La storia della Pro Vercelli
di Alex Tacchini
8 Giugno 2023 16:30
Dopo gli incroci con il club bianco nella stagione 1993-94 quando – nella stagione della promozione in C2 e della conquista dello “scudettino” Dilettanti della Pro - il ds del Napoli campione d’Italia 2022-23 Cristiano Giuntoli indossava infatti la maglia della Colligiana e successivamente, nel 1999-2000 quella dell’Imperia, il dirigente corteggiato dalla Juventus non compare nella distinta di PRO VERCELLI-SANREMESE 1-0, pur facendo parte della rosa dei liguri di mister Antonio Soda.
Correva la 2ª giornata della C2/A, 2004-05 giocata domenica 19 settembre 2004. Giuntoli fu viceversa presente, ma solo in panchina, nel match di ritorno disputato allo Stadio Comunale di Sanremo SANREMESE-PRO VERCELLI 0-0 (19ª giornata - domenica 16 gennaio 2005, con 20 tifosi vercellesi a seguire le Bianche Casacche di mister Fabrizio Viassi): SANREMESE: Rotoli, Padoin, Sconziano, Addona, Cassaro, Pessotto, Papa (68` Covelli), Lodi (78` Liperoti), Pelatti, Benincasa (87` Lorieri), Calabria. A disp.: Pellegrino, Venuti, Cocconi e – appunto - Giuntoli. All.: Antonio Soda. PRO VERCELLI: Locatelli, Negro Frer, Crisopulli, Gaboardi, Pelati, Ludi, Longo, Balacchi, Egbedi, Dalla Bona, Rondinelli. A disp.: Mandelli, D’Onofrio, Valdani, Comparone, Baldi e Gorlani. All.: Fabrizio Viassi. Arbitro: Marco Cammi di Reggio Emilia. Un pareggio di quelli significativi, con i “Ragazzi di Viassi” che giocando al cospetto di un avversario probabilmente più forte, diedero in campo davvero tutto per il loro allenatore. “E’ per questo, che il punticino raccolto nella terra del festival ebbe un sapore particolare in una stagione assai problematica: quello della tenacia di chi si accartoccia a falange per difendere chi merita”.
Per Giuntoli-giocatore l’ultima squadra nel ruolo di centrocampista-difensore multiplayer sarebbe poi stata il Savona, ma in Serie D, nel biennio 2005-2007. Appesi gli scarpini al chiodo, come ricorda assai bene il collega Alessandro Oliva «Giuntoli è però uno di quei calciatori che una volta finita la carriera si mette a studiare per dare il meglio da dirigente». Una breve esperienza a La Spezia, accanto al ds Osvaldo Olivari, quindi l’approdo al Carpi di patron Stefano Bonacini, come vice del direttore sportivo Giandomenico Costi. Pochi mesi ancora e rimarrà già titolare unico della posizione apicale biancorossa. Sul lavoro, ricorda sempre nel suo pezzo uscito su linkiesta.it, crede in tre mantra: contratto annuale all’allenatore, ingaggiare solo giocatori che hanno fame, circondarsi solo di uomini fidati. «Frequenta Coverciano - tratteggia sempre nel suo pezzo, Oliva - e non solo perché è toscano: qui prende il patentino B da allenatore. Si laurea a Firenze, all’Isef. Da qui, ecco l’importanza di conoscere parte atletica e i segreti di una corretta alimentazione. Dei calciatori controlla tutto, da come si allenano a cosa e dove mangiano. Qualcuno dice che metta bocca persino su come regolare l’altezza dell’erba del campo di allenamento. Se però chiedi in giro chi fosse Cristiano Giuntoli, tutti ti direbbero la stessa cosa: che è uno che gira per i campi, guarda i giocatori, li osserva direttamente e non lavora per sentito dire. Uno così, non poteva che fare carriera». A Carpi Cristiano scopre talenti, ma li abbandona anche (vedi Mehdi Kabine, nonostante i due gol nel playoff col Lecce per la promozione in B, puntando invece su Lasagna). E centra quattro promozioni in cinque stagioni, dalla Serie D fino alla Serie A. In mezzo, però, c’è una sconfitta che ancora brucia e da cui Giuntoli forse ha imparato molto. Quella contro la Pro Vercelli, in un momento delicatissimo per il club emiliano, alle prese coi drammi del terremoto.
