della Pro Vercelli. La Sesia, nel 2021, gli aveva consegnato un Premio di Bontà per aver donato un rene a un amico, salvandogli la vita

Quei "mammoni" italiani anche oltre oceano

L’altro giorno, leggendo un articolo americano, c’era quasi un senso di allarmismo che quasi 1/3 (il 31% per essere esatti) della Generation Z (nati tra il 1995 e il 2012) viveva ancora con i due o almeno uno dei genitori in Usa. Allarmismo, perché di solito arrivati ai 18 anni, specialmente i maschi, cercano di lasciare il nido materno il più presto possibile. Lo fanno anche se continuano con gli studi. Si mettono insieme 3-4 studenti, si trovano subito un lavoro part-time (cameriere, consegne, o un’occupazione qualunque) e unendo le loro risorse affittano un appartamento e cominciano subito ad essere indipendenti.
I costi? Un appartamento nella zona di Philadelphia è intorno ai 1500-1800 dollari al mese. Un lavoro part-time di solito frutta intorno ai 1500-1800 dollari al mese, quindi 3 studenti insieme non hanno problemi. Prima di farsi impressionare dalle cifre, il maggior guadagno non significa niente se le spese sono il quadruplo che in Italia! È una questione di mentalità. Il giovane americano non vede l’ora di essere indipendente, anche se in realtà gli studi sono al 99% pagati dai genitori. In Usa vieni preso in giro da altri maschi che sono già indipendenti se abiti ancora con la mamma.
Non solo: le ragazze non sono tanto propense ad uscire con maschi di 25 anni se abitano ancora con la mamma, figuriamoci a 30. I cosiddetti “mammoni” italiani anche in Usa non scappano alla regola: sugli “italian boys”, non ci sono numeri precisi, ma i ragazzi degli italiani o di discendenza italiana hanno anche un soprannome “mama’s boy” cioè ragazzo della mamma.
Già lo sapevo che il Italia ci sono molti giovani che vivono ancora con i genitori, certi anche non più tanto giovani. In Italia, “il nido” viene lasciato intorno ai 30 anni. Il dato emerge dall’ultimo rapporto Eurostat (2023). Impensabile per un americano. Gli uomini, che si confermano “mammoni”, sono ancora più lenti delle donne: in Italia lasciano casa mediamente a 30,9 anni, 2 anni in più rispetto alla media femminile (29). In Europa, la media è di 26 anni. In Francia e Germania i ragazzi iniziano a essere autonomi 7 anni prima che da noi nel Belpaese, a 23, 7 e 23,9 anni.
Quando me ne sono andato io di casa in Usa? A 24. Ho fatto una via di mezzo tra il sistema americano e quello italiano. Ho cominciato a lavorare part-time a 16 anni, però non avevo la fretta di andare via di casa, anche perché mia mamma stava combattendo con una brutta malattia (battaglia poi persa purtroppo), e sentivo la necessità di starle vicino. I genitori americani non vedono l’ora di essere “empty nesters”. Nest è un nido, empty significa vuoto: in poche parole di svuotare il nido, ecco perché è stato proprio coniato questo termine.
Forse sbaglio perchè sono tornato in Italia solo alcuni mesi fa, ma le mamme qui non mettono questa fretta ai figli di andarsene da casa. Non penso che sia questo un “handicap” per i maschi, in cerca di ragazze, vivere ancora in casa, non è una cosa fuori dal normale. È ovvio che in Usa i ragazzi lo fanno perché possono farlo. Intendo economicamente. Il lavoro c’è (anche troppo in realtà). In Italia non è così semplice. Il lavoro, specialmente al Sud, è un problema. È un problema trovarlo intendo. In 25 anni, il Molise ha perso il 10% della popolazione, la stragrande maggioranza giovani. I figli di mia cugina sono entrambi andati al Nord proprio per lavoro. Questo farebbe pensare che il Sud sia la terra dei mammoni, a differenza del Nord dove ci sono più opportunità. Facendo ricerche, invece, adesso la differenza è minima, e i cosidetti “mammoni” sono presenti pressoché alle stesse percentuali.
Ho vissuto 51 anni in Usa (e un giorno per la precisione) e questo “spirito di indipendenza” va certamente apprezzato, però l’attaccamento familiare che c’è in Italia, sicuramente nel 90% dei casi non c’è in Usa. In Italia, quando possibile, si vive nella stessa città e ci si vede spesso. In Usa spesso si vive un’ora anche due lontano dai figli, tante volte in due stati diversi. Ci sono tante famiglie dove per esempio i genitori vivono in Pennsylvania e un figlio abita in Virginia e un altro in Tennessee. Ecco perché feste come Thanksgiving sono così importanti: perché si riunisce tutta la famiglia. Non sono un esperto, quindi mi attengo ai dati. In Italia siamo dei mammoni. A volte si rimane nel nido un po’ troppo, ma sono orgoglioso di come noi italiani siamo attaccati alla famiglia. Su quello non siamo secondi a nessuno.
John Costa
John Costa è un vercellese che per tanti anni ha vissuto negli Usa, tifosissimo della Pro Vercelli. La Sesia, nel 2021, gli aveva consegnato un Premio di Bontà per aver donato un rene a un amico, salvandogli la vita. Costa ha lavorato a Philadelphia e abitava in campagna, con la moglie Jennifer, circondato da fattorie degli Amish. Dall’America ci mandava i suoi racconti sulla vita negli Usa. Ora è tornato in Italia e ha abitato prima a Montenero di Bisaccia, in provincia di Campobasso, poi, anzi proprio dai prossimi giorni, a Crecchio, un borgo medievale vicino a Ortona, in Abruzzo. E da là continua a mandarci i suoi articoli.

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