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Elezioni amministrative

Vercelli: tutto il peso sulla poltrona di vicesindaco

Scheda e Bagnasco vanno al ballottaggio, "incognita" Corsaro e Olmo

Scheda  e Bagnasco

Roberto Scheda e Gabriele Bagnasco

Si accettano “scommesse”, pronostici, oroscopi elettorali, ed anche saggi pre-ballottaggio di che ne capisce e bazzica con frequenza a palazzo.

Mentre al profano, cioè colui che mastica politichese solo nei giorni a ridosso delle elezioni varie, vogliamo togliere il dubbio sull’eventuale complicatezza di questa fase che condurrà nuovamente ai seggi: è tutto molto semplice, cari amici. A Vercelli in due hanno vinto e in cinque hanno perso, lo dicono i numeri freddi e crudi, anche se, scavando leggermente in profondità, i protagonisti sono realmente quattro: Scheda e Bagnasco, che si sono accaparrati il ballottaggio, ma anche Olmo e l’ex sindaco Corsaro, forse presto, prestissimo, i manovratori dell’ago della bilancia. Forse Olmo di più.

Certo, se il centrodestra si fosse presentato compatto alle urne, tralasciando rancori e vendette, adesso staremmo stilando l’elenco degli impegni e delle sfide che attendono il nuovo sindaco. Ma così non è stato. Ed è per questi “piccoli” fatti accaduti che anche il centrosinistra avrà la sua grande occasione, se saprà mescolare bene il mazzo di carte e usare al meglio i suoi jolly. Anche perché, come nel resto della nostra penisola, il Pd alle urne non è stato a guardare, incalzando Fratelli d’Italia nei voti di partito, con la certezza, o quasi, che i suoi elettori domenica 23 e lunedì 24 giugno non andranno al mare; mentre dall’altra parte qualche mal di pancia o desiderio di tintarella c’è, ed è evidente.


Ed ancora: Olmo si è sempre considerato né di qua né di là, mentre l’ex primo cittadino Corsaro, palesemente schierato sul lato che dal centro tende verso destra, potrebbe togliersi tutta quella montagna di sassolini che ha nelle scarpe optando, se non per la spiaggia, almeno per una scampagnata. Questo arrovellamento cerebrale potrebbe però affievolirsi in un attimo, evitando ulteriori sforzi, se si mettesse in circolo la solita magica domanda: “Vuoi fare il vicesindaco?”. Suvvia, molto ruota attorno a questa comoda poltrona. Ed anche sulla bella seggiola di assessore esterno non si sta scomodi. Cariche, queste, che quasi sempre restituiscono la vista ai ciechi, la parola ai muti e cancellano in un attimo ogni rancore, riportando “pace e… fratellanza”. Ne vedremo delle belle, sempre che a fare ombra, se non buio, sarà il “partito” con più consensi, ovvero quello dell’astensionismo.

Dovesse esso scendere in campo in massa, allora tutto, proprio tutto, sarebbe possibile.

 

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