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Salone Dugentesco

Vercelli: premiati i volontari della Croce Rossa

"Il tempo della gentilezza - emergenza covid 19"

Nel Salone Dugentesco, sabato 20 gennaio, si è tenuta un’importante cerimonia di attribuzione degli attestati di benemerenza "Il tempo della gentilezza - emergenza covid 19" ai membri della Croce Rossa di Vercelli per l’attività svolta nel periodo pandemico, tra il 2020 e il 2022. 

La sala era gremita di volontari, autorità civili e militari, e tra il pubblico anche i genitori di Alessandro Abate, giovane volontario, autista delle ambulanze, deceduto in un incidente il 2 maggio scorso.  All’evento hanno partecipato: il sindaco di Vercelli, Andrea Corsaro, in rappresentanza del prefetto Lucio Parente il viceprefetto dottoressa Francesca Altomare, Gabriele Giarola, direttore amministrativo dell’Asl, il presidente della Provincia, Davide Gilardino, il questore Giuseppe Mariani, il consigliere regionale Alessandro Stecco, il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Natalia Bobba, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Colonnello Ciro Natale, il  capitano Antonio Caputo in rappresentanza del comandante del Reggimento Tiberia, l’ingegner Roberto Richiusa in rappresentanza del comandante dei Vigili del Fuoco. Per la Croce rossa erano presenti: la viceispettrice regionale Mirella Morosin,  il presidente regionale della Cri Vittorio Ferrero, commissario della Cri provinciale,  i vice commissari Carlo Albricci ed Emanuele Di Pietro ed il consigliere nazionale della Croce Rossa,  Antonino Calvano.

A condurre la cerimonia è stato il giornalista Enrico Demaria che, nel sottolineare l’importanza di questa giornata, ha ricordato alcuni passaggi significativi di quel periodo tremendo: “E’ un momento molto importante per la città di Vercelli perché viene riconosciuta l’opera di persone che durante la pandemia, tra il 2020 e il 2022, hanno dato tantissimo alla nostra città e alla nostra provincia. Ricordo le telefonate quotidiane: c’era il problema dei tamponi, dell’assistenza, dei soccorsi”.  (…) Poi il pensiero è stato rivolto all’incessante attività svolta a favore delle persone dimesse dall’ospedale e ospitate in via Quintino Sella ed il ringraziamento a tutti i volontari: “Sono stati anni terribili per tutti, e a ripensarci, oggi sembra quasi impossibile rendersi conto di ciò che è successo in quel periodo. Finalmente, la Croce Rossa a livello nazionale e la Regione Piemonte hanno detto grazie a queste persone, ai nostri volontari vercellesi che sono in gran parte qui presenti oggi”.

Anche il sindaco Andrea Corsaro ha ricordato la drammaticità di quei momenti e l’opera meritoria dei volontari: ”È stato un periodo veramente, come sottolineato, di grande eroismo. Non si sapeva proprio cosa si doveva fronteggiare: eravamo tutti inesperti per un qualche cosa che era sconosciuto. Tutto questo ha portato una ulteriore capacità di risposta grazie alla grande collaborazione e allo spirito che ha sempre animato la Croce Rossa Italiana e tutti gli appartenenti. Ricordiamo la gestione dei dimessi in via Quintino Sella ed ogni intervento in quel periodo, dove al di là di mascherine e tute, quello che emergeva è stata la grande capacità di essere pronti ad un sacrificio per gli altri. Un qualcosa che chiamava al di fuori di ogni dovere, al di fuori di ogni obbligo”. Infine, nelle conclusioni: “È un onore essere qua stamattina per portare, a nome di tutta la città di Vercelli, un grande ringraziamento. Il riconoscimento, rappresentato da questa cerimonia, costituisce un simbolo di quello che è un sincero ringraziamento di tutta la comunità di Vercelli a tutti voi. Grazie”.

Il presidente Vittorio Ferrero ha voluto racchiudere nel “tempo della gentilezza” il senso profondo di questa giornata: “In questa cerimonia, stamattina, ci sono due momenti importanti: il ringraziamento per i volontari che nel periodo del covid, uno dei periodi più difficili di questi anni e di questa generazione, hanno, come in tantissime parti d’Italia e del mondo, dato tutto sé stessi mettendosi a disposizione della comunità, anche nei frangenti più complicati. Oggi celebriamo, la loro attività e il loro servizio con la consegna di due importanti riconoscimenti: uno da parte della Regione Piemonte e uno da parte di Croce Rossa, che ha titolato come attestato di benemerenza “l tempo della gentilezza”. Questo  perché come Croce Rossa ci siamo contraddistinti fin da subito, in quei momenti così difficili, come operatori del “tempo della gentilezza”, ossia il tempo della presenza e della disponibilità di persone come voi che  qui a Vercelli hanno fatto la differenza quando c’era bisogno”.