Ma andiamo con ordine. Il torneo è la Serie C, pardon LegaPro Prima Divisione – Girone A 2011-12. La prima gara della stagione regolare la vince il Carpi di mister Egidio Notaristefano. È la 17ª giornata, quella di domenica 17 dicembre 2011 (e che chiude il girone di andata), quando si gioca allo Stadio ‘Giglio’ di Reggio Emilia. Finisce 2-1 per i biancorossi emiliani. Scesi in campo con un 4-4-2 composto da Bastianoni, Laurini, Poli, Perini, Cioffi, De Paola, Concas, Memushaj, Cesca (35' st Perulli), Eusepi (46' st Pasciuti), Calamai (8' pt Marchi). A disp.: Mandrelli, Sogus, Potenza, Kabine. La Pro di Maurizio Braghin («non hanno praticamente tirato in porta e sono riusciti a vincere: difficile digerire una sconfitta così»), sciorina viceversa un 4-3-1-2: Valentini, Bencivenga, Murante (36'st Tonani), Ranellucci, Calvi (23' st Germano), Masi, Rosso, Espinal, Malatesta, Fabiano, Iemmello (33' st Tripoli). A disp.: Miranda, Modolo, Pigoni, Santoni. Le danze sono aperte da una sfortunata autorete di Ranellucci al 27’ pt. L’1-1 al 50' è firmato da Espinal, ma al 63' Eusepi sigla il gol partita. Sul tabellino a stonare è un solo dato: appena 200 gli spettatori. Pochi mesi e saranno ben di più. Primo round, dunque al Carpi di ds Giuntoli (Pro ridimensionata, Ternana 37 e Taranto 30 in fuga). Alle spalle, proprio Carpi e Pro Vercelli, appaiate a quota 29. La stagione è però lunga e certe sinusoidi di rendimento, incastonate con quelle altrui, sono quasi sempre impossibili da prevedere. All’ultima di ritorno, le due sfidanti – ignare che si sarebbero poi trovate in finalissima – non si fanno troppo male. Al “Piola”, domenica 6 maggio 2012 finisce infatti 0-0. PRO VERCELLI (4-4-2): Miranda, Bencivenga, Ranellucci, Cancellotti, Murante (34' st Talpa); Marconi, Espinal, Germano, Disabato (22' st Tonani); Malatesta, Iemmello (11' st Tripoli). In panchina: Valentini, Benincasa, Russo, Geografo. All.: Braghin squalificato, in panchina Turone. CARPI (4-4-2): Bastianoni, Laurini, De Paola (20' pt Lollini), Poli, Lorusso; Concas, Perini, Sogus; Eusepi (27' st Cenetti), Potenza (27' st Boniperti), Ferretti. In panchina: Mandrelli, Donnarumma, Perrulli, Cioffi. Al.: Notaristefano. Stavolta allo stadio ci sono 1.300 spettatori. In B ci sale direttamente la Ternana, che chiude il proprio dominio con 65 punti. Dietro, Taranto (63), Carpi (61), Sorrento (58) e Pro Vercelli (57) si ritroveranno ai playoff.
