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La testimonianza

Vercelli: "Col trapianto sono rinato, non opponetevi a donare gli organi"

Parlano Carlo Gottardo, Carlo Olivieri e Giuseppe Barbarello

Carlo Gottardo

Carlo Gottardo

Un trapianto di cuore e uno di rene gli hanno salvato la vita.

«E sono immensamente grato a chi mi ha permesso di “ripartire” e riappropriarmi della mia esistenza». Carlo Gottardo ha 23 anni, vive a Vercelli «e appena nato, mi è stata diagnosticata un’atresia mitralica al ventricolo, una malformazione cardiaca», racconta. Nel 2009 viene inserito nelle liste di attesa per un cuore nuovo, ma solo alla fine del 2017 riesce a trovare un donatore compatibile. Un’operazione delicata, tre mesi di terapia intensiva, cure e controlli costanti. Nel frattempo Gottardo continua a studiare, si diploma, si iscrive all’Università. Poi la necessità di un trapianto di rene, che gli viene donato dalla mamma. «L’appello finale che faccio è: date l’assenso alla donazione di organi, non vi costa nulla e permetterete a persone come me di non dover aspettare nove anni per rivedere un barlume di speranza».

Barbarello e Olivieri

 

Appello che viene ripreso da Carlo Olivieri e Giuseppe Barbarello, rispettivamente direttore della struttura complessa Anestesia e Rianimazione dell’Asl Vercelli, e coordinatore aziendale per l’attività di prelievo organi e tessuti, alla luce dei dati (definiti “poco confortanti”) del primo semestre 2023 sugli assensi (tecnicamente “non opposizioni”) alla donazione nel Vercellese.

Interviste e approfondimenti sul numero de La Sesia in edicola venerdì 8 settembre

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