In sintonia con il titolo della benemerenza anche l’intervento del presidente Davide Gilardino che ha fatto riferimento al tempo come elemento che coniuga altruismo e generosità: ”Il tempo che dedicate al prossimo è il valore più alto che un individuo possa donare, e voi questo ci donate. Oltre naturalmente alla vostra straordinaria professionalità”. Quindi i ringraziamenti: “Il piccolo riconoscimento cartaceo che vi verrà dato ha un altissimo valore simbolico per noi, per tutto quello che fate e che continuerete a fare. Grazie davvero a tutti voi della Croce Rossa”.

Il consigliere Alessandro Stecco ha portato “i saluti del Consiglio regionale e della Commissione Sanità” ricordando che “tra l’altro pochi giorni fa la Regione Piemonte ha stipulato con le associazioni delle pubbliche assistenze, quindi anche con la Croce Rossa, una nuova convenzione da 3,5 milioni di euro che servirà ad assumere personale, a potenziare le sedi delle aree disagiate dove le varie associazioni di volontariato per il soccorso fanno fatica”.

Ad arricchire i principi che sono alla base dell’azione della Croce Rossa è stato il consigliere nazionale Antonino Calvano indicando nel concetto di ‘gentilezza’ una via distintiva verso ‘un nuovo umanesimo’ che caratterizza l’opera della Cri: “Mi piace ricordare il significato della parola gentilezza: per noi gentile non è chi non è sgarbato, gentile è chi  si pone  accanto alle persone in difficoltà, sapendo che, aiutando quelle persone, aiutiamo noi stessi. Gentile è chi sa dire la parola giusta al momento giusto, e non è facile. Gentile è chi non distingue fra un bimbo israeliano e un bimbo palestinese quando si tratta di salvaguardarli; gentile è chi pensa esattamente allo stesso modo alle persone in difficoltà, che siano in Russia o Ucraina. Questo è ciò che la Croce Rossa vuole instillare nelle persone alle quali si avvicina e con le quali interloquisce”. Quindi, nelle conclusioni: “Ci interessa poter riaffermare i principi che sono tradizione per tanti, e che hanno affermato la volontà di essere accanto alle persone bisognose, credendo nella possibilità di un nuovo umanesimo nei rapporti umani. Anche se la televisione ci mostra che ciò sembra lontanissimo, la Croce Rossa dice invece che dobbiamo riuscirci; grazie davvero”.

Il compito di elencare i numeri delle opere svolte durante la pandemia è stato affidato a Emanuele di Pietro. Cifre notevoli per servizi rivolti ai malati, alle persone ospitate nel centro di via Quintino Sella, agli indigenti, agli anziani. Categorie bisognose che durante la pandemia necessitavano di un aiuto che difficilmente si sarebbe potuto concretizzare senza gli operatori della Croce Rossa. Nelle parole di Di Pietro: “Abbiamo fatto servizi semplici ma importanti per le persone che ne avevano necessità, la staffetta da casa agli ospedali per le persone ricoverate, materialmente andavamo a portare i ricambi della biancheria, facevamo addirittura la staffetta con altri comitati perché avevamo persone fuori zona. Un altro servizio di cui siamo molto orgogliosi è il nostro supporto fornito alla RSA di Piazza Mazzini in un momento di difficoltà in cui tanto personale era contagiato”. Poi, in chiusura la citazione del fondatore della Croce Rossa, Henry Dunant, con la quale Di Pietro ha voluto sottolineare l’impegno quotidiano 'Poiché tutti possono, in un modo o nell’altro, ciascuno nella sua sfera e secondo le sue forze, contribuire in qualche misura a questa buona opera'”.

Dopo la consegna delle benemerenze, tutti i volontari e le autorità si sono stretti intorno ai genitori di Alessandro Abate per l’intitolazione di un’ambulanza.  La mamma di Alessandro, tra la grande commozione dei presenti, ha scoperto il nome scritto sulla fiancata del mezzo. Questa piccola, ma importante cerimonia conclusiva è stata voluta per onorare la generosità e la dedizione di Alessandro e, nelle parole di Vittorio Ferrero, “per ricordare la sua presenza, il suo esserci, la sua disponibilità silenziosa ma determinante in tanti momenti come durante la pandemia”.

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