Vercelli
2 Agosto 2024 07:30
Gentile direttore,
mi rivolgo alla vostra redazione in merito all’incidente stradale occorso mercoledì 31 luglio all’incrocio tra viale della Rimembranza e via Marco Polo, purtroppo costato la vita a Gianluca Lombardi (leggi qui).
In quanto residente nell’immediata prossimità di questa famigerata, duplice intersezione stradale, devo rimarcare l’eccezionale frequenza di tali eventi. Qui residente da oltre trent’anni, ammetto che non riesco a quantificare il numero degli incidenti stradali, comunque fin troppo numerosi e spesso dagli esiti anche assai gravi, come si è visto. Molti di questi incidenti sono senz'altro da ascrivere all’imprudenza, imperizia o colpa di parte degli automobilisti coinvolti, ma è pur vero che vanno ravvisate anche responsabilità da parte di quanti dovrebbero far vigere le regole della strada e tutelare l’incolumità del cittadino. Infatti, il codice della strada è chiaro in merito alla regolamentazione della sosta degli autoveicoli nei pressi degli incroci stradali. Cito testualmente: “L’art. 158, co. 1 lett. f) del D.L.VO 30 aprile 1992, n. 285, fa divieto di fermare o far sostare i veicoli, nei centri abitati,sulla corrispondenza delle aree di intersezione e in prossimità delle stesse a meno di 5 metri dal prolungamento del bordo più vicino della carreggiata trasversale, salvo diversa segnalazione.”
Ebbene, misure alla mano, tale regola lungo il viale della Rimembranza non viene rispettata, in maggiore o minore misura. Nell’incrocio che ha visto svolgersi il più recente incidente, tale distanza è seppur di poco inferiore ai succitati 5 metri, mentre presso il corrispondente incrocio tra la corsia destra di viale Rimembranza e via Marco Polo, la distanza tra il limite segnalato dei parcheggi e il “prolungamento del bordo più vicino della carreggiata trasversale” è di poco più di due metri. Ciò significa che, nel caso in cui un autoveicolo (peggio ancora, un furgone) sia in sosta sul limitare della linea del parcheggio, chi provenga da via Marco Polo, in entrambe le direzioni, ha la visuale fortemente limitata.
Visuale resa ancora più ridotta nel caso in cui il veicolo parcheggiato sia dotato di lunotto e/o finestrini laterali oscurati. Si evince facilmente che in tal caso l’automobilista che giunga alla linea dello stop, per potersi immettere sul viale sia obbligato a sopravanzare la linea medesima, con gravi rischi per la propria e altrui incolumità. A peggiorare tale già pericolosa situazione aggiungo che i due specchi convessi, un tempo posizionati ai due incroci proprio per permettere di scorgere chi giunga da viale della Rimembranza, sono stati abbattuti nel corso di incidenti stradali e mai più rimpiazzati. Questo nonostante la frequenza degli incidenti renda banalmente palese la pericolosità di tale incrocio.
Accorso sul luogo dell’incidente, come purtroppo spesso mi capita di fare per dovere civico e umana pietà, ho constatato che molti di quanti erano accorsi sul posto lamentavano le pecche che ho appena segnalato. In effetti, anche in questa luttuosa occasione, la visibilità all’incrocio era davvero pessima. Con condomini e abitanti degli stabili situati nei pressi dell’incrocio abbiamo più tardi discusso della necessità di indire una raccolta di firme per chiedere alle autorità preposte la messa in sicurezza di questi infausti incroci e dello stesso viale della Rimembranza, con l’apposizione di evidente segnaletica di pericolo, soprattutto l’installazione di nuovi specchi convessi e possibilmente l’arretramento delle linee d'ingombro dei parcheggi. Anche mezzi atti a rallentare la velocità dei veicoli lungo il viale stesso (non di rado trasformato in pista per competizioni da automobilisti e motociclisti incivili) sarebbero senz’altro da prendere in considerazione. Alcuni dei presenti hanno perfino proposto di chiudere una volta per sempre l’intersezione tra il viale della Rimembranza e via Marco Polo; ciò allungherebbe il percorso di taluni, ma renderebbe senz’altro più sicura questa grande arteria stradale cittadina (e la fruizione del viale da parte dei pedoni).
Chiaramente, ogni provvedimento che, mi auspico, verrà preso per ovviare a questa deplorevole situazione, non sarà che il classico “chiudere la stalla dopo che i buoi sono fuggiti”, ma sarà senz’altro ben accolto e segno di responsabilità civile da parte dell’amministrazione cittadina. In attesa di iniziare la succitata raccolta di firme, mi sono comunque sentito in obbligo di segnalare questi fatti alle redazioni giornalistiche cittadine. Cordialmente.
Fabio Bourbon
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