Dopo mille battaglie, in finalissima approdano proprio le creature dei ds Romairone a Vercelli e Giuntoli, a Carpi. All’andata, domenica 3 giugno 2012, penalizzata dal rosso a Cancellotti comminato al 32’ pt, la Pro contiene i danni e fa 0-0. PRO VERCELLI (4-3-1-2): Valentini; Cancellotti, Ranellucci, Masi, Armenise; Germano, Calvi (81' Rosso), Marconi; Espinal; Malatesta (40' Murante), Martini (64' Di Piazza). A disp: Miranda, Modolo, Fabiano, Iemmello. All.: Maurizio Braghin. CARPI (4-4-2): Mandrelli; Laurini, Lollini, Cioffi, Di Gaudio (55' Pasciuti); Concas, Memushaj, Poli; Boniperti; Ferretti (68' Bocalon), Eusepi (81' Kabine). A disp.: Bastianoni, De Paola, Perini, Potenza. All. Notaristefano. La cornice di pubblico è semplicemente strepitosa: “Piola” gremito come non si vedeva dalla finale del 1994 per lo scudettino e da Carpi giungono parecchi sostenitori biancorossi, che espongono lo striscione “L’Emilia trema ma non molla”. Prima del match, distribuite a tutti i tifosi bandierine bianche con lo stemma della Pro. L’ultimo atto sarà allo stadio “Braglia” di Modena (e non al ‘Giglio’ di Reggio Emilia, come invece si pensava), dove, in caso di doppio pareggio dopo gli eventuali supplementari, il Carpi ha il vantaggio della migliore classifica in campionato (ma i Leoni non ci pensano). Braghin: «Ora dobbiamo andare a vincere? E vinceremo!». A Modena, quella domenica 10 giugno 2012, alle ore 15.02, mentre la sua curva esplode, ds Giuntoli non si illude perché il calcio lo conosce troppo bene. Ferretti ha segnato dopo appena 100 secondi, portando in vantaggio i biancorossi. È una giornata assolata, afosa, la temperatura al sole è di 32°. Spettatori? 3.000 circa, di cui un migliaio da Vercelli, altro che i 200 di dicembre. A esattamente 300 km di distanza, tutta Vercelli è deserta e non vola una mosca. Strade vuote, non un pedone o un’auto. Dalle finestre aperte arriva la voce di un telecronista. Quasi come per una finale Mundial, per un appuntamento che generazioni di vercellesi probabilmente neppure si immaginavano di avere. Non soltanto l’hanno avuto, ma sarà incredibilmente bello. Anche perché neanche un minuto dopo (3’ pt) Modolo pareggia; poi nella ripresa al 4′ st Iemmello e al 37’ st Malatesta porteranno in paradiso squadra e città bianche. CARPI (4-4-2) : Mandrelli; Laurini, Cioffi, Lollini, Poli; Boniperti (11’st Di Gaudio) Concas, Memushaj, Pasciuti; Eusepi (11’ st. Kabine), Ferretti(33’ st Bocalon). A disp.: Bastianoni, De Paola, Perini, Perrulli. All.: Egidio Notaristefano. PRO VERCELLI (4-1-3-2): Valentini; Modolo (19’st Germano), Ranellucci, Masi, Murante; Rosso; Marconi, Espinal, Fabiano (29’ st. Malatesta); Iemmello (24’ st Calvi), Martini. A disp.: Miranda, Armenise, Carraro, Di Piazza. All.: Maurizio Braghin.
Il Carpi esce sconfitto, ma è proprio da quelle teste abbassate uscendo dal “Braglia” che Giuntoli imposta la sua riscossa, che arriverà sino alla prima lettera dell’alfabeto del calcio italiano. In quella che a tutti gli effetti è una vera impresa. Poi, dal 2015 è chiamato al Napoli, dove alla corte di De Laurentiis prima porterà in coppa o’ vesuvio la Coppa Italia 2019-20, quindi campioni come Kvicha Kvaratskhelia, il coreano Kim Min-jae e Victor Osimhen e in panchina Luciano Spalletti (oltre ad un certo ex Pro Zerbin nella rosa azzurra, a cementare una partnership con ds Alex Casella nata nelle ultime stagioni e che ha un po’ traballato dopo il problema al ginocchio di Diego Demme, causato da uno scontro fortuito con Comi, nell’amichevole a Dimaro del 24 luglio 2021: il ds azzurro era a due passi). Alchimie “spalletto-giuntoliane” che significano scudetto 2022-23 nel Golfo. Cristiano Giuntoli, di quelle ormai lontane sfide con le Bianche Casacche a Sanremo, Imperia, Modena non se ne è però mai dimenticato. Restano, insieme ovviamente ad altre, nel suo cuore e nel suo curriculum: parti indelebili di un bagaglio di esperienze arricchito (anche) dalla Pro Vercelli. Un nome, una città ed un blasone che - comunque la si veda e la si pensi - continua sempre a far bella figura in ogni pedigree che si rispetti. Anche e soprattutto da avversario.
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