Trino vieta il volto coperto
26 Giugno 2025 14:11
Gentile direttore,
in seguito alla pubblicazione dell’ordinanza sindacale 40 del 24 giugno 2025 e del relativo comunicato ufficiale, desideriamo anzitutto chiarire che comprendiamo l’intento dell’ordinanza in merito alla necessità di riconoscibilità del volto nei luoghi pubblici, come già previsto dalla normativa nazionale (L. 152/1975), e non entriamo nel merito giuridico della misura. Tuttavia, contestiamo con fermezza il tono e il contenuto delle dichiarazioni rilasciate nel comunicato pubblico dal sindaco Daniele Pane, in particolare quando si fa riferimento alle donne che indossano il niqab o il burqa come a soggetti “segregati” o “privati della dignità”.
Tali parole non solo risultano offensive e irrispettose verso le donne musulmane, ma veicolano un giudizio ideologico e generalizzante, ignorando il fatto che molte donne scelgono liberamente e consapevolmente di indossare determinati abiti per motivi religiosi, identitari o culturali. Questa narrazione alimenta stereotipi e crea una rappresentazione distorta e paternalistica, che svilisce il principio costituzionale di libertà religiosa e autodeterminazione.
Inoltre, segnaliamo con preoccupazione che nelle ore successive alla diffusione del comunicato, si è scatenata una reazione allarmante da parte di alcuni cittadini trinesi che sui social network hanno espresso commenti carichi di odio, sarcasmo e pregiudizio verso la comunità musulmana e verso le donne che indossano il velo. Di fatto, le parole del sindaco hanno fornito una legittimazione implicita a chi ha intenzioni discriminatorie, contribuendo alla polarizzazione sociale e alla creazione di un clima di tensione e schieramenti che nulla ha a che vedere con la convivenza civile.
Riteniamo che un rappresentante delle istituzioni abbia il dovere di unire e non dividere, di proteggere tutte le cittadine e i cittadini, senza discriminazioni, e soprattutto di non prestarsi a linguaggi divisivi o carichi di giudizio morale.
In virtù di quanto sopra, chiediamo: una rettifica pubblica del contenuto del comunicato, almeno nella parte in cui si fanno affermazioni sulle donne musulmane e sul loro ruolo sociale; un richiamo alla responsabilità civile da parte di tutta la cittadinanza, affinché si evitino derive discriminatorie e offensive.
Confidiamo in un chiarimento e in un dialogo costruttivo, nel rispetto reciproco e dei valori democratici che tutti condividiamo.
La direzione dell’Associazione Culturale Islamica Trinese Al Ferdauss
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