Calcio
di Alex Tacchini
26 Marzo 2025 09:38
Baldo Depetrini con John Charles che allenerà nel 1958-59
Il croato Igor Tudor classe 1978 si può fregiare di essere tra i rari allenatori nella storia subentrati a campionato in corso nei confronti di un collega seduto della panchina della FC Juventus (19 in tutto, ma in due casi per morte dei trainer Jenő Károly e Armando Picchi), da sempre conservatrice nei confronti dei suoi tesserati, siano essi giocatori, tecnici o dirigenti. Nello specifico e come è noto, l’avventura di Tudor è iniziata dopo l’allontanamento di Thiago Motta, avvenuto dopo il ko per 3-0 con la Fiorentina alla 29ª giornata del campionato 2024-25.
Quello che però non tutti sanno è che il recordman di questi rari subentri sia proprio un ex grandissimo giocatore e tecnico vercellese, che di “sostituzioni di tecnici in corsa” fu orgoglioso (e generoso) protagonista assoluto addirittura in due (!) occasioni. Il suo nome è Teobaldo Depetrini, per tutti “Baldo”. Di lui (nato a Vercelli, il 12 marzo 1913) abbiamo parlato in più di un pezzo della nostra rubrica di storia del calcio e questo è l’ennesimo tassello di una carriera che vanta un palmares di 2 scudetti (1933-34 e 1934-35), 2 Coppe Italia (1937-38 e 1941-42), entrambe con la Juve, condite con le 12 presenze in Nazionale A con gli Azzurri di Vittorio Pozzo, a cavallo del decennio 1936-1946.
Andiamo dunque con ordine.
La stagione 1955-56 della Juventus vede accomodarsi sulla panchina del “Comunale” il trainer piacentino Sandro Puppo (oro ai Giochi di Berlino 1936, senza però mai scendere in campo durante i match olimpici). Un vero e proprio “profeta” amante di una disposizione a zona ante litteram (e di un gioco “pericoloso”, ovvero senza l’ausilio del ruolo di libero): caratterizzato soprattutto dal pregio di un basso ingaggio e come palmarès la qualificazione della Nazionale Turca ai Mondiali del 1954, due campionati turchi vinti col Besiktas, il secondo posto del Barcellona nella Liga, dietro al Real Madrid. L’ideale per una Juve operaia e in ricostruzione come quella di metà Anni ’50, presieduta da un giovane Umberto Agnelli e iniziata con lo choc della scomparsa del mitico ex portiere campione del Mondo (e dei 5 scudetti 1930-35) Gianpiero Combi, a soli 53 anni, a Imperia, colpito da infarto alla guida della sua automobile durante un viaggio di ritorno da Sanremo, dove la sua famiglia era in vacanza. Puppo, a Torino, non si ambienterà mai (vi ricorda qualcuno?); tanto che a primavera risolverà consensualmente il contratto dopo la sconfitta spartiacque della 28ª giornata (14 aprile 1957) sul campo del Bologna. Al suo posto, per finire una stagione a dir poco disgraziata, Baldo Depetrini accetta di subentrare come traghettatore, immolandosi per il bene dei colori bianconeri. La Juve ad un certo punto si trovò infatti sul punto di rischiare addirittura la retrocessione in B. A Baldo si ascrive invece il merito del successo “tutto motivazione e psicologia” nell’impensabile e rocambolesco scontro-salvezza del 5 maggio 1957 al ‘Comunale’ contro il Palermo (terminato 6-4). La stagione della Signora si riassumerà centrando il 9° posto e soprattutto un record poco simpatico (di cui le colpe di Depetrini sono esenti, molti invece i meriti), avendo subito più reti (37) di quante non abbia segnato (32).
Passano tre stagioni e la storia all’ombra della Mole di sponda bianconera, la storia (parzialmente) si ripete. Corre il campionato 1958-59. E sulla panchina della “Fidanzata d’Italia” (come veniva denominata a quei tempi, ancora privi di polemiche, la Juve) la dirigenza zebrata siede il tecnico serbo Ljubiša Broćić, fresco nella stagione precedente (1957-58) della vittoria dello storico scudetto della prima stella per i bianconeri. La curiosità è che Broćić che parlasse diverse lingue, ma non l'italiano e per comunicare con i suoi giocatori di chi si avvaleva? Avete indovinato: della collaborazione del nostro Teobaldo Depetrini. Uno che fu prima provercellese e poi davvero juventino “dentro”, tanto da accettare di passare per due stagioni al Toro (1949-51), dopo la sciagura di Superga, per amicizia con la Famiglia Agnelli. L’anno successivo allo scudetto stellato, però, fu “tutta un’altra musica”. Dapprima l’11 campione d’Italia, a Vienna, in Coppa dei Campioni, prese sottogamba l’impegno con il Wiener Sportklub (battuto 3-1 all’andata) finendo incredibilmente ko nel ritorno per 7-0!. Quindi la sconfitta in casa contro il Milan (che prevalse per 5-4). Aggiungete le prevedibili incomprensioni con un peperino-primadonna come Omar Sívori e il licenziamento fu servito dopo l’8ª di campionato. A favore di chi? Risposta nuovamente esatta: del nostro immancabile soccorritore Baldo Depetrini. Che dunque da novembre 1958 si trovò ad allenare fuoriclasse del calibro di John Charles (19 gol), lo stesso Omar Sívori (15 reti) e il non sufficientemente ricordato Bruno Nicolè (13 reti). Dalla 24ª giornata Depetrini collaborò in panchina con l’italo-argentino Renato Cesarini, nelle vesti di direttore tecnico. La Juve terminò quarta, alle spalle di Milan, Fiorentina e Inter, ma riuscì a conquistare la Coppa Italia, battendo in finale il 13 settembre del 1959 l'Inter del duo di trainer Campatelli-Achilli a San Siro per 1-4. Essendo ormai nella stagione 1959-60, sulla panchina bianconera sedeva già il neo trainer Carlo Parola, per cui Depetrini non poté fregiarsi neppure di quell’alloro, più che meritato.
Foto:
Juve 1955-56
Juve 1958-59
L’allenatore Sandro Puppo
L’allenatore serbo Ljubiša Broćić
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