vercellae hospitales
di Andrea Giardina
13 Aprile 2025 17:07
Presentato domenica 13 aprile nell’ex Chiesa di San Marco, il libro, intitolato Medi@evo. L’età di mezzo nei media italiani, scritto dal giornalista Marco Brando. In dialogo con la giornalista Roberta Martini, l’autore ha analizzato come i mass media italiani abbiano trasformato l’età di mezzo in un contenitore di cliché.
“Questo libro nasce da un’indagine su come il Medioevo venga percepito nella contemporaneità; per farlo, mi sono soffermato sull’uso mediatico di questa parola. Ritorno al Medioevo è una locuzione abusata da giornalisti e politici, che rievoca arretratezza, ignoranza e oscurantismo”, ha affermato Brando. “È curioso – ha aggiunto l’autore – che per questo periodo storico sia stata coniata una locuzione antitetica: tuffo nel medioevo, per descrivere folkloristiche rivisitazioni storiche e culturali”.
Il volume si inserisce nell’ambito del medievalismo, il campo di ricerca storiografica che analizza la percezione contemporanea del Medioevo, e lo fa con un taglio originale: puntando l’attenzione sui mass media, dai quotidiani alla televisione, fino ai social network. La manipolazione del medioevo viene utilizzata in tutti gli ambiti dell’informazione, arrivando a diventare strumento di attacco politico. “Mi sono chiesto perché continuiamo a usare questa parola in chiave negativa,” ha spiegato Brando, “e cosa questo riveli del nostro modo di guardare al passato”.
Nel corso dell’incontro, l’autore ha toccato anche il tema della formazione giornalistica, spesso carente sul piano storico: “C’è un problema evidente di competenze tra i giornalisti che si occupano di notizie di carattere storico. Forse sarebbe auspicabile prevedere una preparazione più specifica in questo ambito. Al momento, nel percorso formativo non c’è: invece un dialogo tra storici e operatori dell’informazione sarebbe fondamentale”. Poi uno sguardo anche alla scuola: “Tra i banchi si insegna ancora oggi una visione distorta del Medioevo: basti pensare alla celebre piramide feudale come organizzazione della società medievale, smentita già nel 1939 dallo storico Marc Bloch”.
Per cercare di arginare questo fenomeno, Brando ha ribadito l’auspicio di diffondere una mentalità storica, capace di riconoscere le fonti, contestualizzare gli eventi, evitando manipolazioni pericolose: “Non si tratta di demonizzare chi usa certe espressioni, ma di fare un passo in avanti nella qualità del racconto del passato. Perché la storia è sempre contemporanea: la guardiamo inevitabilmente con gli occhi del presente”, ha concluso l’autore.
Copyright © 2020 FONDAZIONE LA SESIA via Quintino Sella 30, 13100 Vercelli Reg. Imprese VC C.F. 00146700026 - P.IVA IT 00146700026 - R.E.A. VC44243
Powered by Miles 33
Commenti
Condividi le tue opinioni su La Sesia