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Comune di Vercelli

Piano Kipar: "Chiediamo uno studio approfondito del piano parcheggi"

La minoranza ottiene un consiglio comunale straordinario

Piazza Alciati

Il rendering di piazza Alciati

Avrà luogo il 29 giugno alle 18 il Consiglio comunale straordinario richiesto dalla minoranza decisa a entrare in campo in merito a tutte le decisioni del PinQua (o “piano Kipar” come viene comunemente definito).

«Si tratta di 14 determine a firma dell’architetto Patriarca, quindi un piano importante, per cui non c’è stato nemmeno un passaggio ufficiale in giunta» denuncia il consigliere Paolo Campominosi di Voltiamo Pagina, portando l’esempio di quanto avviene quando deve essere approvato un piano regolatore: il quale prima di diventare effettivo deve passare al vaglio del Consiglio comunale, poi delle varie categorie economiche, che ne valutano tutti i pro e contro. Questo perché «il momento delle scelte deve essere subordinato a quello della riflessione», ovvero occorre attuare un processo di “condivisione”.

Durante la conferenza stampa avvenuta nel tardo pomeriggio del 20 giugno, Campominosi insieme ai consiglieri Alberto Fragapane e Michele Cressano del Partito Democratico, hanno illustrato la mozione presentata al sindaco, al presidente del consiglio comunale, e al segretario generale. L'intera minoranza richiede che il Consiglio speciale di prossima convocazione preveda la partecipazione dei tecnici dello studio Land dell’architetto Kipar affinché possano «raccontarci quali sono i dettagli tecnici del progetto e rispondere alle domande che noi consiglieri gli porremo – spiega Campominosi – Ma soprattutto chiediamo che a monte dell’approvazione di questo progetto sia fatto uno studio approfondito dei flussi di traffico e una revisione del piano parcheggi». Lo studio dei flussi di traffico diventa fondamentale nel momento in cui si cancellano i vecchi parcheggi o si chiudono per lavori in corso alcune strade: tutto questo finisce per deviare il traffico con conseguenti rischi di intasamento (come è successo a seguito della chiusura di via Monte Bianco e del cavalcaferrovia di via Avogadro).

Alberto Fragapane ha denunciato l’impossibilità di definire, da parte della giunta, questo piano urbanistico come “rivoluzione green”: primo, perché manca del metodo della “condivisione” sia degli obiettivi che delle motivazioni per le quali si è scelto un simile progetto; secondo, perché un processo di transizione di un comune a un percorso di Sostenibilità richiede una “programmazione ampia” dovuta a una “visione strategica” di tutte le conseguenze che i vari cambiamenti comportano. Se ad esempio si parla di mobilità, occorre intervenire offrendo servizi aggiuntivi che sopperiscano ai precedenti, e questo va pianificato fin dall’inizio e non in corsa. Michele Cressano ha parlato di “limite progettuale” di questo piano urbanistico, da reperirsi nel fatto che manca di una “cronologia degli interventi”: oggi si riducono i parcheggi, ma le autolinee non sono ancora state spostate per creare il parcheggio promesso. «Se ci fossero stati dei parcheggi già realizzati, oggi le proteste sarebbero state più attenuate». «Tutto l’impianto di cambiamento avrebbe dovuto prevedere dei passaggi», una “strategia a livello temporale”.

Tutti e tre i consiglieri hanno insistito sulla necessità di conoscere il progetto che cambierà la vita di tutti i cittadini: «La città deve essere informata attraverso i consiglieri, e attraverso i consiglieri devono essere portate le istanze dei cittadini» ha dichiarato Cressano. Occorrono trasparenza e condivisione d’intenti. A un esame attento il problema risulta essere più complesso della sola cancellazione dei parcheggi perché, come spiega Campominosi: «Se noi facciamo tutti i lavori e ci accorgiamo alla fine che la situazione non è gestibile, a quel punto quanto dobbiamo andare a spendere di tasca nostra per modificare i lavori già fatti? E se modifichiamo i lavori già fatti, dovremo poi restituire le sovvenzioni che ci erano state date?» e conclude: «Noi non siamo contrari al piano, ma parliamone, perché occorre essere “molto prudenti” prima di effettuare un piano di questa portata».

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