La decisione della Giunta
di Fabio Pellizzari
12 Gennaio 2024 14:29
Relatori e pubblico al consiglio comunale aperto
Il Comune di Trino si è autocandidato alla rivalutazione del proprio territorio per ospitare il deposito nazionale per i rifiuti radioattivi a bassa e media intensità e il parco tecnologico.
Nella mattinata di oggi, venerdì 12 gennaio, la giunta ha dato mandato al sindaco Daniele Pane per inviare la Pec agli enti preposti per autocandidare il territorio trinese. Il termine scade nella giornata odierna, 12 gennaio. Nella delibera, approvata all’unanimità dalla giunta, è sottolineato come l’istanza di autocandidatura ha delle condizioni precise: l’esito positivo della verifica di idoneità del territorio da parte di Sogin e la validazione dell’autorità competente, anche se l’esito non preveda il superamento di tutti i criteri di sicurezza; considerare gli esiti dell’adunanza aperta; l’approvazione dell’organo comunale competente di tutti gli atti che si renderanno necessari. E un auspicio: che chi di dovere svolga una campagna informativa capillare alla popolazione.
Nella serata di giovedì 11 gennaio invece si è tenuta una lunghissima seduta del Consiglio comunale in adunanza aperta, con sei relatori invitati a parlare di questa ipotesi del deposito nazionale. Una seduta durata quasi cinque ore. Seduta seguita da tanto pubblico: piena la sala consiliare, pienissimo il salone "Rusticoni" della casa parrocchiale dove era stato allestito un maxischermo per chi non poteva entrare in biblioteca.
A parlare per primi sono stati i relatori indicati dal gruppo di minoranza.
Carlo Giraudi ha ricordato che "tra le esclusioni del territorio trinese c’è la presenza delle risaie, la profondità acquifera con la falda che quasi ovunque arriva a soli due metri sotto il piano campagna e nel periodo di allagamento anche mezzo metro in meno". Giraudi ha poi parlato delle faglie capaci e della sismicità.
Dario Zocco si è concentrato soprattutto sugli aspetti ambientali del territorio, con aree e parchi naturali, zone di protezione speciale per le risaie vercellesi.
L’avvocato Gian Maria Mosca ha esposto, in modo accattivante e coinvolgente, il lato legale spiegando che "quanto riportato nel decreto legge potrebbe essere anticostituzionale. Ritengo irragionevole che la norma dica che un Comune può alzare la mano e chiedere di essere rivalutato. E’ la forzatura di una norma. E non si può attendere cosa fanno gli altri, la scadenza è uguale per tutti e ci si ritrova col cerino acceso in mano. Va poi detto l’autocandidatura porta alla creazione della Cnaa (Carta nazionale delle aree autocandidate): l’autocandidatura una volta fatta sfugge al controllo del candidato e si può arrivare all’autorizzazione unica ministeriale, senza la possibilità di revoca della propria proposta. Inviando la Pec ci si mette su un treno. Infine c’è il non coinvolgimento della popolazione e del territorio per una scelta epocale. Invito la comunità trinese a chiedere il referendum, è sufficiente una raccolta firme, e sarebbe un segnale forte e di vera democrazia".
A seguire i relatori indicati dal gruppo di maggioranza.
Nicola Ippolito, del ministero dell’Ambiente della Sicurezza Energetica, ha detto: "Se Trino non era nella Cnapi, non poteva essere nella Cnai. Il Decreto Energia del 13 dicembre 2023 ha aperto alle autocandidature, cosa che non è strana, in altri Paesi si parte proprio da queste. La rivalutazione si fa perché le condizioni possono essere cambiate. La fase finale dell’iter è quella della trattativa bilaterale di Sogin con l’ente locale per le misure premiali".
Stefania Uras di Sogin ha parlato delle caratteristiche del deposito: "Avrà un sistema multi barriera di protezione. Il progetto sarà flessibile in base al sito, in caso di falde vicine al piano di campagna si può valutare una fondazione che non va nel sottosuolo. Ricordo poi che il parco tecnologico sarà un valore aggiunto".
Michele Rosati di Sogin ha parlato dei criteri di esclusione: "Fisici, che non possono subire variazioni; fisico-antropici, sulle caratteristiche fisiche del territorio e sui provvedimenti amministrativi; antropici, per centri abitati, infrastrutture e così via. Nella Cnapi erano state escluse le aree che non avevano forme adatte per il deposito. Perchè fare delle verifiche: possibili variazioni locali rispetto al database nazionale, o per siti piccoli ma con altre aree vicine. Una cosa è certa, sarà sempre rispettata la sicurezza".
A seguire i consiglieri comunali hanno posto dei quesiti ai sei relatori: Giraudi ha sottolineato la presenza della falda artesiana che serve gli acquedotti della zona, mentre Mosca ha ricordato che "il sindaco non può disinteressarsi degli altri comuni. L’area più indicata sarebbe quella di Leri che è a 4 chilometri da San Genuario, 5 da Fontanetto, 6 da Palazzolo, mentre Trino è più lontana. Sindaco, rifletta". Ippolito ha risposto che "Cnaa e Cnai sono parallele ma con percorsi in parte differenti. Con l’autocandidatura si presume che sia più facile trovare l’intesa e comunque l’autocandidatura può essere revocata in fase di trattativa bilaterale se non si raggiunge l’accordo e non si può arrivare al decreto che impone il deposito, mentre nella Cnai sì". Alla specifica domanda se Trino potrà tornare indietro dalla Cnaa, Ippolito ha ribadito che il "decreto finale vale solo per la Cnai, non chi è nella Cnaa".
