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Torino, aggressione a un medico del 118: "Servono strumenti di allerta"

Il dottore è stato minacciato con una pistola dal figlio di una donna

medico dottore

Solidarietà ed encomio al medico del 118 che, a Torino, ha continuato a rianimare una paziente nonostante la pistola puntata alla tempia dal figlio di lei.

Vicinanza anche ai suoi colleghi e all’Ordine territoriale dei medici. "I medici devono essere messi nelle condizioni di fare i medici, in qualsiasi contesto esercitino la professione, e di poterlo fare in serenità e sicurezza. E non costretti ad atti di eroismo per portare a termine il loro compito”. Così il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, commenta quanto accaduto a Torino, dove un medico del 118 è stato minacciato con una pistola dal figlio di una donna che stava cercando di rianimare.

“È tempo che la politica – continua Anelli – si accorga degli operatori del 118: medici, infermieri, autisti soccorritori che ogni giorno, ogni notte, entrano silenziosi nelle case, intervengono sulle strade, lottano contro il tempo e contro pericoli di ogni genere, non ultima la violenza degli stessi pazienti o dei loro parenti, per salvare vite. Un lavoro usurante, misconosciuto, che ogni episodio come questo fa venir voglia di abbandonare per sempre. Ma, allo stesso tempo, un lavoro prezioso e fondamentale per la collettività, perché permette di iniziare sin da subito la stabilizzazione del paziente, moltiplicando le sue possibilità di sopravvivenza”.

“Occorrono dunque – conclude Anelli – strumenti di allerta per rendere possibile e rapido, ove occorra, l’intervento delle forze dell’ordine: bodycam, pulsanti di allarme collegati con le centrali operative, sistemi di geolocalizzazione. Occorre, soprattutto, incentivare, così come si è fatto per il personale del pronto soccorso, il lavoro degli operatori dell’emergenza territoriale, con riconoscimenti a livello economico e contrattuale che costituirebbero un segnale di attenzione e riconoscenza”.

“Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza nei confronti del medico del 118 coinvolto nel caso. Rinnoviamo l’invito a tutti i cittadini a non impedire, con la violenza fisica o verbale, il lavoro delicato e prezioso dei professionisti del 118 che ogni giorno si dedicano a salvare vite umane. Ricordiamo che da ottobre sono in vigore le norme per il contrasto alla violenza contro il personale sanitario, con sanzioni più severe e l’arresto immediato”. Sono le parole di Federico Riboldi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte e Adriano Leli, direttore generale Azienda Zero.

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