Carisio, crisi Sacal: secondo confronto tra sindacati e azienda

Crisi Sacal: l'incontro non è stato risolutivo.

Nella mattinata di venerdì 14 marzo si è svolto il secondo confronto tra maestranze sindacali ed azienda per cercare di trovare un accordo in seguito alla comunicazione di licenziamento collettivo da parte di Sacal.

«L’azienda ha ribadito che non possono ritirare i licenziamenti in quanto non c’è la visione di portare a casa nuovo lavoro e quindi di riuscire a tenere aperto lo stabilimento – spiega Alessandro Triggianese segretario Cigl Fiom Vercelli Valsesia – Sono disponibili ad arrivare ad un accordo, fermo restando che si arriverà alla cessazione della fusione dell’allumino, chiusura dello stabilimento e licenziamento di tutti i dipendenti».

L’intento è di riuscire ad attivare tutti gli ammortizzatori sociali, compresi disoccupazione o naspi, che potrebbero anche consentire ad alcuni lavori di agganciarsi all’accesso al pensionamento. Vi è anche la possibilità di avviare una cassa integrazione straordinaria per 12 mesi, durante tale periodo verranno smaltite le ultime lavorazioni rimaste aperte e si avvieranno tutte le procedure propedeutiche alla chiusura dello stabilimento. «Qualora venisse intrapresa questa strada – prosegue Triggianese – abbiamo chiesto la possibilità di inserire nell’accordo che tutti i dipendenti possano fare delle ore di lavoro a rotazione. L’azienda si è detta aperta a questa eventualità». I sindacati hanno ribadito la richiesta di fermare i licenziamenti o di procrastinarli. «A quanto pare l’azienda non è intenzionata a seguire  questo percorso in quanto non vi sono i presupposti economici di mercato per tornare attivi».

Nei prossimi giorni i sindacati convocheranno un’assemblea con i lavoratori per decidere di comune accordo quali azioni intraprendere  e poi fisseranno un nuovo incontro con l’azienda.