La storia della Pro Vercelli
di Alex Tacchini
6 Luglio 2023 14:11
Pro Vercelli 1958-59. Rino Tonegutti è il primo il alto da sinistra
Vercelli, stadio “Leonida Robbiano”.
In quella fredda domenica 21 dicembre 1958 è di scena la 13ª giornata del Girone A di Serie C, con Pro Vercelli e Varese a sfidarsi sulla pelouse di via Massaua. I biancorossi lombardi erano allenati da Giovan Battista “Brusalerba” Fabbri, per tutti “Gibì” (in quella stagione rivestì il ruolo di giocatore-allenatore per i varesini), che 20 anni dopo avrebbe creato il Lanerossi Vicenza dei miracoli. Quello dei Paolo Rossi, Filippi e Cerilli, che arrivò clamorosamente 2° in Serie A 1977-78, alle spalle della Juventus. Il Lanerossi di Fabbri collezionò infatti il record di miglior attacco della stagione, con 50 gol segnati, di cui poco meno della metà (24) da Paolo non ancora “Pablito” Rossi, il quale riuscì ad affermarsi in campo nazionale ottenendo addirittura la convocazione al campionato del mondo di Argentina 1978.
La nostra gara di Terza Serie del 1958-59 della Pro Vercelli da cui partiamo è invece utile per ricordare il centromediano/stopper Rino Tonegutti, scomparso lunedì 26 giugno 2023 nella sua abitazione di via Cuneo, a Cervasca (Cuneo). Quella fu infatti la sua unica partita in cui segnò la prima rete tra i Professionisti, la sua seconda in casacca bianca (l’altra era stata siglata proprio al debutto in casacca candida, nel 3-1 inflitto al Rapallo, alla 1ª giornata di IV Serie 1956-57, quella trionfale del ritorno in C): la marcatura avvenne dal dischetto al 78’, per il definitivo 2-0 a favore dei Leoni vercellesi allenati da Paolo Todeschini. La Pro era fortissima e scese in campo con: Colombo, Fontana, Bosio, Russi, Tonegutti, Ciocchetti, Genovesio, Landoni, Canova, Pirovano, Maraschi. L’11 del Varese era invece composto da: Daverio, Allevi, Rosso, Turri, Lomazzi, Prato, Borella, Mutti, Della Gora, Ferrini, Angeli. Anche quel Varese era squadra di tutto rispetto, sebbene terminò solo al 14° posto con 35 punti, appaiato a Casale e Mestrina, in una stagione che – per altro – non prevedeva retrocessioni tra i Dilettanti. Su tutti, spicca il nome di Giorgio Ferrini che – dopo quell’unica stagione a Varese – avrebbe solo e soltanto indossato la casacca granata del suo Torino, sino a diventarne bandiera e capitano (443 presenze e 42 gol), secondo solo a Valentino Mazzola (e laureandosi campione europeo con la Nazionale italiana nel 1968).
La gara di ritorno dei Leoni col Varese presenterà altre due curiosità. Intanto, sulla panchina del Varese c’è proprio… Todeschini (!), a dir poco velocissimo nel trovare un nuovo posto dopo l’esonero a Vercelli a beneficio del Campione del Mondo 1934 Giuseppe “Pinot” Cavanna (replicando, a livello di velocità, l’approdo alla Pro nel 1957, dopo la prima parte di stagione alla Salernitana). Curiosamente, Todeschini si troverà di fatto in una sorta di conflitto di interessi, perché nel contratto che lo legava al club di via Massaua c’era una clausola che prevedeva “un premio particolare” nel caso che la squadra bianca si fosse classificata alla fine del campionato, tra le prime cinque squadre. Alla fine, Todeschini pareggerà 0-0 nella gara di ritorno con le Bianche Casacche a Varese, ma la Pro - arrivando alla fine 7ª - non dovrà riconoscergli alcun premio. In campo, in quel Varese ci giocarono – tra gli altri – il futuro allenatore della Pro Vercelli Bruno Fornasaro (in porta) e il futuro centravanti della Juventus Virginio De Paoli, squadra con la quale vincerà lo scudetto 1966-67, celebre per il sorpasso all'ultima giornata su una Grande Inter incespicata a Mantova. Nel suo biennio a Torino, De Paoli sarà il centravanti titolare della “squadra operaia” e del “movimiento” allenata da Heriberto Herrera, con cui nel 1968 raggiunge anche la semifinale di Coppa dei Campioni, quando però il Benfica di Eusebio disse stop alla “Vecchia Signora”.
Torniamo però a Tonegutti: originario di Cornuda (Treviso, dove era nato il 5 settembre 1932) e cresciuto calcisticamente nella squadra di Sacile, aveva dimostrato subito un notevole talento, attirando così l’attenzione dei grandi club sino a riuscire velocemente ad approdare al settore giovanile del Torino, all’epoca uno dei più forti d’Italia. Nel 1955 è a Cuneo, quindi le 3 stagioni alla Pro Vercelli, dal 1956-57 al 1958-59. Di lui si ricorda la risolutezza in campo (da incutere timore all’avversario), una grande grinta e la carica instancabile ai compagni. Epico, contro la Mestrina, il serio quanto fortuito scontro con il compagno di squadra, il portiere Angelo Martino Colombo, finito all'ospedale e con la porta bianca (non erano ancora ammesse le sostituzioni) difesa da Genovesio. Era il 1957-58 e quella Pro cullò a lungo il sogno di poter acciuffare la Serie B. Nel ruolino di Tonegutti (poi titolare fisso con la Pro Vercelli in Coppa Italia 57-58, sia all’andata che al ritorno contro la Juventus guidata da Sivori e Charles) spiccano oltre 374 partite in Serie C con Pro Vercelli (112 gettoni) e Anconitana, per poi tornare al Cuneo nei dilettanti e quindi chiudere la carriera nelle ultime stagioni con le maglie di Pro Dronero e Pedona. Appesi gli scarpini al chiodo, indossò con solerzia le vesti di commerciante nel settore alimentare e fu a lungo contitolare della gelateria-pasticceria Bramardi, insieme alla moglie Zara, a Cervasca. Sempre con il Milan (di cui era tifoso sfegatato) e un pezzettino di Pro Vercelli nel cuore.
(Continua sul numero de La Sesia in edicola venerdì 7 luglio)
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