Il caso
di Michela Giuliani
17 Gennaio 2025 14:13
Salvato da una giusta intuizione, un dubbio che gli ha evitato di essere truffato. Altrimenti avrebbe pagato una caparra per un furgone inesistente.
È accaduto nei giorni scorsi a un giovane vercellese, in cerca di un veicolo per la propria attività. All’inizio della settimana, tramite un annuncio su facebook, trova su un sito “quello che fa per lui”: giusto il modello, ma soprattutto il prezzo. Tanto più che è in vendita a Vercelli. Quindi contatta il venditore. Risponde un uomo che conferma che il mezzo è ancora disponibile. Quando il vercellese dice che potrebbe andarlo a vedere due giorni dopo, gli viene comunicato che però ci sono altre quattro persone interessate, che sarebbero passate in concessionaria prima di lui.
Visto che una di queste è sicuramente intenzionata all’acquisto di quel veicolo, al giovane vercellese viene proposto di “bloccarlo” effettuando un bonifico di 2500 euro. Lui però tergiversa e chiede di abbassare la somma; quindi ci si accorda sui 1000 euro. Al vercellese viene anche detto che nel caso, dopo averlo visto, avesse deciso non procedere con l’acquisto del furgone, quei soldi gli sarebbero stati restituiti. Qualcosa, comunque, non convince il giovane e la sua famiglia. Così trova scuse per rimandare il bonifico e, nel frattempo, richiama il venditore per fissare subito un appuntamento. Guarda caso, a quel punto, gli viene detto che il veicolo è appena stato venduto.
Il dubbio che il vercellese abbia rischiato di essere vittima di una truffa, trova conferma qualche ora più tardi: quando un altro componente della sua famiglia chiama lo stesso venditore, per avere informazioni sullo stesso furgone e gli viene detto che è ancora disponibile. Questa volta chi effettua la telefonata dice di essere di Milano e di essere disponibile a venire a vedere il mezzo a Vercelli qualche giorno dopo. La truffa viene tentata alla stessa maniera: dalla concessionaria dicono che, prima di venire in città, è meglio dare un colpo di telefono perché altre quattro persone, interessate a quel furgone, sarebbero andate a vederlo nel frattempo; però, se voleva, poteva “bloccarlo” facendo un bonifico…
Scampato il pericolo, la curiosità spinge i vercellesi a fare qualche “controllo”: scoprono così che le foto pubblicate su quel sito sono prese da diverse concessionarie in tutta Italia; mentre la Partita Iva indicata è quella di una che opera anche nella provincia di Vercelli. Non solo: all’indirizzo cittadino indicato sul sito, non c’è alcun venditore di auto, né un’officina; e sullo stesso social si trovano diversi profili che, per la vendita di auto e altri mezzi, riportano al numero di telefono che loro hanno chiamato.
Una rete di contatti che si sviluppa su facebook. Prima di rimanerci incastrati, se non peggio, meglio essere prudenti, ma, soprattutto, rivolgersi a venditori veri e seri, a concessionarie gestite da professionisti corretti.
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