L'editoriale del direttore
di Francesco Amodei
4 Luglio 2025 10:00
Corso Libertà a Vercelli
Con l’inizio di luglio si accende la girandola delle partenze.
Le valigie si riempiono di cose e di sogni, le strade si svuotano lentamente, le serrande, non tutte, si abbassano. Si entra in quella fase sospesa in cui la città rallenta il battito, i ritmi produttivi e amministrativi si distendono e la quotidianità sembra concedersi una tregua meritata. Ma non è più l’estate di una volta, quando le ferie erano legate alle chiusure delle grandi fabbriche e delle aziende. Il tessuto lavorativo si è trasformato: il lavoro terziario, il commercio, l’artigianato e le professioni d’ufficio non hanno più un calendario rigido, con le partenze che si distribuiscono lungo l’arco di tre mesi. C’è chi va via a giugno, chi aspetta luglio, chi rimanda a settembre.
Mentre agosto, pur restando il mese simbolo delle vacanze, non è più il perno esclusivo. E così, questo mese di luglio appena cominciato diventa il mese dei primi esodi. E mentre si parte, la città cambia volto. Le vie si fanno silenziose, i negozi meno affollati, gli uffici si svuotano. Ma la pausa estiva non deve essere solo una parentesi di riposo, bensì anche il tempo di riflessione, di bilancio e di attesa.
Ci si attende, e pretende, che a settembre Vercelli sia pronta a ripartire. Che sia una città viva, funzionale e soprattutto curata. Con scuole pronte ad accogliere gli studenti, le attività culturali e sportive in fermento, le strade finalmente sicure e asfaltate, i parchi curati, il verde urbano in ordine e i rifiuti selvaggi rimossi. È lecito aspettarsi anche un passo avanti nei lavori legati ai fondi del PNRR, dal momento che la città è interessata da numerosi interventi di ristrutturazione e rigenerazione urbana, che l’hanno trasformata negli ultimi anni in un enorme cantiere.
Ma Vercelli, oggi, si aspetta anche maggiore sicurezza. Negli ultimi mesi alcuni episodi di microcriminalità (furti, vandalismi, disagi anche nel centro storico) hanno lasciato un segno visibile. L’estate allora, oltre al riposo sacrosanto, può e deve diventare un tempo di meditazione civile. Di tutti. Un momento per pensare al proprio ruolo nella comunità. Perché la convivenza, la sicurezza e il decoro non sono responsabilità esclusiva di istituzioni e forze dell’ordine, ma nascono dal comportamento individuale.
Se ognuno fa la sua parte con diligenza l’intero tessuto cittadino ne guadagna fortemente. È una regola semplice, banale, ma spesso dimenticata.
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