Dopo la pausa, sono state discusse e votate le due mozioni portate dal gruppo di minoranza. La prima chiedeva di allontanare definitivamente dal territorio trinese i materiali radioattivi che derivano dallo smantellamento della ex centrale nucleare “Enrico Fermi”, con la richiesta di impegno da parte di sindaco e giunta di richiedere agli enti competenti, tra cui il Governo, iniziative per sostenere e supportare la nascita di dichiarazioni di disponibilità da parte dei comuni e dei territori ritenuti idonei e inseriti nella Cnai; la seconda mozione era sulla possibile autocandidatura del Comune di Trino ad ospitare il Deposito Nazionale Unico dei rifiuti radioattivi. Entrambe bocciate dalla maggioranza.
Dopo la lettura e le spiegazioni di Alessandro Demichelis di “Impegno per Trino e Robella”, Pane ha risposto che "in commissione parlamentare abbiamo chiesto che nel decreto legge da convertire si inserisca una campagna di informazione a cura di Sogin fin da ora, in tutti i territori. E abbiamo chiesto una estensione dei tempi per fare informazione e che le autocandidature fossero da presentare dopo l’iter di 120 giorni e dopo che i siti della Cnai abbiano accettato o meno di candidarsi". Ferrarotti ha ribattuto che "ci spiace che non votiate un documento che chiede di denuclearizzare il territorio, vorremmo che il materiale andasse in uno dei 51 siti della Cnai e che non sia Trino a togliere le castagne dal fuoco al governo". Il vice sindaco Elisabetta Borgia ha detto che "l’urgenza è di spostare i rifiuti da dove sono ora. Il sindaco si è sempre esposto ma non si è espresso a titolo personale, ha condiviso con tutti noi della maggioranza. La nostra è assunzione di responsabilità". Nella controreplica Ferrarotti ha detto che "è una responsabilità sulle generazioni future, ciascuno di noi sarà ricordato per ciò che vota".
Sulla seconda mozione, presentandola Balocco ha aggiunto che "votando ora si prende la decisione sul futuro di Trino, che non passa dal deposito nazionale, struttura con un impatto di almeno 300 anni e per 10-12 generazioni di trinesi, in un luogo non idoneo". Pane che ha replicato: "Chi è intervenuto tra i relatori ha detto che il deposito non si farà in un luogo non sicuro e che tutto sarà valutato da Isin. L’iter è reversibile e il dottor Pernice, direttore di Isin, in audizione ha detto che non vede nulla di male nelle autocandidature e l’avrebbe già vista in una fase precedente. Se la nostra valutazione risultasse negativa, si chiuderà il nostro iter, ma con in mano un documento che dice che tutto il territorio di Trino non è idoneo. A quel punto chiederemo che si porti subito via tutto da Trino. In queste settimane mi è stato dato del pazzo, sono stufo di sentirmelo dire. Studio questo argomento da anni, c’è invece chi in un mese ha fatto credere ad altri che il sindaco avrebbe messo in pericolo la vita di tutti e della propria famiglia. Ora basta dire cose sbagliate o inesatte solo per attaccarmi. E’ legittimo essere d’accordo o contro, ma non bisogna far passare gli altri per stupidi".
Ferrarotti ha ribattuto: "Il sindaco doveva mettere in conto una strada in salita. Io non me la sento di essere complice nel portare avanti questo tipo di procedura".
Alla dichiarazione di voto Pane ha affermato: "Sapevo che la strada sarebbe stata in salita, immaginavo una opposizione, non pensavo a certe volgarità. Stanno per partire i rifiuti ad alta attività riprocessati all’estero e ognuno tornerà da dove è partito, quindi anche a Trino, alla “Fermi” in riva al Po. Cerchiamo di fare la cosa giusta, al di là del consenso elettorale, e questa è l’idea di tutta la mia maggioranza. Mi è stato detto di tutto: che non sono un buon padre di famiglia a ipotizzare di portare il deposito nazionale, mettendo in pericolo anche la mia famiglia. Non vendo il territorio e la salute dei cittadini e della mia famiglia per avere il deposito. Non lo faccio per i soldi, Trino i soldi li ha, un sacco, non ne ha bisogno. Sono stato accusato di avere un ritorno politico personale, falsità. Quello che sto facendo è perché ci credo, ho sempre lavorato per la sicurezza di tutti, a volte a discapito della mia, ho assunto decisioni di responsabilità in questi anni su vari argomenti. Da anni sono perplesso sul buon fine della procedura della Cnapi e della Cnai. Non votiamo questa mozione e assumiamo una decisione forte, di impatto, così come fece il Consiglio comunale di Trino nel 1984 per approvare all’unanimità di realizzare la seconda centrale nucleare di Trino a Leri. Chiedo solo il rispetto personale".
Ferrarotti ha chiuso: "E’ sempre spiacevole andare sul personale. Spiace che non votiate per la non autocandidatura".
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