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La mostra

Parigi: monsieur “Barnabinò” colpisce ancora

L’artista vercellese Marco Barnabino stavolta è presente al Grand Palais con due opere

Marco Barnabino

Marco Barnabino

Come nei migliori romanzi di Aghata Christie, Marco Barnabino è tornato sul luogo del delitto (fotografico).

O meglio, ne è stato nuovamente…invitato. L’artista e fotografo vercellese inaugura oggi, martedì 18 febbraio, dalle 15 alle 22 la Mostra al Grand Palais, sede delle esposizioni universali, nell’ambito della 235.a edizione di "Art Capital", grande esposizione annuale d'arte nel cuore di Parigi (che accolse in passato anche tele di Monet, Manet, Degas e Cézanne), dove artisti che organizzano volontariamente questo evento sono ansiosi di incontrare gli appassionati e tutto il pubblico interessato all'arte contemporanea e vivente, potendo godere delle 2.000 suggestioni provenienti da tutte le discipline.  Se “Lo specchio di Lilith n. 8” aveva caratterizzato il 2024, le immagini firmate da Barnabino stavolta portano il nome di “Eva n. 7” ed “Eva n.8”.

Si tratta di fotografie 50 x 70 stampate fine art in bianco e nero, con pigmenti naturali su carta baritata in fibre di cotone. E noi allora abbiamo intervistato Barbabino al telefono, che ha risposto emozionato a La Sesia all’ombra della Tour Eiffel.

Che emozione diversa è, Marco, quella di quest'anno. Mai come in questo caso si può parlare di un meraviglioso...dejà vu?
Si è vero, l'anno scorso era stata per me un'esperienza incredibile perché è sempre stato il mio sogno esporre a Parigi, culla di tanti artisti che amo e che ho sempre amato, e esporre proprio nel prestigioso Salon des artistes, che è citato sui libri di storia dell'arte, per me una soddisfazione immensa. Quest'anno avrò la possibilità di esporre due opere, per di più di grande dimensione, e non una sola. Lo scorso anno gli organizzatori mi hanno detto mi chiameranno al Salon anche nei prossimi anni e che non vedono l'ora di vedere esposte altre mie opere. Non ho parole…E' una grande gioia, il coronamento di una carriera artistica.

E il bello è che non finisce qui…È vero che è stato invitato anche ad esporre a NY?
Per dove sono adesso, dovrei rispondere “oui”, ma prossimamente vi dirò…Yes! È infatti con emozione che devo svelarvi di essere stato invitato anche alla presentazione dell'Atlante dell'Arte Contemporanea Corporate Patron Of The Metropolitan Museum Of Art presso la sala conferenze Bonnie J. Sacerdote Lecture Hall del Metropolitan Museum Fifth Avenue a New York perché nell'Atlante è già presente una mia opera, “Le Voyage d'Aphrodite n° 10”. Ricevo anche di frequente proposte e inviti a partecipare con le mie opere a mostre collettive a New York, ma non solo, anche Dubai, Berlino, Pechino per citarne alcune. Negli anni scorsi ero stato invitato più volte per mostre personali a Arles, città gemellata con la nostra Vercelli. Nel 2015 ero stato selezionato per rappresentare l'arte italiana in Cina insieme ad altri 14 artisti al Present Art Festival alla Biblioteca Nazionale di Shanghai, PuDong e al Museo Wison Art di Shanghai, nel 2016 a Cipro per una mostra internazionale con Marina Giannou e nel 2018 a Cracovia con una mia personale presso l'Istituto Italiano di Cultura, ma Parigi e New York è davvero toccare con mano due sogni.

Quale è il tuo prossimo progetto di poetica fotografica? Ci puoi anticipare qualcosa?
Nel 2025 uscirà finalmente un mio nuovo progetto artistico composto da una trentina di opere a sfondo onirico. Non è però solo un progetto artistico ma anche un saggio di filosofia perché da qualche anno pubblico libri di fenomenologia e ricerca nella collana scientifica e universitaria Eterotopie di Mimesis. I miei primi progetti con Mimesis sono stati Le Voyage d'Aphrodite per una psico-filosofia dell'immagine con testi di Roberta Di Nicola e Lo Specchio di Lilith, libro scritto insieme a Matteo Agarla e il prof Roberto Rossi Roberti dell'Accademia di Belle Arti di Brera.

 

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