morano po
di Alex Tacchini
28 Marzo 2024 13:30
Dopo la scomparsa di Castellotti (celebre, oltre che per le capacità velocistiche, per essere anche stato il fidanzato della showgirl Delia Scala), riprodotta con drammatica intensità nelle scene girate a Morano sul Po, uno dei posti nella squadra del Drake per andare alla conquista della Mille Miglia del 1957 passò per il volante di De Portago. Di lui, si diceva che guidasse “come Achille Varzi” (la battuta è anche presente nel film). Vero e proprio asso del volante, originario di Galliate (Novara), il cui splendido castello Visconteo Sforzesco ospita un interessante museo dedicato al pilota classe 1904 e passato alla storia per essere stato il rivale, ma anche amico, di Tazio Nuvolari (e citato nella omonima canzone di Lucio Dalla). Varzi perì tragicamente a Bremgarten bei Bern, il 1º luglio 1948, mentre era alla guida della sua “Alfetta” durante le prove del Gran Premio di Svizzera a Berna, sotto la pioggia. Il Museo galliatese è visitabile tutto l’anno, previa prenotazione, telefonando all’Ufficio Cultura o al Moto Club Achille Varzi. Quella Mille Miglia del 12 maggio del ’57 fu l’ultima della storia corsa a livello agonistico-competitivo, a causa del tragico incidente di Guidizzolo occorso proprio a De Portago, in cui perirono 11 persone: due piloti della scuderia Ferrari e nove spettatori, cinque dei quali bambini. La corsa fu vinta da Piero Taruffi su Ferrari 315 S. La “Volpe argentata”, questo il soprannome di Taruffi, vinse il Gran Premio di Vercelli “Coppa Faini” dieci anni prima, il 1° giugno 1947 a bordo della sua Cisitalia, ed ecco altri tre dei nostri incredibili link. Perché quel Gp fu anche appannaggio di una Ferrari, la 125 S, guidata dal pilota Franco Cortese.
Fu, quella del Circuito di Vercelli, la seconda affermazione della Casa di Maranello, dopo quella, pochi giorni prima, del GP di Caracalla, a Roma. Nella storia, la Mille Miglia, anche nella sua riedizione storica non era mai passata da Vercelli. Sino al 16 giugno del 2023, quando si verificò il primo passaggio-tappa, evento che si ripeterà anche il prossimo 11 giugno 2024, col passaggio da brivido dei bolidi davanti al sagrato della Basilica di Sant’Andrea.
Le liaison non finiscono mica qui. Carlo Salamano, il pilota vercellese che vinse il GP di Monza, primo GP d’Europa nella storia, il 9 settembre del 1923 era ben conosciuto ed apprezzato da Enzo Ferrari, che pochi anni prima dell’ingresso di Salamano in Fiat (di cui diverrà prezioso collaudatore), aveva tentato uguale sorte, senza però essere preso dai vertici dell’azienda capitanata da Giovanni Agnelli senior (particolare anche qui citato durante la telefonata tra il Drake ed il nipote di Agnelli, l’Avvocato Gianni). Le ultime tre aderenze tra il film Ferrari e in particolar modo Vercelli, non sono da meno. Della Scuderia Ferrari, fu presidente a metà Anni ’80, il vercellese Vittorio Ghidella, uno dei manager più importanti dell’Italia del Dopoguerra (e che attende ancora l’intitolazione di una via prestigiosa nella sua città natale, dopo la proposta fatta dal Panathlon Club qualche anno fa).
E ancora: nel film viene tratteggiata l’altra grande passione di Enzo: il tifo per il Modena Calcio. Ebbene, l’idolo di Enzo fu un calciatore vercellese, l’ala sinistra Angelo Piccaluga (classe 1906), che militò, dopo la Pro Vercelli, nelle fila dei “Canarini” dal 1927 al 1934.
Di una foto che ritraeva Piccaluga in azione, si dice che Ferrari esponesse addirittura una gigantografia nel suo studio. La passione dell’ingegnere per l’ala sinistra vercellese fu così tanta, da arrivare a proporgli di aprire una Concessionaria del Cavallino! I due divennero buoni amici. Ferrari, telefonava personalmente a Casa Piccaluga, ma questi, volendo proseguire nell’attività di allenatore, gentilmente (e clamorosamente) rifiutò la proposta di aprire un salone d’auto. L’ultimo cenno, non può che farci venire i brividi di commozione: il riferimento è alla gita che il Panathlon Club di Vercelli – dell’allora presidente Pierluigi Pensotti – organizzò al Museo Ferrari di Modena nel settembre 2018. In quell’occasione, chi scrive ebbe l’onore di scattare una foto all’indimenticato amico e collega, caporedattore sportivo de La Sesia Paolo Sala, proprio nello studio di Enzo Ferrari.
Il sorriso di Paolo - scomparso prematuramente all’età di 51 anni il 13 giugno del 2021 - rimane tuttora impresso ed indelebile negli occhi di chi l’abbia conosciuto. Proprio come le tante vittorie della Scuderia più amata al mondo, ricca di incredibili aneddoti e “parentele” come quelle che abbiamo cercato di ricordare in questo pezzo che, speriamo sia valsa la pena di leggere sino allo sventolio della bandiera a scacchi della nostra fantasia.
(vedi anche 1.a parte)
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