La storia della Pro Vercelli
di Alex Tacchini
15 Giugno 2023 15:48
L'edizione straordinaria de La Sesia dell'8 giugno 2014
Il risveglio per i tifosi della Pro Vercelli di quel sabato 7 giugno 2014, non poteva ovviamente essere uguale agli altri.
In programma, con fischio iniziale alle ore 18, c’era infatti un appuntamento importante con la storia. In palio, c’era il pronto riscatto di un ritorno in B. Per compierlo, l’altra volta, era passata una vita. Anzi, di più. Tre generazioni di tifosi della Pro Vercelli dovettero aspettare la bellezza di 64 anni, prima di riacciuffare la Serie B. Ora, esattamente 1 anno e 362 giorni dopo (da quel meraviglioso 10 giugno 2012, al “Braglia”), la Squadra Bianca sarebbe potuta tornare in Serie Cadetta e stavolta disputando il match decisivo nella sua città, nel suo stadio (evento mai avvenuto prima), a coronamento di una delle stagioni tecnicamente più fulgide della sua storia agonistica, tanto che per fare paragoni di rendimento come numeri e risultati, si debbano scomodare i Ruggenti Anni ’10 e ’20 del secolo scorso. Miglior difesa del Calcio italiano, 1 sola sconfitta nell’arco di stagione regolare (e playoff). In quell’alba, però, tutti osavano sognarlo, ma nessuno si azzardava di darlo per scontato.
I Leoni di Scazzola, dunque, tornano in B dopo un anno di “purgatorio” (e dire che una volta la Prima Divisione sarebbe stata addirittura un lusso!) e lo faranno meritatamente dopo un anno e una partita da batticuore, incerta sino all’ultimo secondo. Certo, con il SüdTirol bastava un pareggio dopo il successo dell’andata a Bolzano (domenica 1° giugno 2014, rete decisiva di Cosenza al 6’ della ripresa), ma per arpionarlo, questo pareggio, si sono dovute sudare le famose sette camicie bianche in campo (sette, come gli scudetti, ndr) ma anche da parte dei 4.300 spettatori del “Piola ex Robbiano”. Perché, nel match di ritorno a segnare per primi, sono i gagliardi altoatesini-dalla-mente-aperta-e-con-nulla-da-perdere di Rastelli dopo un quarto d’ora. In via Massaua, tra gli occhi di chi assiste, sbigottito all’azzeramento del vantaggio capitalizzato al “Druso”, cala una pesante cappa, una coltre mista di afa e torvi presentimenti, ma - parallelamente - anche di sole, cielo cristallino e Grandi Speranze. Grandi, perché legittime. Vinceranno le seconde. Come nelle migliori favole. Da leggere e rileggere ai bambini prima di andare a dormire e innescare così i sogni più meravigliosi da poter toccare con mano al loro risveglio. Perché è tutto vero: siamo tornati in B! Dunque, nell’unico pareggio di questi playoff (già: le altre quattro gare, i ragazzi le hanno vinte tutte) la Pro è riuscita a bloccare sull'1-1 il SudTirol impedendo così agli altoatesini di raggiungere la prima, storica, qualificazione in serie B. I Leoni vanno dunque far compagnia alle neocadette Entella, Perugia e Frosinone. Facciamo però un passo indietro e riviviamo la vigilia di quel 7 giugno 2014.
QUI VIA MASSAUA. In città non si parlava d’altro che della partita che potrebbe nuovamente catapultare i bianchi tra i cadetti. Biglietti andati letteralmente a ruba e già esauriti nella giornata di mercoledì. Una dimostrazione di affetto senza precedenti. Saranno in 4mila a gridare “Forza Pro” dagli spalti in un sabato pomeriggio che si preannuncia torrido. Mister Scazzola continua a gettare acqua sul fuoco: “Abbiamo giocato solo il primo tempo”. Intanto il tecnico ligure e il “vice” Turone non hanno modificato il programma di allenamenti, privilegiando carichi di lavoro leggeri ma senza rinunciare alla partitella a ranghi misti del giovedì. Dall’ultima rifinitura dovrebbe intuirsi la probabile formazione di sabato che riproporrà Scavone a centrocampo, al rientro dopo la squalifica. Quindi Russo poi, davanti a lui, Marconi, Ranellucci, Cosenza e Scaglia; mediana con Rosso e Scavone in regia, supportati ai lati da Erpen e Fabiano: il tandem Greco-Marchi in avanti. In 7 erano già presenti nel 2012 a Modena (Ranellucci, Cancellotti, Rosso, Marconi, Disabato, Fabiano e Iemmello): ce la faranno a centrare uno storico bis?
QUI ALTO ADIGE. In casa biancorossa si ostenta fiducia e spavalderia, come traspare dalle parole del ds Luca Piazzi. “Forse lo 0-1 dell’andata è per noi un risultato che, sotto l’aspetto psicologico, ci avvantaggia più di un pareggio poiché così saremo necessariamente costretti a cercare il successo pieno”. All’andata si è potuta apprezzare la velocità del “tridente” offensivo altoatesino Corazza-Turchetta-Minesso, che con ogni probabilità verrà riproposto anche al “Piola”. A centrocampo rientrerà Branca che farà reparto con Fink e Pederzoli. Cappelletti, Martin, Bossoli e Kiem faranno diga davanti alla porta di Facchin”. Poi, la gara.
LE TATTICHE. Dopo il turno di squalifica di due dei suoi uomini migliori, Scazzola punta ovviamente ancora sull’ex di turno e bolzanino di nascita Scavone e su Fabiano al posto di Statella; per il resto scendono in campo i 9/11 visti a Bolzano. Per coach Claudio Rastelli torna invece a disposizione Simone Branca, mentre il mister degli altoatesini toglie a sorpresa Turchetta, uno dei migliori all'andata, per far giocare dall'inizio Francesco Vassallo. Sulle lavagnette, è un 4-4-1 per la Pro, un 4-3-3 per il SudTirol. Match logicamente più intenso che bello, più lottato centimetro dopo centimetro, che giocato. Probabilmente i Leoni avevano preparato una partita diversa, più di controllo (non avendo l’assillo di attaccare per forza), che d’assalto. Il gol degli ospiti ha invece rimesso tutto in gioco e i vercellesi non hanno saputo subito reagire, anzi si sono quasi spenti offrendo agli avversari un paio di altre occasioni da brivido neutralizzate dall’altro grande di giornata: Danilo Russo, le cui performance tra i pali, sono valse una marea di punti in stagione. Tutt’altra musica dopo il break, come era successo a Bolzano e in molte altre occasioni, da marzo in poi (a dimostrazione di una preparazione psicofisica eccellente).
(continua sul numero de La Sesia in edicola venerdì 16 giugno)
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