Vercelli
di Redazione La Sesia
3 Luglio 2025 09:37
Gli ingegneri (forse non è risaputo), come tanti altri professionisti, hanno l’obbligo dell’aggiornamento continuo della competenza professionale: la materia è disciplinata da un Regolamento approvato dal Ministro della Giustizia, in cui sono precisate le varie modalità (corsi, seminari, visite tecniche, ecc.).
E poiché i settori di attività degli ingegneri sono piuttosto numerosi e parecchio diversi tra di loro (dall’edilizia alle infrastrutture, agli impianti, al risparmio energetico, all’acustica, all’ambiente, tanto per fare degli esempi), è ovvio che anche gli argomenti oggetto della formazione devono essere i più vari. Per questo l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Vercelli ha costituito le commissioni di lavoro, ciascuna con il compito di approfondire specifici argomenti: ambiente e sostenibilità, energia ed impianti, edilizia, urbanistica, lavori pubblici e strutture, economia ed innovazione, ingegneria dell’informazione, ingegneria forense, ingegneria della sicurezza, oltre alla commissione “formazione” trasversale.
Nel mese di giugno si sono svolti due seminari di aggiornamento.
Uno organizzato con la F.I.O.P.A. (Federazione Interregionale degli Ordini degli Ingegneri del Piemonte e della Valle d'Aosta) e l’altro con la partecipazione di un funzionario provinciale e di alcune ditte specializzate.
Per quanto riguarda il primo incontro, che ha avuto come relatore un esperto della Regione Piemonte (Settore sviluppo energetico sostenibile), si è parlato di APE, acronimo che sta per Attestato di Prestazione Energetica degli edifici: documento che deve tener conto di norme europee, nazionali e regionali. "Chi ha avuto a che fare con compravendite, locazioni o riqualificazioni sa che è obbligatorio trasmettere l’APE in Regione, ma cosa ci sia dietro e che professionalità comporti è per lo più sconosciuto, anche perché circolano sul mercato prezzi così diversi che non fanno altro che confondere le idee e far catalogare il documento come una delle tante vessazioni (europee, non solo italiane) e non come un possibile strumento di conoscenza e di miglioramento energetico ed ambientale - spiegano dall'Ordine - Bisogna ammettere che le buone intenzioni di base che intendevano incentivare il mercato del patrimonio edilizio esistente non hanno raggiunto il loro scopo: l’attestato raramente è stato un driver per la riqualificazione (che è stata per lo più recepita come una tassa) ed i proprietari non hanno la giusta percezione della loro situazione né dei vantaggi di eventuali interventi migliorativi".
Il tema, piuttosto complesso, ha richiamato un buon numero di ingegneri addetti ai lavori al seminario, i quali hanno seguito con partecipazione la disamina relativa all’APE ed alle sue criticità, passando da un excursus normativo ai metodi di calcolo del modello edificio/impianto, alle responsabilità del certificatore ed anche agli aspetti relativi a casi particolari che prevedono l’uso di fonti rinnovabili e di impianti tecnologicamente attuali e particolari. E’ stato pure toccato un tema di grande interesse: ciò che il prossimo futuro ci chiamerà ad affrontare in materia, citando l’EPBD (Energy Performance of Building Directive), la Direttiva Europea sulla prestazione energetica degli edifici.
Il secondo seminario ha toccato tutt’altro argomento: interventi di bonifica e soluzioni per il dissesto idrogeologico.
L’incontro ha fornito una panoramica di soluzioni innovative per la difesa del territorio, trattando di opere di sostegno, ingegneria naturalistica applicata alle opere idrauliche (per esempio: protezioni spondali per i fiumi e vasche di laminazione), ripari dalla caduta massi, con materiali a basso impatto ambientale, salvaguardia delle infrastrutture (rinforzi di base, drenaggi, controllo dell’erosione, barriere acustiche). Si è inoltre parlato di sistemi di impermeabilizzazione e controllo nell’ambito delle discariche e di procedure e prassi per la bonifica dei siti contaminati con un inquadramento sui ruoli e sulle responsabilità nei casi di contaminazione ambientale.
"In questi casi occorre prima verificare l’esistenza di inquinamento di suolo, sottosuolo ed acque sotterranee, poi individuare possibili vie di dispersione e migrazione degli inquinanti, ricostruire le caratteristiche geologiche ed idrogeologiche del sito, ottenere i parametri necessari per condurre l’analisi del rischio, individuare i possibili ricettori - raccontano dall'Ordine - Negli ultimi anni la sensibilità per questi argomenti è cresciuta in modo evidente. Le problematiche legate all’inquinamento di un sito non riguardano solo i grandi insediamenti industriali ma possono coinvolgere anche aree residenziali, agricole e proprietà private, spesso interessando soggetti del tutto incolpevoli. Le conseguenze possono essere rilevanti, incidendo sulle possibilità di trasformazione urbanistica dei terreni o anche su semplici operazioni di compravendita. La partecipazione molto numerosa registrata in occasione dell’incontro dimostra come le questioni ambientali siano oggi percepite con attenzione e consapevolezza, segno di una crescente responsabilità collettiva".
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